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Milan, Conceiçao: "Theo disponibile. Avevo detto che il calcio è semplice, ma..."
Sergio Conceiçao, allenatore del Milan, è presente in conferenza stampa per presentare Torino-Milan, sfida valida per la 26esima giornata di Serie A.
Segui in diretta le parole di Conceiçao con il live testuale su TMW.
13:08 | Comincia ora la conferenza stampa.
La partita di domani è decisiva?
"Senza dubbio. L'avversario è difficile, veniva da 7 risultati utili di fila e ha perso col Bologna; storicamente è una partita difficile per il Milan. Ma noi dobbiamo concentrarci: come stamattina, anche domani. L'atteggiamento deve essere quello: la nostra finale di Champions League è quella di domani. E va guardata ogni partita in questo modo".
Aspetto psicologico: come stanno le cose?
"Nel calcio c'è il bene e il male. E dopo ogni partita si ricomincia e il lavoro per la prossima partita. L'eliminazione ci è costata tanto e il giorno dopo è stato duro. Oggi ho visto il gruppo veramente concentrato. Sapevamo di essere più forti del Feyenoord, avevamo preparato bene la partita, poi per episodi e dettagli abbiamo perso. Avevo detto che il calcio è semplice: fare gol e non prenderli. Ma dentro questa semplicità c'è la complessità del calcio affinché diventi semplice; serve tanto a lavoro a vari livelli. È importante prendere questi dettagli e far evolvere i giocatori in questi dettagli: io comincio a vedere una evoluzione interessante e l'ultima partita mi ha dato questa risposta. Tempo non c'è, anche per colpa nostra, perché potevamo essere agli ottavi. Ora pensiamo al quarto posto e alla Coppa Italia. Ho visto i ragazzi bene, oggi molto molto bene".
Theo domani gioca?
"Non mi piace parlare del colore dei suoi capelli: per me neri, bianchi o gialli è uguale, basta che siano professionisti e diano tutto. Theo è un patrimonio del club, ha dato tanta gioia ai tifosi. Lui sa di aver messo la squadra in difficoltà e ne abbiamo parlato in spogliatoio. Anche io commetto tanti errori. È un giocatore disponibile per giocare domani come gli altri 22".
Joao Felix: perché non è stato tolto?
"È una opzione mia, sono pagato per scegliere. Dopo le prime due sostituzioni, eravamo pari nel risultato on aggregate. C'era la partita che vedevo. Gimenez ha avuto qualche problema nelle ultime settimane ed era molto molto stanco. C'era la possibilità di mettere Abraham o di far giocare Joao Felix: io ho optato per la seconda. Col senno di poi siamo tutti grandissimi allenatori: io vinco tutte le partite a fine partita".
Come sta la squadra?
"Walker non disponibile. Pulisic non ha 90 minuti, Gimenez sta meglio ogni giorno che passa, ma non è ancora al top come vorremmo noi e ci stiamo lavorando, almeno per il modo di giocare che voglio io; serve che sia intenso durante i 90 minuti. Ho trovato giocatori in difficoltà da questo punto di vista, anche alcuni infortunati. Giocando ogni tre giorni, sempre partite decisive, dato che qua se si pareggia è come se si perde, stando sempre sulla linea rossa, non è facile fare questa gestione".
Che squadra è il Torino?
"Hanno giocatori molto interessanti, come Ricci per esempio. Nell'approccio che hanno ogni partita vedo sempre una squadra che ha voglia di ottenere un risultato positivo. Quindi bisogna stare al massimo. Dobbiamo prendere in mano noi la partita".
La sua sfida è trasformare questa negatività in cose positive?
"Io non sono uno che fa la calcolatrice: non mi va di pensare a fine campionato. Vivo le cose ogni giorno con grandissima intensità. Porto il lavoro a casa e la mia famiglia non è contenta, ma è così. Non faccio sempre le cose bene eh, ma lavoriamo in maniera molto appassionata ogni giorno. Abbiamo preparato ieri l'allenamento di oggi, abbiamo fatto i video: questa è la mia preoccupazione. Oggi sono 31 anni che mia madre è morta, avevo 18 anni e avevo perso mio padre da due: se queste del calcio sono le difficoltà, non ho paura di niente. E allora vado avanti per la mia strada".
Chi ha parlato della squadra?
"A me piace quando i giocatori si dicono quello che pensano. Sei un vero amico se dici al compagno quello che pensi, questa verità ci deve essere tra di loro. E crescono anche sotto questo punto. Preferisco una brutta cosa, ma vera, che una bella cosa che nasconde un problema".
I quattro davanti possono giocare?
"L'equilibrio è ciò che voglio io per la squadra e stiamo crescendo. Non siamo al top, ma stiamo molto meglio. Voglio recupero più alto, più aggressività. Mi piace una squadra corta, compatta e alta. Possiamo fare questo tipo di gioco, ma con un equilibrio importante".
Termina qui la conferenza.
Segui in diretta le parole di Conceiçao con il live testuale su TMW.
13:08 | Comincia ora la conferenza stampa.
La partita di domani è decisiva?
"Senza dubbio. L'avversario è difficile, veniva da 7 risultati utili di fila e ha perso col Bologna; storicamente è una partita difficile per il Milan. Ma noi dobbiamo concentrarci: come stamattina, anche domani. L'atteggiamento deve essere quello: la nostra finale di Champions League è quella di domani. E va guardata ogni partita in questo modo".
Aspetto psicologico: come stanno le cose?
"Nel calcio c'è il bene e il male. E dopo ogni partita si ricomincia e il lavoro per la prossima partita. L'eliminazione ci è costata tanto e il giorno dopo è stato duro. Oggi ho visto il gruppo veramente concentrato. Sapevamo di essere più forti del Feyenoord, avevamo preparato bene la partita, poi per episodi e dettagli abbiamo perso. Avevo detto che il calcio è semplice: fare gol e non prenderli. Ma dentro questa semplicità c'è la complessità del calcio affinché diventi semplice; serve tanto a lavoro a vari livelli. È importante prendere questi dettagli e far evolvere i giocatori in questi dettagli: io comincio a vedere una evoluzione interessante e l'ultima partita mi ha dato questa risposta. Tempo non c'è, anche per colpa nostra, perché potevamo essere agli ottavi. Ora pensiamo al quarto posto e alla Coppa Italia. Ho visto i ragazzi bene, oggi molto molto bene".
Theo domani gioca?
"Non mi piace parlare del colore dei suoi capelli: per me neri, bianchi o gialli è uguale, basta che siano professionisti e diano tutto. Theo è un patrimonio del club, ha dato tanta gioia ai tifosi. Lui sa di aver messo la squadra in difficoltà e ne abbiamo parlato in spogliatoio. Anche io commetto tanti errori. È un giocatore disponibile per giocare domani come gli altri 22".
Joao Felix: perché non è stato tolto?
"È una opzione mia, sono pagato per scegliere. Dopo le prime due sostituzioni, eravamo pari nel risultato on aggregate. C'era la partita che vedevo. Gimenez ha avuto qualche problema nelle ultime settimane ed era molto molto stanco. C'era la possibilità di mettere Abraham o di far giocare Joao Felix: io ho optato per la seconda. Col senno di poi siamo tutti grandissimi allenatori: io vinco tutte le partite a fine partita".
Come sta la squadra?
"Walker non disponibile. Pulisic non ha 90 minuti, Gimenez sta meglio ogni giorno che passa, ma non è ancora al top come vorremmo noi e ci stiamo lavorando, almeno per il modo di giocare che voglio io; serve che sia intenso durante i 90 minuti. Ho trovato giocatori in difficoltà da questo punto di vista, anche alcuni infortunati. Giocando ogni tre giorni, sempre partite decisive, dato che qua se si pareggia è come se si perde, stando sempre sulla linea rossa, non è facile fare questa gestione".
Che squadra è il Torino?
"Hanno giocatori molto interessanti, come Ricci per esempio. Nell'approccio che hanno ogni partita vedo sempre una squadra che ha voglia di ottenere un risultato positivo. Quindi bisogna stare al massimo. Dobbiamo prendere in mano noi la partita".
La sua sfida è trasformare questa negatività in cose positive?
"Io non sono uno che fa la calcolatrice: non mi va di pensare a fine campionato. Vivo le cose ogni giorno con grandissima intensità. Porto il lavoro a casa e la mia famiglia non è contenta, ma è così. Non faccio sempre le cose bene eh, ma lavoriamo in maniera molto appassionata ogni giorno. Abbiamo preparato ieri l'allenamento di oggi, abbiamo fatto i video: questa è la mia preoccupazione. Oggi sono 31 anni che mia madre è morta, avevo 18 anni e avevo perso mio padre da due: se queste del calcio sono le difficoltà, non ho paura di niente. E allora vado avanti per la mia strada".
Chi ha parlato della squadra?
"A me piace quando i giocatori si dicono quello che pensano. Sei un vero amico se dici al compagno quello che pensi, questa verità ci deve essere tra di loro. E crescono anche sotto questo punto. Preferisco una brutta cosa, ma vera, che una bella cosa che nasconde un problema".
I quattro davanti possono giocare?
"L'equilibrio è ciò che voglio io per la squadra e stiamo crescendo. Non siamo al top, ma stiamo molto meglio. Voglio recupero più alto, più aggressività. Mi piace una squadra corta, compatta e alta. Possiamo fare questo tipo di gioco, ma con un equilibrio importante".
Termina qui la conferenza.
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