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Perché nessuno riesce a raccogliere l’eredità di Messi (e CR7)?
Ogni era ha avuto il suo fuoriclasse di punta. A volte sono stati più di uno, come nei meravigliosi anni ’80 (Maradona, Platini, Zico…). Per chi ha diverse primavere sulle spalle, è facile ricordare gli assi del pallone che, via via, si sono succeduti. Gli ultimi, in ordine di tempo, rispondono ai nomi di Messi e Cristiano Ronaldo (personalmente sempre considerato l’argentino una spanna sopra al portoghese ma è un personalissimo punto di vista). Da anni si parla di chi raccoglierà la pesante eredità di questi due mostri del pallone e, ad oggi, non c’è risposta…
Messi sta svernando negli Stati Uniti, CR7 gioca con il pallottoliere in Saudi Pro League ma nessuno, in Europa, il centro nevralgico del calcio, è riuscito a prendere il loro posto. Onestamente, nessuno si è manco avvicinato alla loro grandezza…
Penso a Mbappé. Il francese ha tutte le carte in regola per essere un “numero uno”, eppure sta faticando enormemente al Real Madrid, il club dei suoi sogni. Doveva essere la sua consacrazione a livello mondiale, non sta andando come immaginava. Che sia stato sopravvalutato al PSG? La speranza è che non sia così…
Al City c’è uno che fa valanghe di gol. Haaland è un fuoriclasse assoluto che può dominare un’era? In tanti non ne sono convinti (io per primo). Ci sarebbe Vinicius Jr., altro pezzo da novanta del Real Madrid. Bravissimo ma in determinati fondamentali. Non è Messi, per intenderci…
Magari Yamal, colui che è considerato il predestinato? Alla sua età sta facendo cose mirabolanti ma ne deve fare di strada per puntare al trono…
Ci sarebbe anche l’ultimo Pallone d’Oro, ossia Rodri (ora infortunato). Non me ne voglia nessuno… Parliamo di un centrocampista eccezionale ma non credo in grado di segnare un’epoca… E quindi? Quindi il calcio è cambiato e, probabilmente, questa è un’era in cui è più difficile, rispetto al passato, emergere in maniera chiara. Il talento non basta più, servono altre qualità e competenze. Non è un caso che il classico numero 10, il fantasista, sia praticamente estinto. Il gioco si è evoluto in maniera tale da rendere tutti più bravi in campo ma nessuno più bravo degli altri. Questa è una possibile chiave di lettura ma, forse, ne esiste un’altra ancor più semplice, ovvero che, in quest’era, non è ancora nato il campionissimo, quello che ci lascerà a bocca aperta, come accadde a me la prima volta che vidi giocare dal vivo Ronaldo (il fenomeno). Quindi, attendiamo, nella speranza che, prima o poi, arrivi qualcuno diverso dagli altri. Ne abbiamo bisogno perché il calcio, alla fine, è magico. Serve qualcuno che sia in grado di fare magie, come Messi (e CR7).
Messi sta svernando negli Stati Uniti, CR7 gioca con il pallottoliere in Saudi Pro League ma nessuno, in Europa, il centro nevralgico del calcio, è riuscito a prendere il loro posto. Onestamente, nessuno si è manco avvicinato alla loro grandezza…
Penso a Mbappé. Il francese ha tutte le carte in regola per essere un “numero uno”, eppure sta faticando enormemente al Real Madrid, il club dei suoi sogni. Doveva essere la sua consacrazione a livello mondiale, non sta andando come immaginava. Che sia stato sopravvalutato al PSG? La speranza è che non sia così…
Al City c’è uno che fa valanghe di gol. Haaland è un fuoriclasse assoluto che può dominare un’era? In tanti non ne sono convinti (io per primo). Ci sarebbe Vinicius Jr., altro pezzo da novanta del Real Madrid. Bravissimo ma in determinati fondamentali. Non è Messi, per intenderci…
Magari Yamal, colui che è considerato il predestinato? Alla sua età sta facendo cose mirabolanti ma ne deve fare di strada per puntare al trono…
Ci sarebbe anche l’ultimo Pallone d’Oro, ossia Rodri (ora infortunato). Non me ne voglia nessuno… Parliamo di un centrocampista eccezionale ma non credo in grado di segnare un’epoca… E quindi? Quindi il calcio è cambiato e, probabilmente, questa è un’era in cui è più difficile, rispetto al passato, emergere in maniera chiara. Il talento non basta più, servono altre qualità e competenze. Non è un caso che il classico numero 10, il fantasista, sia praticamente estinto. Il gioco si è evoluto in maniera tale da rendere tutti più bravi in campo ma nessuno più bravo degli altri. Questa è una possibile chiave di lettura ma, forse, ne esiste un’altra ancor più semplice, ovvero che, in quest’era, non è ancora nato il campionissimo, quello che ci lascerà a bocca aperta, come accadde a me la prima volta che vidi giocare dal vivo Ronaldo (il fenomeno). Quindi, attendiamo, nella speranza che, prima o poi, arrivi qualcuno diverso dagli altri. Ne abbiamo bisogno perché il calcio, alla fine, è magico. Serve qualcuno che sia in grado di fare magie, come Messi (e CR7).
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