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Milan, Furlani: "Mi chiesero di sostituire temporaneamente Gazidis, poi mi proposi a Cardinale"
Come Giorgio Furlani è diventato amministratore delegato del Milan? L'attuale Ceo rossonero lo ha raccontato nello studio di Harvard dedicato al club rossonero: "Nell'estate del 2021, Elliott mi chiede di sostituire temporaneamente Gazidis, quando era malato. Quindi, mentre lui era in ospedale, aiutavo a gestire le operazioni quotidiane. E poi quando Gerry ha preso in mano il club, sono andato subito da lui per fargli sapere che ero interessato a restare. Gli ho detto: 'Ho esperienza con il club, so come possiamo cambiare le cose e darei continuità'. Ho anche sottolineato che ho, tra virgolette, il suo DNA, ma anche che sono italiano e milanista.
L'unica cosa che mi mancava era l'esperienza come amministratore delegato, nello sport o altrove: non avevo quei requisiti. Gerry ha deciso di darmi una possibilità. Le persone che arrivano in cima alla gestione di club calcistici provengono in genere dal lato sportivo, sono esperti di calcio. A un certo punto potrebbero prendersi una pausa e diventare, diciamo, direttori sportivi, dove sono responsabili dell’acquisto dei giocatori. E se va bene, potrebbero ottenere più responsabilità nel tempo e insediarsi come CEO nel tempo. Ma tendono a non avere una formazione accademica o esperienza nel mondo degli affari. Ovviamente ho un profilo molto diverso".
Come si evolverà il suo ruolo? “
Voglio ancora essere io a negoziare gli accordi -sono ancora un po’ un ‘deal junkie’ (persona quasi dipendente dalle dinamiche di negoziazione e compravendita, ndr) - e non credo che nessuno possa aspettarsi che faccia la transizione completamente in questo tempo che ho trascorso come CEO. Mi sono posto una domanda quando ho riflettuto sull’opportunità: Cosa rimpiangerei sul mio letto di morte? Non aver sfruttato questa opportunità di guidare il club di cui sono stato tifoso sin da quando ero bambino, o buttarmici? Anche in una giornata come oggi, quando il nostro acerrimo nemico può vincere lo scudetto a casa nostra (il riferimento è allo scorso campionato, ndr), e anche con le minacce di morte che ho ricevuto, farei la stessa decisione”.
L'unica cosa che mi mancava era l'esperienza come amministratore delegato, nello sport o altrove: non avevo quei requisiti. Gerry ha deciso di darmi una possibilità. Le persone che arrivano in cima alla gestione di club calcistici provengono in genere dal lato sportivo, sono esperti di calcio. A un certo punto potrebbero prendersi una pausa e diventare, diciamo, direttori sportivi, dove sono responsabili dell’acquisto dei giocatori. E se va bene, potrebbero ottenere più responsabilità nel tempo e insediarsi come CEO nel tempo. Ma tendono a non avere una formazione accademica o esperienza nel mondo degli affari. Ovviamente ho un profilo molto diverso".
Come si evolverà il suo ruolo? “
Voglio ancora essere io a negoziare gli accordi -sono ancora un po’ un ‘deal junkie’ (persona quasi dipendente dalle dinamiche di negoziazione e compravendita, ndr) - e non credo che nessuno possa aspettarsi che faccia la transizione completamente in questo tempo che ho trascorso come CEO. Mi sono posto una domanda quando ho riflettuto sull’opportunità: Cosa rimpiangerei sul mio letto di morte? Non aver sfruttato questa opportunità di guidare il club di cui sono stato tifoso sin da quando ero bambino, o buttarmici? Anche in una giornata come oggi, quando il nostro acerrimo nemico può vincere lo scudetto a casa nostra (il riferimento è allo scorso campionato, ndr), e anche con le minacce di morte che ho ricevuto, farei la stessa decisione”.
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