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Correa è la prova che le big spendono troppo. E che le piccole non possono puntarciTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 13:06Serie A
di Andrea Losapio

Correa è la prova che le big spendono troppo. E che le piccole non possono puntarci

Joaquin Correa appare redivivo. Il gol contro l'Hellas Verona - più l'assist - potrebbe regalargli una seconda vita all'Inter, dopo essere stato fortemente voluto da Simone Inzaghi tre estati fa, salvo poi usarlo con il contagocce, o quasi, per poi prestarlo all'Olympique Marsiglia. Correa era stato pagato 30 milioni di euro, finendo poi dietro ai vari Lukaku, Dzeko, Alexis Sanchez e compagnia. Giusto o sbagliato che sia, in un attacco che può contare su Lautaro, Taremi e Thuram, più Arnautovic, lo spazio è poco.

Il problema però è un altro: le piccole non potrebbero permettersi Correa perché prende oltre 3 milioni di euro all'anno, figlio della scelta di pagarne 30 alla Lazio. Quindi un Bologna, un Atalanta, un'Udinese non punteranno mai su un giocatore che è reduce da un paio di stagioni non straordinarie, anche se continua a indossare la maglia della nazionale dell'Argentina. Perché Correa poteva diventare Campione del Mondo, pur non essendo il titolare da oltre un anno e mezzo con l'Inter. Si può sperperare così un valore? Certo che sì.


Il nostro campionato non è divertente per questo motivo. Cioè gli ottimi giocatori come Correa vengono bruciati da un anno non straordinario in una big dove, però, prende stipendi molto più alti di quelli che una società di mezza classifica può dare per chi viene rilanciato. Per dire: la Fiorentina ha preso Kean, 24 anni, puntandoci in un momento particolare della sua carriera. Ma da 3,7 milioni è andato a guadagnarne 2,2, un balzo del gambero per cercare di rilanciarsi. Non sempre però c'è chi vuole prendere la rincorsa per brillare più di sempre. Ed è anche normale, quando verranno pagati sempre stipendi del genere.