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Albertini: "Perché il Milan non si esprime come nel derby anche nelle altre gare?"
Demetrio Albertini, ex centrocampista del Milan, è intervenuto a margine del 'Festival dello Sport' di Trento ai cronisti presenti in mixed zone, tra cui l'inviato di TMW: "Tutti i giorni a Milanello si costruiva quello che era il gruppo con una filosofia dettata dalla società e dei valori incredibili. Per arrivare alla vittoria serve il mix giusto tra società, allenatore, giocatori e tifosi. Lì abbiamo sposato in pieno la linea disciplinare di
Perché ti chiamano 'Il Professore'?
"Bisognerebbe chiederlo ad Ariedo Braida (ride, ndr). Avendo iniziato molto giovane, sembrava che giocassi come un professore già da piccolo e Braida mi mise questo soprannome".
Morata può essere il leader del Milan?
"Poche volte ho vissute degli spogliatoi in cui c'era un solo leader. In un gruppo così ampio e diverso non si può pensare a una persona sola. Per i valori e le responsabilità non è giusto addossare tutto a una singola persona. Io credo che serva un gruppo che riesce a gestire la filosofia, i comportamenti, gli obiettivi. E che diventi il trasferimento di ciò che dice il mister".
Al Milan serve più disciplina?
"Leggendo da fuori credo che ci sia qualcosa più nei comportamenti che nei valori della squadra. Ci sono stati diversi episodi che fanno capire che c'è qualcosa che non sta andando per il verso giusto".
La vittoria del derby può far ripartire la stagione?
"Secondo me no, perché diventa difficile pensare alla continuità se dopo una vittoria torni a fermarti. Se il Milan è quello che ha già fatto vedere nel derby, perché non riesce a essere lo stesso anche nelle altre partite?".
Cosa pensi della questione Theo Hernandez e del caso che si creò per non aver partecipato a una riunione tecnica con Fonseca?
"Una cosa è dissetarsi e una cosa è sentirsi parte del gruppo. Da giocatore avrei preferito che fosse con gli altri compagni vicino alla panchina anche se era entrato da poco tempo".
Perché ti chiamano 'Il Professore'?
"Bisognerebbe chiederlo ad Ariedo Braida (ride, ndr). Avendo iniziato molto giovane, sembrava che giocassi come un professore già da piccolo e Braida mi mise questo soprannome".
Morata può essere il leader del Milan?
"Poche volte ho vissute degli spogliatoi in cui c'era un solo leader. In un gruppo così ampio e diverso non si può pensare a una persona sola. Per i valori e le responsabilità non è giusto addossare tutto a una singola persona. Io credo che serva un gruppo che riesce a gestire la filosofia, i comportamenti, gli obiettivi. E che diventi il trasferimento di ciò che dice il mister".
Al Milan serve più disciplina?
"Leggendo da fuori credo che ci sia qualcosa più nei comportamenti che nei valori della squadra. Ci sono stati diversi episodi che fanno capire che c'è qualcosa che non sta andando per il verso giusto".
La vittoria del derby può far ripartire la stagione?
"Secondo me no, perché diventa difficile pensare alla continuità se dopo una vittoria torni a fermarti. Se il Milan è quello che ha già fatto vedere nel derby, perché non riesce a essere lo stesso anche nelle altre partite?".
Cosa pensi della questione Theo Hernandez e del caso che si creò per non aver partecipato a una riunione tecnica con Fonseca?
"Una cosa è dissetarsi e una cosa è sentirsi parte del gruppo. Da giocatore avrei preferito che fosse con gli altri compagni vicino alla panchina anche se era entrato da poco tempo".
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