
Inchiesta ultras, Lucci: "Salvini mi ha chiesto foto, io di estrema sinistra"
Milano, 15 apr. (LaPresse) - "Sono sempre stato di estrema sinistra, la foto con Matteo Salvini nemmeno la volevo fare, me l'ha chiesta lui". È quanto ha detto, in sintesi, il capo ultras del Milan, Luca Lucci, oggi nel processo per associazione a delinquere alle curve di San Siro in aula bunker a San Vittore. In un passaggio del suo esame, il 43enne è voluto tornare sulle celebre foto scattata all'Arena Civica di Milano nel dicembre 2018, in occasione della festa per i 50 anni della Curva Sud. Un'immagine che lo ritrae sorridente stringersi la mano con l'allora ministro dell'Interno del governo Conte 1. Il 'toro', rispondendo alle domande degli avvocati Jacopo Cappetta e Alessandro Diddi, ha raccontato che, data la sua storica 'appartenenza' a movimenti della sinistra antagonista, non avrebbe nemmeno voluto far entrare il leader della Lega alla festa, ma gli venne risposto che era impossibile.
Lucci in aula è tornato a difendersi dalle accuse dell'inchiesta 'Doppia Curva' nata dalle indagini di squadra mobile di Milano e Gico della guardia di finanza. Ha negato di essere il capo di un gruppo organizzato dedito alle estorsioni e i pestaggi, sostenendo invece di arrabbiarsi di fronte a fatti violenti che sfuggivano dal suo controllo e potevano attirare l'attenzione negativa sugli ultras di media e forze dell'ordine. Ha ribadito di aver fatto i soldi con la droga e non con la Sud, di cui era certo un punto di riferimento, ma che non ha mai utilizzato per arricchirsi, facendo anzi attività di volontariato. Lucci tornerà a rispondere alle domande dei difensori e del pubblico ministero Paolo Storari alle prossime udienze del 9 e 15 maggio.
Oggi, davanti alla gup Rossana Mongiardo, nel processo con rito abbreviato dove sono contestati i traffici illeciti intorno al Meazza, gli appalti pilotati sui parcheggi di San Siro e di Verona Fiere e i fatti di sangue del tifo organizzato milanese, è stato riunito il filone sull'omicidio di Antonio Bellocco, 'ndranghetista ucciso dal leader della Curva Nord, reo confesso e collaboratore di giustizia, Andrea Beretta, il 4 settembre 2024 a Cernusco sul Naviglio.
Dopo ampia discussione la gup ha respinto la richiesta dell'avvocato di parte civile per la moglie di Bellocco, l'ex pm Antonio Ingroia, che chiedeva di contestare le "aggravanti" da ergastolo di "premeditazione, motivi abietti e crudeltà" per spostare il processo in corte d'assise impedendo che venga celebrato con rito abbreviato e il relativo sconto di pena. Bagarre in mattinata quando l'ultras Enzo Anghinelli, parte civile per il tentato omicidio di cui è stato vittima nel 2019, ha estratto un cellulare in aula bunker per fotografare gli imputati chiusi nella gabbia. Ne sono nati diverbi e insulti e il pm ha ordinato agli agenti della polizia penitenziaria di 'sequestrare' il telefono, cancellare le foto e restituirlo ad Anghinelli che giovedì dovrebbe testimoniare nel filone con rito ordinario in Tribunale a Milano a carico di tre ultras del Milan, fra cui Cristian Rossello e Francesco Lucci, fratello del leader della Sud.







