
Guida alla sopravvivenza per il tifoso rossonero per questo finale di stagione
Proviamo a fare mente locale su cosa è successo e cosa sta succedendo in questa annata rossonera per poter affrontare nel miglior modo possibile, e ci riferiamo ai tifosi che inevitabilmente soffrono, un finale di stagione che sembra infinito.
Ad inizio stagione il Milan, che aveva concluso la precedente tra le polemiche del tifo organizzato e salutando Pioli, mettendo fine ad un ciclo di cinque anni che ha riportato la squadra al top, sceglie Lopetegui come successore del tecnico parmense. Anzi no, dietrofront. Lopetegui non si fa più e i tifosi tirano un sospiro di sollievo, sognando addirittura profili come Conte o De Zerbi. Il Milan invece sceglie Paulo Fonseca, che aveva appena salutato il Lille. La sterzata ambientale che sarebbe servita dopo che l’Inter aveva vinto lo scudetto nel derby, quello della stella, non è arrivato. Come sono i primi mesi di Fonseca al Milan?
Folli. Folli come la sconfitta alla seconda giornata contro un Parma modestissimo e folli come il caso, definito da Furlani “Non evento”, del cooling break di Lazio-Milan, quando Theo e Leao, che avevano cominciato dalla panchina, si erano rifiutati di avvicinarsi all’allenatore insieme al resto della squadra durante la pausa per rifocillarsi. Arriva però il derby vinto al 90esimo con incornata vincente di Gabbia: una partita contro l’Inter giocata finalmente con efficacia e coraggio. Arriva la notte di Madrid, dove il Milan espugna 1-3 il Bernabeu. Poi però c’è il 3-3 a Cagliari, c’è la vittoria striminzita in Champions contro la Stella Rossa e lo sfogo violentissimo di Fonseca nel post partita contro tutta la squadra. Theo paga un po’ per tutti e nelle successive sfide finisce in panchina.
C’è la “festa” per i 125 anni del Club che finisce tra i fischi e la contestazione del tifo organizzato, che va a contestare proprietà, dirigenza e squadra anche nella festa privata: i giocatori si prendono i cori e i fischi, la dirigenza sfugge a tutto questo usufruendo di entrate secondarie, il proprietario, Cardinale, né si presenta e né manda un messaggio per questo avvenimento importante.
C’è poi, a fine anno, l’esonero di Fonseca dopo un Milan-Roma che finisce in parità e in cui, per l’ennesima volta in stagione, i rossoneri si sentono danneggiati per alcune decisioni arbitrali. Fonseca viene mandato a parlare in conferenza stampa da esonerato per un autogol mediatico di dimensioni gargantuesche.
C’è l’arrivo di Conceiçao, che in 3 giorni prepara la Supercoppa Italia a Riyad vincendo in rimonta prima contro la Juventus e poi contro l’Inter in finale, riportando in Italia un trofeo che mancava da tanti anni.
C’è sempre il solito Milan, che non sfrutta mai le sliding door positive della stagione e torna nella mediocrità di risultati e prestazioni. C’è l’uscita dalla Champions League che arriva in modo tragicomico contro Dinamo Zagabria e Feyenoord in una sagra dell’orrido tra tanti errori individuali e approcci inaccettabili.
C’è un mercato importante che porta nuovamente entusiasmo e giocatori, sulla carta, forti. La fiamma accesa da questi colpi si è spenta quasi immediatamente, cancellando ogni forma di entusiasmo a causa di risultati altalenanti.
Ci sono Conceiçao e Calabria che quasi arrivano alle mani in campo post Milan-Parma, vinta in rimonta dai rossoneri nei minuti di recupero. C’è il “collaboratore-gate”, con l’ex portavoce del tecnico portoghese che fa filtrare alla stampa una lista di evidenti insoddisfazioni e problemi che l’allenatore deve fronteggiare quotidianamente a Milanello. Conceiçao smentisce tutto, prende le distanze e allontana il collaboratore, promettendo di portarlo in tribunale. Ci sono le tre sconfitte consecutive contro Torino, Bologna e Lazio.
C’è il tema nuovo stadio: dopo anni, anni, anni e anni si è tornati al punto di partenza e alla proposta originale a San Siro con l'Inter. Con tanti saluti a San Donato. C’è il presidente dell’AC Milan che in mondovisione, nel 2025, usa la parola “handicappati”.
C’è uno stadio ormai ostile ed una frattura importante tra squadra e tifo organizzato. Ci sono ancora le semifinali di Coppa Italia contro l’Inter e una rincorsa Champions che, per quanto disperata possa sembrare, può ancora avvenire. E quindi, all’alba di una pausa nazionali che sicuramente porterà siscuramente polemiche e veleni, il tifoso rossonero come deve porsi verso quanto rimane da giocare?
All’inizio del pezzo pensavamo di avere in mente qualche consiglio intelligente, qualche osservazione arguta, ma rivivendo attraverso le parole tutto il guazzabuglio di situazioni che si sono rincorse quest’anno è difficile trovare parole adatte per dare speranza.
Certo, vedere Pulisic e Reijnders trascinare la squadra a suon di gol e assist per qualche minuto fa dimenticare di tutto il resto… Salvo poi far risvegliare un senso di rabbia difficile da domare: ma è possibile ridursi in questo stato con una squadra che ha questo tipo di talento? A fine anno va tracciata una linea netta, nettissima, e ricominciare quel processo di crescita costante che ha caratterizzato gli ultimi anni.
Ma intanto a fine anno bisogna arrivarci, in un modo o nell'altro. Tutti devono fare il proprio, magari ingoiando un po' il rospo per il bene dell'unica cosa che conta veramente: il Milan. Si può e si deve sopravvivere: ci si è riusciti fino ad ora nonostante un'infinità di situazioni paradossali, ci si può riuscire anche per i prossimi due mesi e mezzo.







