Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomoempolifiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliparmaromatorinoudinesevenezia
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / milan / Editoriale
Ibra e Gerry, due cuori in affitto. Conceiçao con la valigia. Nuovo stadio perso ai dadi. Ma il problema è Leao…TUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00Editoriale
di Luca Serafini
per Milannews.it

Ibra e Gerry, due cuori in affitto. Conceiçao con la valigia. Nuovo stadio perso ai dadi. Ma il problema è Leao…

Quante volte abbiamo (ho) detto e scritto che non c’è nessun giallo - a parte il colore delle fiamme della Finanza italiana, che perdono tempo sollecitate da una misteriosa entità - nel closing Elliott-RedBird del 2022? Operazione di alta finanza alla luce del sole. Niente inghippi, niente inciuci, nessun mistero. Eppure le narrazioni continuano a stupirsi, ridisegnare, rivelare qualcosa che è invece assai chiaro. 

Supponiamo che vi propongano di acquistare una casa, ma non avete (o non volete metterci…) i soldi. Il proprietario ve li presta (quindi simultaneamente li prendete e glieli ridate…): potrete abitarla quella casa, ma tecnicamente sarete in affitto e alle riunioni condominiali continuerà ad andarci il proprietario. Il quale vi ha imposto la convivenza con un suo uomo di fiducia che controllerà bollette, consumi, pigione, lavoretti di manutenzione. Persino cosa e quanto mangiate. Voi avrete l’impegno di migliorare la casa per poterla rivendere. 

Dunque se decidete di rifare i balconi, sarà il proprietario a decidere a) se i balconi vanno rifatti b) a quale impresa eventualmente affidare i lavori. 
Quindi non è che Cardinale abbia investito Furlani (condoglianze per la perdita della mamma) di nuovi poteri: è Furlani che è andato a New York a ricordargli di averli già. Quindi Tare e l’allenatore (che poi lo stesso Igli avrebbe dovuto scegliere), spariscono d’incanto. Quindi il direttore sportivo lo designerà Furlani, così i pranzi londinesi di Ibra e Cardinale con Berta, Paratici e Tare verranno ricordati come simpatiche occasioni di convivio. E basta. Era difficile immaginare che Gerry e Zlatan stessero agendo di soppiatto o comunque senza coinvolgere Furlani, da qui il mio “Tare sorpassa tutti”: invece era esattamente quello che stava accadendo. Tare lo avevano scelto Gerry e Zlatan senza coinvolgere Giorgio. Adesso, tanto per cambiare, si riparte da zero. Amen. 

Tutto questo anche per dire che Conceiçao traghetterà fino a giugno: oltre alla Coppa Italia (vinta), avrebbe potuto salvarlo il 4. posto, ma al trofeo mancano 2 derby e casomai la finale, mentre al piazzamento Champions abbiamo smesso di pensare. Per di più non è che Sergio stia facendo granché per guadagnarsi fiducia futura a prescindere: Tomori, Fofana, Leao e lo stesso Pulisic in panchina non aiutano, dato anche il risultato scadente sul piano del gioco e dei punti. L’ostinazione sul vaporoso Joao Felix completa un quadro scolorito, nervoso, appeso storto al muro.  È un continuo ripetere: “L’allenatore ha sempre la valigia pronta”, mai una volta che si sia sentito: “Voglio stare qui a lungo per vincere”. Prospettive.

Come quelle del nuovo stadio: oggi San Donato, domani San Siro, poi di nuovo San Donato e adesso San Siro. Una partita a dadi. Politica e burocrazia stanno vincendo anche a ‘sto giro, non bastano potenze inglesi e americane a sradicare dal terreno fangoso certi retaggi: questo è un Paese (da decenni, sia chiaro, quale che sia la compagine di Governo) che può scialacquare tutto il denaro che vuole in missili, carri armati, parchi destinati a puttane e drogati, stipendi dei parlamentari, ma non vuole spendere nemmeno un euro per un impianto sportivo. A meno che, naturalmente, non ci siano all’orizzonte un Mondiale o un’Olimpiade invernale: allora compaiono magicamente piatti di lasagne e mattoni per tutti. 

Elliott, RedBird, Scaroni alla fine sono cascati nella trappola Sala, le volpi catturate dal pollo: una favola al contrario, non fossimo in Italia dove tutto finisce in burla, in vacca, così che ci possano ruminare i vari Crozza nei loro teatrini. 

Ma la colpa è comunque sempre, solo, assolutamente di Rafa Leao: chissenefrega degli assist e dei gol, del suo peso decisivo nel destino del Milan da anni a questa parte, del suo stile sereno. Dovrebbe avere un’armatura medioevale, la faccia di Gattuso, la spada del gladiatore, gli strappi continui di un elastico, la resistenza di un maratoneta, la ferocia di un criminale, la continuità di un passista, i gol di Haaland e gli assist di Rivera. 

Allora sì che avremmo uno stadio nuovo tutto nostro, un presidente in tribuna, un direttore sportivo sempre in viaggio, Klopp in panchina, un centrocampo tecnico e muscolare, una difesa imperforabile… E saremmo lì a lottare per lo scudetto, saremmo ai quarti di Champions. Non fosse per Rafa Leao, sarebbe tutta un’altra storia. Mannaggia a lui. 

Vendiamolo stasera, al più tardi domattina.