MN - Vidigal sceglie tre aggettivi per definire Conceiçao: "Tenace, coerente e determinato"
Stiamo imparando a conoscere Sergio Conceiçao come allenatore, dopo averlo apprezzato in Serie A da calciatore. In pochi giorni abbiamo potuto percepire la tensione dei suoi pre-partita (chiedere ai colleghi di Sky e DAZN), quella nel corso della partita, vissuta senza giacca anche con temperature invernali, ma anche i post partita con i festeggiamenti post-Supercoppa che hanno fatto il giro d'Italia e non solo. Per comprendere meglio il tecnico rossonero abbiamo contattato chi nel corso della carriera l'ha sfidato più volte nel campionato portoghese, come Lito Vidigal, che ha guidato l'altra squadra di Porto (il Boavista) e lo ha battuto alla guida del Maritimo. Ecco le sue parole in esclusiva a MilanNews.it.
Molti lo paragonano ad Antonio Conte e Diego Simeone: concorda?
"Non mi piace molto fare paragoni. Penso che quello che possiamo fare è analizzare le carriere dei diversi allenatori. Pur riconoscendo un grande talento e lavoro in Conte e Simeone, mi sembra che Sérgio abbia delle possibilità di andare oltre, soprattutto perché è più giovane di entrambi ed è in una fase ascendente della sua carriera. Ha più energia, più forza, più volontà e più desiderio. Mi sembra, senza sottovalutare Conte e Simeone, che sono grandi allenatori del calcio mondiale, che Sérgio abbia il potenziale per diventare un allenatore superiore dei nomi già citati".
Leao e Theo Hernandez hanno avuto problemi con Paulo Fonseca, conoscendo anche la panchina. Cosa si aspetta da Conceição nella gestione dello spogliatoio?
"Credo che la cosa più importante sia sempre la squadra. I singoli giocatori sono importanti, ma ciò che conta davvero è la squadra. Penso anche che i giocatori, con il loro talento e la loro gioventù, ci chiedano non solo di essere allenatori ma anche di essere educatori. Ho provato a farlo anche nella mia carriera, ho fatto l'educatore dei giocatori. Cerco spesso di comportarmi come un padre. Cerco di essere un padre per questi giocatori perché a volte, a causa della loro situazione, essendo trattati come delle star, perdono il contatto con la vita reale. Uno dei miei ruoli come allenatore è aiutare i giocatori a capire che la vita reale è molto diversa da quella di un calciatore. La vita di un calciatore è molto breve, molto veloce, una carriera di 10-12 anni. Cristiano Ronaldo sta provando a cambiare questa prospettiva, ma è un caso unico, un genio. È importante che alcuni giocatori lo capiscano subito e gestiscano bene la propria carriera. Altri hanno più difficoltà a capirlo. È allora che entra in gioco il ruolo paterno. Ho figli, figli e figlie, e spesso dico loro che il mio ruolo è, prima di tutto, quello di essere padre. Il mio ruolo di padre è quello di educare. Più tardi potrò essere un amico, ma il mio primo ruolo è quello di educare e prendo sul serio questa responsabilità. Ciò significa che devo prima educarli e poi, se possibile, essere loro amico. Questo è anche il modo in cui lavoro con i giocatori. Mi sembra che Sérgio la pensi allo stesso modo. Sérgio ha una famiglia numerosa ed è una persona che ha costruito anche la sua carriera con grande impegno. Mi sembra che Sergio gestirà i suoi giocatori nello stesso modo in cui gestisce i suoi figli. Sempre in modo paterno, responsabilizzandoli e aiutandoli a capire che oltre ad essere calciatori e professionisti, devono essere anche uomini e, in futuro, responsabili delle loro famiglie. Presumo che questo sia il modo in cui Sérgio gestirà questi giocatori e il loro ego".
Se dovesse definire Conceiçao con uno o più aggettivi?
"Ne scelgo tre: tenace, coerente e determinato".
Il Portogallo è terra di allenatori di successo: José Mourinho, naturalmente, Più di recente Ruben Amorim. Ovviamente Conceiçao ma in passato anche altri come Villas-Boas, oggi presidente del Porto. Come se lo spiega, per un paese di poco più di 10 milioni di abitanti?
"Mourinho rimane il migliore al mondo, per i suoi risultati e per i titoli che ha vinto. E questo non può essere cancellato. Il calcio si evolve e Mourinho continua ad evolversi. Ha vinto in passato, vincerà in futuro. Vincerà sempre in futuro perché è uno dei migliori al mondo. Per quanto riguarda la scuola portoghese di allenatori, penso che gli allenatori portoghesi siano molto forti, molto bravi, molto competitivi. Questo perché trovano sempre il modo di adattarsi e trovare soluzioni. Mi sembra anche che la grande differenza sia la formazione teorica in Portogallo, che è molto forte. Le persone che organizzano, rappresentano e conducono la formazione degli allenatori di calcio in Portogallo sono molto ben preparate, intellettualmente sviluppate e capaci di interagire con i professionisti. Questo è un grande vantaggio: coniugare teoria e pratica, il che è molto importante. Inoltre, l’integrazione della formazione calcistica nelle università. Penso che il Portogallo sia un pioniere in questo senso. Questo è un grande vantaggio per gli allenatori portoghesi perché combinano la conoscenza pratica con quella accademica e teorica. Mi sembra che questo sia un grande punto di forza. Gli allenatori portoghesi sono preparati, adattabili e competenti per allenare in qualsiasi paese e continente. Otterranno sempre risultati migliori degli altri perché hanno la conoscenza pratica, la conoscenza teorica e l'adattabilità culturale del popolo portoghese. Sembra che questo sia il loro più grande vantaggio".