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Conceiçao, la rivoluzione inizia adesso. Theo e Rafa, il destino nelle proprie mani. Mercato e stadio, settimane decisiveTUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00Editoriale
di Luca Serafini
per Milannews.it

Conceiçao, la rivoluzione inizia adesso. Theo e Rafa, il destino nelle proprie mani. Mercato e stadio, settimane decisive

Nemmeno antichi soloni da sgabello come me, possono spiegare con precisione cosa sia accaduto in una delle settimane più incredibili vissute raccontando il Milan da quasi 40 anni. Una scossa elettrica, d'accordo. Un paio di aggiustamenti nell'assetto, va bene (ma quel Reijnders arretrato con Bennacer spostato e Fofana imbrigliato, nel primo tempo della Juve non funzionavano...). Qualche accorgimento tattico, ok. Non sono elementi sufficienti però per capire come il Milan sia riuscito ad arrivare 4° a Riyad e tornare a Milano 1° con la Supercoppa in braccio, dopo aver rifilato 5 gol tra bianconeri e nerazzurri. Alchimia, energia, destino soprattutto. Quante volte abbiamo atteso una svolta dal gennaio 2023? Quante volte ci si è illusi che lo fosse una vittoria, o addirittura una sconfitta? Gli spartiacque in realtà non si sono mai verificati e i rossoneri hanno continuato a navigare a vista tra onde e calma piatta, tra sole e tempesta, senza mai una rotta precisa, una meta credibile. 

Sergio Conceiçao avrà tutta la carica della terra, sarà un piccolo Conte, un nipote di Capello, fate il paragone che vi pare, ma non ci sono bacchette magiche nel calcio e personalmente nella sorte non ho mai creduto, relativamente allo sport. Un episodio può girare in un senso o nell'altro, specie se sei tu a determinarlo, ma non puoi battere 2 volte l'Inter in pochi mesi, il Real Madrid a casa sua, la Juventus che stava meglio, se non ci sono dei valori che stavano là sotto e che hai saputo, e potuto, tirare fuori al momento giusto. La questione è tutta qui: ora quei valori, se esistono davvero e se sono assoluti, vanno esposti e rimessi in campo in ogni occasione perché questo fanno le grandi squadre. O questo fanno, semplicemente, le squadre. 

La rivoluzione del nuovo allenatore inizia soltanto adesso, con qualche giorno di lavoro tra una partita e l'altra, con la conferenza stampa prima della rifinitura a San Siro, con il ritiro pre-gara a Milanello. Metodi. Non ho mai creduto ai ritiri punitivi, ma ho sempre pensato che il ritiro il giorno che precede la partita sia cosa buona e giusta. Aiuta certamente la convivenza, la conoscenza, la concentrazione se non altro perché evita distrazioni. Sarà anche una rivoluzione di campo, ma più lenta perché Coinceçao ha necessità di conoscere a fondo la rosa completa. Ha già iniziato rispolverando Tomori e il solo fatto che questo lo abbia di fatto sfilato dalle grinfie della Juventus, è un ottimo risultato. Sta puntando su Musah come l'ultimo Fonseca, avendolo entrambi individuato come un plausibile equilibratore: resto convinto che non appena Bennacer dovesse assimilare i dettami, sarà lui a iniziare le partite.

Bisogna capire se il momento opaco di Morata necessiti il ricambio di Abraham o al limite di Camarda, per il resto è tutto chiaro. Il destino di Theo e Rafa è tornato nelle mani di Theo e Rafa: le critiche, le panchine, i malumori devono essere seppelliti. E' il momento di svoltare per sé stessi e per la squadra. Svoltare per imboccare la strada maestra. Per me sono loro i due più forti, un gradino sopra Pulisic e Reijnders, Maignan e l'accorrente Fofana. Per me sono loro due gli spaccapartite, i rompiequilibrio, le differenze possibili...

Il pubblico di San Siro sabato celebrerà la Supercoppa che non è una conquista banale, per i numeri statistici dei trofei che gonfiano la bacheca del club (50), per il significato delle 2 partite vinte, per il modo con cui è stata portata a casa. Continuo a non condividere né la formula né la sede, ma - come ho scritto giorni fa - chi vince gode comunque. Il pubblico di San Siro è pronto a sostenere la squadra contro un avversario non facilissimo come il Cagliari. Non è una tregua, semplicemente la conseguenza di una settimana di Festività tra Natale, Capodanno e l'Epifania che nessun milanista avrebbe potuto sognare. Per mitigare il malumore e spegnere le contestazioni bisogna lavorare ancora: sul campo, ma anche nel dialogo, nella comunicazione, sul mercato per aiutare il tecnico e per dare segnali. Le opportunità ci sono, coglierle significa trasmettere messaggi importanti a tutto l'ambiente che nelle prossime settimane vuole anche conoscere quale sarà lo stadio del futuro. Sul questo piatto, a questo giro, bisogna essere pronti a fare all-in.