PAGELLE - Scusate il ritardo... E' tornata la THEAO, Pulisic un alieno. La firma Conceiçao
Le stavate aspettando, si sono fatte attendere, c'è voluto un po' di tempo per mettere in ordine tutto. Ecco a voi le pagelle del Superderby che ha portato il Milan a vincere la Supercoppa Italiana contro l'Inter con una rimonta spettacolare.
MAIGNAN 7.5: una parata devastante su Dimarco nel primo tempo che dà un segnale. Poi prende due gol sui quali non può fare nulla, ma la sua leadership si fa sentire. Reattivo sul palo di Carlos Augusto nel togliere il pallone dalla porta. Attentissimo negli ultimi assalti.
EMERSON ROYAL 6: sul gol dell’1-0 è messo fuori posizione dall’errore di Jimenez. Nel resto della partita non fa grandi errori. (dall’87’ CALABRIA SV)
TOMORI 6: strappa la sufficienza, anche se sul gol di Taremi si perde la linea insieme a Thiaw. Tuttavia tiene alta la concentrazione dentro tutta la gara.
THIAW 7: tanti salvataggi sporchi, ma efficaci. Balla con Theo sul gol di Lautaro, ma non è una macchia che può sporcare una prestazione di alto livello che conferma la sua crescita costante e continua.
THEO HERNANDEZ 8.5: è tornato. Lo si vede dallo sguardo, dalla corsa, da come mette giù la testa e sgasa fregandosene di prendersi a mazzate gratuite con Dumfries. Anzi. Vince i mindgames contro l’olandese e ara la fascia sinistra come non lo si vedeva da tempo. Trova il gol del 2-1 con una punizione all’arsenico, serve a Pulisic l’assist del gol del 2-2 e poi, nel finale, fa tanta densità nel respingere gli assalti conclusivi dell’Inter. Era una questione di feeling? Sì, era una questione di feeling. Bentornato TGV.
MUSAH 6.5: corre come un dannato facendo un lavoro sporco, ma utilissimo alla squadra. Non avrà piedi educati, ma con l’arrivo di Conceicao sembra aver svoltato anche lui a livello di testa e butta tutto sul campo. (dal 77’ ABRAHAM 7: segna il gol del godimento dell’Epifania. Uno dei più facili della sua carriera, ma anche uno di quello che lasciano il segno per sempre perché se la Supercoppa è rossonera è perché c’è lui a metter dentro l’assist di Pulisic).
FOFANA 7.5: semplicemente mostruoso. Non sbaglia praticamente niente, recupera un quantitativo industriale di palloni e vince il duello a distanza con i dirimpettai interisti. Fa da solo quello che di la fanno Barella e Calhanoglu, lasciando a Reijnders la possibilità di esprimersi al meglio. Una diga invalicabile e che dà una sicurezza epica alla squadra.
REIJNDERS 6: va a due velocità. Quella del primo tempo dove fa sbrilluccicare la sua classe salvo poi “piolizzarsi” quando manda fuori, con il sinistro, un numero da circo. Nella ripresa scende un po’ di tono e Conceicao, senza paura, lo capisce e lo toglie. (dal 77’ LOFTUS-CHEEK SV)
JIMENEZ 5.5: purtroppo scende sotto la sufficienza per l’errore che arriva l’azione del gol dell’1-0 dell’Inter mandando nella pattumiera il piano gara per il secondo tempo. Ma per 44 minuti si è visto un giocatore vero, attivo, cattivo, smaliziato. Si attende di vederlo terzino a destra. (dal 50’ LEAO 8.5: Conceicao non lo fa nemmeno entrare negli spogliatoi, lo manda a scaldarsi subito e lui, quando entra, ha gli occhi di chi sa che può e deve fare la differenza. Si prende la punizione che Theo tramuta nel gol del 2-1, poi mette in porta Reijnders il cui tiro è murato da Bastoni di faccia. Bisseck e Dumfries non gli stanno mai dietro. E quando vede Theo con quello sguardo lì, che solo loro hanno, devasta la fascia).
MORATA 6: arriveranno tempi migliori dal punto di vista realizzativo, ma ha attitudine e mentalità da vendere. Non molla mai e tiene sulle spine la difesa nerazzurra non dando mai un punto di riferimento vero a De Vrij.
PULISIC 8.5: che giocatore signori. Un Campione vero, di quelli che alzano il loro livello di prestazioni quando le partite diventano vere. Un gol bellissimo, forse il più bello di serata come cifra stilistica, che agguanta il pareggio. Poi, quando mancano due giri d’orologio, apparecchia la tavola per Abraham per il gol che fa esplodere di gioia la Milano rossonera. Quella che conta.
ALL. CONCEICAO 8: chiamato al capezzale di una squadra sull’orlo del baratro si è presentato con il suo metodo. È entrato fin da subito nel cranio dei suoi calciatori, che lo hanno ripagato con due rimonte epiche. Azzecca i cambi nella ripresa, non si fa prendere dallo sconforto dopo il 2-0 di Taremi e ha mentalizzato tutta la squadra. Capolavoro.