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Serafini: "L’esonero di Fonseca, che ha stupito di più nella tempista e nei modi, mette tutti con le spalle al muro"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
lunedì 30 dicembre 2024, 18:50News
di Manuel Del Vecchio
per Milannews.it

Serafini: "L’esonero di Fonseca, che ha stupito di più nella tempista e nei modi, mette tutti con le spalle al muro"

Per parlare dell'esonero di Fonseca, oltre che della forte contestazione che permea tutto il mondo rossonero, è intervenuto a Sky Sport 24 Luca Serafini. Queste tutte le sue dichiarazioni sull'argomento:

"L'allenatore si può esonerare, il giocatore si può vendere mentre la società deve avere delle condizioni, non è che stasera Cardinale dopo la contestazione telefona a qualcuno e gli chiede se vuole il Milan. È un processo lungo che prevede anche l’asse del nuovo stadio e quindi non è un’operazione molto semplice. Certo che questa insurrezione, che non è la prima perché Fonseca non è stato il successore di Pioli ma il successore di Lopetegui, che a seguito dell’insurrezione popolare non fu preso. Oggi con tutto quello che sta succedendo intorno al Milan, uno scorticamento globale, qualcosa bisogna fare. L’esonero di Fonseca, che ha stupito di più nella tempista e nei modi, mette tutti con le spalle al muro. Non solo Fonseca, ma anche la dirigenza, società e giocatori. Qualcuno deve alzare la mano e spiegare. Nella scelta dell’allenatore che arriva alla fine di un ciclo come quello di Pioli non è che prenderne uno invece che un altro è garanzia di vittoria, però nella scelta di un tecnico dai un messaggio.

Pioli era un po’ come Baroni alla Lazio oggi, l’uomo giusto al posto giusto al momento giusto, c’è stata una simbiosi e una lievitazione reciproca. Quando tu sostituisci Pioli devi mandare un messaggio. Il messaggio con Fonseca, anche nei confronti della squadra, non è stato quello di un salto in alto. È stato quello di una prosecuzione di lavoro che se va, va. E se non va, non va. E questo l’ambiente l’ha recepito da subito. Si è poi scoperta la clausola sul licenziamento dopo sei mesi, è una fiducia a tempo. Un progetto deve essere supportato, difeso, spiegano, protetto. Invece si sono passate le giornate per vedere se andavano a Milanello i dirigenti, c’è sempre la sensazione che i giocatori abbiano bisogno di una balia e l’allenatore di una sentinella. Non deve essere così”.