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tmw / milan / Primo Piano
ESCLUSIVA MN - Terracciano, parla il padre: "Milan, un salto importante. Aveva bisogno di tempo"
Oggi alle 16:00Primo Piano
di Gaetano Mocciaro
per Milannews.it

ESCLUSIVA MN - Terracciano, parla il padre: "Milan, un salto importante. Aveva bisogno di tempo"

A Verona è stato il titolare a sorpresa di Paulo Fonseca, soprattutto per la collocazione: centrale di centrocampo nel 4-2-3-1. Filippo Terracciano si sta trasformando nel jolly per tutte le stagioni per il tecnico portoghese e sta risalendo le gerarchie, dopo essere stato praticamente in naftalina in tutto il periodo Pioli. Quella del "Bentegodi" è stata una partita speciale per il giocatore, essendo veronese di nascita e di formazione calcistica. Ed essendo il padre, Antonio, anch'egli veronese di nascita ed ex giocatore Hellas. Proprio Terracciano Senior è intervenuto ai microfoni di MilanNews.it per raccontare il primo anno in rossonero del figlio e la notte speciale a casa sua.

Antonio Terracciano, un anno fa Filippo era un talento emergente del suo Verona. Venerdì se l'è ritrovato al Bentegodi con la maglia del Milan, peraltro da titolare. Che effetto le ha fatto?
"Sembra una cosa disegnata: giocare a casa tua, nello stadio in cui ho giocato anch'io. Dove siamo cresciuti. Tutto questo davanti ad amici ed ex compagni di squadra. Per noi è stato un motivo d'orgoglio. Certo, a fine gara gli amici erano un po' arrabbiati ma quello ci sta (ride, ndr). Insomma, un bel regalo di Natale per noi".

Da ex gialloblù: per chi ha fatto il tifo?
"Domanda ricorrente: tifavo Filippo ma anche l'Hellas. Comunque va bene così, spero che il Verona riprenda a vincere dalla prossima partita".

Fonseca lo sta impiegando in più ruoli
"Credo che in Filippo abbiano visto qualcosa di diverso. Perché ha questa qualità di mettere a disposizione tutte le doti che ha, tutto il suo sapere calcistico a disposizione dell'allenatore. E giocatori così sono sempre apprezzati dall'allenatore, perché dove c'è bisogno lui si adatta, cercando di fare il massimo senza obiettare. Se c'è da giocare a sinistra, gioca a sinistra. A Verona ha fatto anche il centrale difensivo".

I primi sei mesi sono stati complicati
"Fummo sorpresi dal passare dal Verona al Milan, fu un salto importante. Filippo aveva bisogno e ha ancora bisogno di tempo perché il mondo Milan è completamente diverso dalla realtà di Verona. Alcuni magari a 20 anni sono già maturi per certi contesti, Filippo si è trovato in un mondo che doveva conoscere. E ha avuto da subito grande umiltà, lavorando senza dire nulla e accettando tutte le decisioni, anche le critiche. E nella testa tanta voglia di migliorarsi".

C'è stata la possibilità di un addio la scorsa estate, dato il poco spazio trovato?
"Sicuramente il pensiero è sorto nella testa di Filippo. Ma da parte della società c'è sempre stata massima fiducia in lui. Quando ci sono state delle richieste la società è stata chiara, ribadendo fiducia nel ragazzo e questa è una cosa che abbiamo apprezzato perché abbiamo sentito la fiducia. Ora tocca a Filippo ripagarla: c'è un percorso da fare, madre natura non gli ha dato le doti del fuoriclasse ma lui è un grande lavoratore e ha una gran testa".

Si scrive da tempo di una sua cessione in prestito a gennaio
"A oggi da parte della società non ci è arrivato nulla. So che ci sono delle richieste ma a Filippo non è stato detto nulla".

Qual è la volontà di Filippo?
"Filippo dice sempre: se la società mi vuole, rimango qua. E a oggi non ci è stata comunicata nessuna decisione circa prestiti o cessioni".

Possiamo quindi dire che resterà al Milan?
"Nel calcio da un giorno all'altro cambia tutto, possono capitare situazioni, dinamiche che non conosciamo. Ma come detto non ci è arrivata nessuna comunicazione in merito".

Qual è secondo Lei il ruolo ideale di Filippo?
"Difficile da dire, credo che Filippo sia un giocatore calcisticamente in evoluzione. In mezzo al campo ha sempre fatto bene nelle nazionali. A Verona ha fatto anche il braccetto a destra giocando bene. Ha fatto bene da quinto. E credo che questa duttilità non sia limitante, anzi. Nel calcio di oggi quasi senza ruoli è un merito. Poi chiaro che un giocatore viene impiegato secondo le proprie caratteristiche e se mi chiedi se può fare il vice di Theo dico di no, non lo è, perché non ha quelle caratteristiche, non ha nelle corde le volate sulla fascia di Theo".