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Il Milan non fa sognare. Il Milan fuori dal teatrino, con orgoglioTUTTO mercato WEB
sabato 6 luglio 2024, 00:00Editoriale
di Mauro Suma
per Milannews.it

Il Milan non fa sognare. Il Milan fuori dal teatrino, con orgoglio

I tifosi del Milan e i loro tormenti estivi. Comprensibili sul piano emotivo, il Milan non fa sognare, perchè non prende le stelle che vengono per farti un favore, ma vuole costruirsele in casa. Poi c'è l'Inter che ha chiuso nettamente avanti il campionato ed è avanti anche sul mercato al primo pit stop di luglio. L'Atalanta in scia Europa League, la Juventus e il Napoli che hanno messo la freccia sul nostro secondo posto rifacendo alla grande il centrocampo a Torino e scatenando la furia di Conte sotto il Vesuvio. Noi che il centravanti avremmo già dovuto averlo in mano prima al Raduno, gli altri che vanno sul difensore che avevamo sognato a gennaio. Ci sta tutto. Cuori rossoneri in tumulto, dubbi, timori, nervi scoperti, è normale, è la passione, è l'ambizione.

Ma rispetto a questo scenario di spettri e di ombre, c'è poi tutto il resto. C'è la faccia di Zlatan. Attenzione, l'Ibra della seconda conferenza stampa è venuto fuori in tutto il suo spirito competitivo: pensieri da dirigente, occhi da combattente,. Un Ibra attento alle sfumature, con letture e sensibilità da uomo di calcio e da uomo di trincea. Quella è la faccia del Milan, anche sul mercato, certo che sì. Che poi il Milan non sia esattamente il club perfetto per le dirette televisive estive di mercato, dei botta e risposta sotto la sede, è pacifico. Ma è una scelta, forte, coraggiosa, non di retroguardia. Sarebbe più semplice, molto più semplice, fare i piacioni e alludere, partecipare alle ammuine, ma questo è un club che ha scelto altro, le carte coperte e i fari spenti, quindi la sostanza. Nulla è sopra il club, niente è più importante dei fatti.

Il 4 luglio è stato presentato ufficialmente Milan Futuro, a fine luglio si insedierà il tavolo di lavoro dell'accordo di programma per il nuovo Stadio. Under 23 e Stadio non sono due giocatori di grande appeal, non fanno dribbling, non tirano in porta, non danno ritorno immediato. Ma sono il Milan. Un grande club non deve lavorare solo per il "domani mattina". Un grande club deve darsi travi, colonne e pilastri sempre in piedi, progetti (su Milan Futuro il club ha messo 12 milioni) che daranno ritorno e che puoi mettere in piedi se e solo se sei in salute finanziaria. Da Milan Futuro arriveranno risorse tecniche, da San Donato risorse economiche. E di anno in anno meno tormenti estivi e molti più investimenti sui nomi, quelli che d'estate piacciono tanto. E attenzione, la solidità vera, quella che raggiungeremo soprattutto con il nuovo stadio e che avvicineremo con la valorizzazione dell'Under 23, è quella che ti consente di investire sempre, sia che vinci, sia che non vai in Champions League che per le società normali è il discrimine fra il fare e il non fare, fra l'essere e il non essere. Perchè gli all-in spericolati che si vedono in giro, sono estremamente affascinanti se vinci, tremendamente pericolosi se non lo fai, con i costi devastanti del calcio di oggi.

Quello che non fa sognare i tifosi è un Milan che vuole arrivare, non è semplice, non è domani mattina, ma ci arriverà, a giocarsela sempre per vincere. E un Milan che, a proposito di nomi, non ha bisogno di vendere e infatti non sta vendendo, nonostante tante, facili e reiterate previsioni. E' un Milan su cui vale la pena sgomberare il campo da qualche luogo comune: una proprietà come quella rossonera è lontanissima in natura dall'idea di mettersi in tasca qualche dividendo. Il  vero ricavo, il vero "guadagno", di una proprietà come quella rossonera è l'apprezzamento per il miglioramento della struttura, della sostanza, della solidità, del proprio asset. Ed è ovvio ed evidente che la vittoria fa parte dell'apprezzamento. La vittoria non è qualcosa di insignificante, ma qualcosa cui arrivare con il passo giusto, con le gambe giuste, con lo spessore giusto, non una botta e via. E poi quale sarebbe il Milan raccontato meglio, con meno dileggio e meno sberleffi, che dovrebbe far trapelare più cose per avere più protezione politica e mediatica? Dai, il teatrino lo conoscete.

Se avessimo chiesto noi a Rabiot una risposta entro il 30 giugno senza nemmeno riceverla, il tormentone sarebbe diventato un drammone nazional-popolare, altrove nulla. Su Frattesi, su cui il Milan non è mai e poi mai stato, il Milan è stato perseguitato da sfottò e grida dopo la fiction creata da quelli che nell'estate italiana ci sguazzano. Su Calafiori invece dato per certo per mesi e poi passato all'Arsenal, solo silenzi. E' bastata una ipotesi di mezza estate dell'arrivo del fratello per sbloccare una operazione rossonera e sono subito partiti editoriali, pistolotti, articolesse di sociologia spicciola. Se invece un grande giocatore viene in Italia ma non al Milan e fra gli annessi e connessi c'è la fidanzata che fa la calciatrice, tutti zitti, ispirazioni drammaturgiche che improvvisamente stanno a zero. Anche no, anche meno, anche fuori da tutto questo, molto meglio nel nostro brodo e nel nostro ambiente. Il resto lo vedremo. Come accade dal 2019 a questa parte, il Milan farà il mercato che ritiene giusto per crescere e per competere, non per ammiccare e non per piacere sotto l'ombrellone. Alla fine di questo mercato scopriremo che avremo fatto tutte le cose che dovevamo fare. Non una di meno. Avanti.