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Adli, Dybala e altri protagonisti di Serie A a Venezia con "Seydou - Il sogno non ha colore"
Dopo il successo mondiale di Io capitano, Seydou Sarr si racconta in un film documentario che vede la partecipazione straordinaria di campioni e leggende del calcio italiano e internazionale: Yacine Adli, Lameck Banda, Paulo Dybala, Junior Messias, Danilo Luiz Da Silva e Maduka Okoye oltre a Francesco Totti, Christian Panucci, Ciro Ferrara, Bernardo Corradi e in collaborazione con Omar Daffe.
A un anno dal successo mondiale di Io capitano, film di Matteo Garrone, il protagonista Seydou Sarr torna alla Mostra del Cinema di Venezia con un film documentario a lui dedicato SEYDOU - IL SOGNO NON HA COLORE, diretto da Simone Aleandri. Prodotto da Wonder Project con Rai Cinema in collaborazione con Lega Serie A, sarà presentato alla 21.ma Edizione delle Giornate degli Autori nella sezione Confronti del Festival di Venezia.
Il casting per Io capitano è stato, infatti, un evento casuale attraverso il quale la recitazione ha fatto irruzione improvvisa nella vita di Seydou che, fin da bambino, aveva coltivato tutt’altra passione. Una passione che ha saputo resistere ai momenti negativi e alle avversità; una passione che arde ancora e mantiene vivo in Seydou l’obiettivo di emergere anche nel mondo del calcio.
Per questa ragione il protagonista di Io capitano intraprende un viaggio per “incontrare chi ce l’ha fatta”. Attraversa l’Italia arrivando nelle città e nei centri sportivi dei Club della Serie A e si confronta con nomi di spicco del panorama calcistico italiano e internazionale: campioni come Adli, Banda, Dybala, Danilo, Messias e Okoye, dialoga con leggende del calibro di Francesco Totti e Ciro Ferrara.
Compie un viaggio per conoscere le loro storie, per raccogliere esempi, ma anche per fare una riflessione più profonda su un tema così importante come il razzismo. Dialoga con loro su quanto il razzismo sia ancora radicato nella nostra società, dagli insulti in stazione, in strada, ai commenti sui social e su come a volte anche il calcio sia diventato scenario di questa forma di discriminazione.
Gli incontri di Seydou offrono l’occasione per riflettere sulle vittorie personali e sulle battaglie collettive contro le ingiustizie, sollevano domande importanti sul valore della diversità e sulla capacità del calcio e del cinema di unire le persone al di là delle differenze.
Con la sua storia unica Seydou diventa il testimone ideale della lotta di chi vuole essere giudicato per le azioni e il talento e non per il colore della pelle.
A un anno dal successo mondiale di Io capitano, film di Matteo Garrone, il protagonista Seydou Sarr torna alla Mostra del Cinema di Venezia con un film documentario a lui dedicato SEYDOU - IL SOGNO NON HA COLORE, diretto da Simone Aleandri. Prodotto da Wonder Project con Rai Cinema in collaborazione con Lega Serie A, sarà presentato alla 21.ma Edizione delle Giornate degli Autori nella sezione Confronti del Festival di Venezia.
Il casting per Io capitano è stato, infatti, un evento casuale attraverso il quale la recitazione ha fatto irruzione improvvisa nella vita di Seydou che, fin da bambino, aveva coltivato tutt’altra passione. Una passione che ha saputo resistere ai momenti negativi e alle avversità; una passione che arde ancora e mantiene vivo in Seydou l’obiettivo di emergere anche nel mondo del calcio.
Per questa ragione il protagonista di Io capitano intraprende un viaggio per “incontrare chi ce l’ha fatta”. Attraversa l’Italia arrivando nelle città e nei centri sportivi dei Club della Serie A e si confronta con nomi di spicco del panorama calcistico italiano e internazionale: campioni come Adli, Banda, Dybala, Danilo, Messias e Okoye, dialoga con leggende del calibro di Francesco Totti e Ciro Ferrara.
Compie un viaggio per conoscere le loro storie, per raccogliere esempi, ma anche per fare una riflessione più profonda su un tema così importante come il razzismo. Dialoga con loro su quanto il razzismo sia ancora radicato nella nostra società, dagli insulti in stazione, in strada, ai commenti sui social e su come a volte anche il calcio sia diventato scenario di questa forma di discriminazione.
Gli incontri di Seydou offrono l’occasione per riflettere sulle vittorie personali e sulle battaglie collettive contro le ingiustizie, sollevano domande importanti sul valore della diversità e sulla capacità del calcio e del cinema di unire le persone al di là delle differenze.
Con la sua storia unica Seydou diventa il testimone ideale della lotta di chi vuole essere giudicato per le azioni e il talento e non per il colore della pelle.
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