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Crespo: "Lazio, il dolore per l'eliminazione deve essere la base per ripartire"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
ieri alle 22:15Serie A
di Alessio Del Lungo

Crespo: "Lazio, il dolore per l'eliminazione deve essere la base per ripartire"

All'indomani dell'eliminazione della Lazio in Europa League per mano del Bodo/Glimt, Hernan Crespo è intervenuto ai microfoni di Radiosei, commentando così la prestazione dei biancocelesti: "Vincere non è mai semplice, è importante essere riusciti ad arrivare ai quarti di finale, ma non è mai sufficiente. Il pensiero è che il Bodo fosse alla portata, ma la Lazio ha dato il massimo ed è uscita ai rigori. Il dolore che ne è derivato deve essere la base per ripartire e continuare a costruire. Se esci con l’amaro in bocca vuol dire che potevi fare parte delle prime quattro. Non è poco, è una buona base per costruire il futuro".

Che ricordi ha della sua carriera?
"Da giocatore mi sono tanto divertito, ho fatto quello che mi appassionava dando il meglio di me. Sicuramente non mi sono mai risparmiato, ho sempre rispettato professione e tifosi. Come tecnico sono molto della scuola Ancelotti. Per stile e gestione del gruppo mi rivedo molto in lui. Il fulcro di tutto è il giocatore, l’idea è quella di aggiungere valore. Sono tanti i tecnici che ho avuto da calciatore che mi hanno lasciato qualcosa. Da Eriksson a Mancini, passando per Mourinho".


Cosa farà in futuro?
"La mia intenzione è approdare in Europa per poter fare qualcosa di bello e di dare continuità alle vittorie. Ho vissuto per venti anni in Italia e sono molto aperto anche ad un’esperienza in un calcio che conosco bene. La cosa fondamentale è sposare un progetto importante e convincente".

Che ricordi ha degli anni alla Lazio?
"Approdare alla Lazio è stato tornare in una metropoli. Mi ha ricordato quanto vissuto nel River. Era una grande Lazio e campione d’Italia in carica. Abbiamo pagato un po’ la mancanza di fame dopo quel successo. Poi è stato più complicato, era iniziato un momento di decadenza, è stato quasi il tramonto dell’era Cragnotti. Ricordo il 4-0 contro la Juventus, la vittoria in Supercoppa Italia 4-3 contro l’Inter. Momenti bellissimi, anche solo le partitelle che facevamo in allenamento. Era complicato segnare anche lì, affrontare Mihajlovic, Nesta, Stam, Couto. Era più difficile segnare in partitella che in partita (ride, ndr). Questo rende l’idea di cosa fosse quella Lazio ed il calcio italiano. Giocare con Nedved, Veron, Simeone, Nesta, era una Lazio grandiosa. Nei derby affrontavamo Emerson, Samuel, Candela, Batistuta. Era tanta roba quel calcio italiano delle sette sorelle".