
Lazio, Fabiani suona la carica: "Oggi siamo ancora discontinui, serve un salto definitivo"
Intervistato dall'edizione odierna del Il Messaggero. il direttore sportivo della Lazio Angelo Fabiani si è concentrato sul momento della squadra biancoceleste e sul rendimento sul terreno di gioco degli uomini allenati da mister Marco Baroni: "Come primo anno stiamo facendo un percorso egregio, ma non basta, o meglio, io non mi accontento mai. Voglio inculcare una mentalità vincente, quella che ci ha portato a battere il Milan al 98’ a San Siro. Quello dev’essere lo spirito costante.
Abbiamo raggiunto i quarti di Europa League e sono contento ma, per esempio, non nascondo che le prestazioni contro il Viktoria non mi hanno affatto convinto. E per andare avanti servirà molto di più. Lo dico senza dare colpe a nessuno, proprio per acquistare una mentalità che va oltre il risultato. Oggi siamo ancora discontinui, serve un salto definitivo.
Cosa cambia con o senza la qualificazione in Champions? Cambia la visibilità, sarebbe una bugia dire il contrario. Ma se non dovessimo centrarla, non ci sarebbe alcun ridimensionamento. Ho dimostrato che si può rinforzare una rosa con le idee, senza buttare soldi. Quando abbiamo preso Guendouzi, Rovella, Tavares, Dia, Isaksen e Castellanos, chi pensava che avevamo acquisito calciatori di questo livello? Solo noi, perché ci abbiamo creduto".
Abbiamo raggiunto i quarti di Europa League e sono contento ma, per esempio, non nascondo che le prestazioni contro il Viktoria non mi hanno affatto convinto. E per andare avanti servirà molto di più. Lo dico senza dare colpe a nessuno, proprio per acquistare una mentalità che va oltre il risultato. Oggi siamo ancora discontinui, serve un salto definitivo.
Cosa cambia con o senza la qualificazione in Champions? Cambia la visibilità, sarebbe una bugia dire il contrario. Ma se non dovessimo centrarla, non ci sarebbe alcun ridimensionamento. Ho dimostrato che si può rinforzare una rosa con le idee, senza buttare soldi. Quando abbiamo preso Guendouzi, Rovella, Tavares, Dia, Isaksen e Castellanos, chi pensava che avevamo acquisito calciatori di questo livello? Solo noi, perché ci abbiamo creduto".
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