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Lazio, Baroni: "Il derby non è una partita ma è la partita. Lo sappiamo e saremo pronti"
Al termine del match pareggiato contro l'Atalanta, il tecnico biancoceleste Marco Baroni ha parlato ai microfoni di Lazio Style Channel: "Una grande prestazione - evidenzia Lalaziosiamonoi.it - ma non avevo dubbi. Questa è la nostra Lazio, una squadra che nei momenti di difficoltà si spende e si dedica. È l’aspetto più importante che i tifosi apprezzano, io sono orgoglioso di loro. Hanno tirato fuori tutto e sono contento. Questa è la strada, dobbiamo continuare a lavorare con impegno e dedizione. Abbiamo avuto due grandi occasioni nel secondo tempo, ma ci sta. A me interessa che la squadra abbia sempre la sua identità in queste partite di livello che ci danno spessore.
“Derby? Saremo pronti, questa non è una partita ma è la partita. Lo sappiamo e saremo pronti. Noi dobbiamo crescere in queste partite, non voglio tornare sull’Inter che anche se è stata dolorosa, abbiamo fatto 12 minuti di supremazia assoluta. Voglio che la mia squadra non perda mai identità neanche nelle sconfitte.
Poi quando ci sono delle cadute, anche se dolorose, sono d’aiuto. Se in quel momento perdi convinzione diventa un problema, quindi avanti col lavoro e con questo gruppo di ragazzi che mi rende orgoglioso. Dele? Sta crescendo, quando arrivano in Italia vengono nel calcio più complicato che c’è, cultura diversa e lingua diversa. Serve un periodo di adattamento, è un giocatore che ha tanta energia e ci darà tanto aiuto".
“Derby? Saremo pronti, questa non è una partita ma è la partita. Lo sappiamo e saremo pronti. Noi dobbiamo crescere in queste partite, non voglio tornare sull’Inter che anche se è stata dolorosa, abbiamo fatto 12 minuti di supremazia assoluta. Voglio che la mia squadra non perda mai identità neanche nelle sconfitte.
Poi quando ci sono delle cadute, anche se dolorose, sono d’aiuto. Se in quel momento perdi convinzione diventa un problema, quindi avanti col lavoro e con questo gruppo di ragazzi che mi rende orgoglioso. Dele? Sta crescendo, quando arrivano in Italia vengono nel calcio più complicato che c’è, cultura diversa e lingua diversa. Serve un periodo di adattamento, è un giocatore che ha tanta energia e ci darà tanto aiuto".
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