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Lazio, parla Fabiani: l'indice di liquidità, il mercato e il caso falconiere
A margine dell’allenamento odierno svolto nel centro sportivo di Formello, il direttore sportivo della Lazio, Angelo Fabiani, è intervenuto in diretta sui canali ufficiali biancocelesti. Queste le sue parole:
L’indice di liquidità è un tema caldo. Quanto sta pesando?
“Questo istituto non riguarda solo la Lazio, è un qualcosa che riguarda tutte le società ma è facilmente risolvibile con alcune uscite. Questo non impedisce alla Lazio di fare operazioni, poi va inserito nella politica di ogni singola società”.
Alla luce dell’indice di liquidità, il club come sta cercando di sbloccare la situazione?
“Facciamo una premessa così chiariamo, noi abbiamo iniziato un nuovo percorso partito qualche tempo fa. Questo percorso ovviamente non poteva essere ristretto a un anno solo, è un nuovo ciclo che ha una durata minima di tre anni come tutti i cicli. Quest’estate mi sono preso la responsabilità insieme al presidente di dare vita e corso a un nuovo progetto. Ricordo che ci sono state anche critiche giustificate perché costruttive, ma quando qualcuno ha un suo modus operandi lo deve adottare per il bene della società e dei tifosi. Questo abbiamo fatto, è il caso di ricordare che questa squadra con alla guida mister Baroni ha iniziato un campionato dove al netto di qualche battuta d’arresto e qualche punto perso per questioni che possiamo definire casuali ha fatto un girone d’andata più o meno importante. In Europa ci siamo contraddistinti e speriamo di fare i punti necessari per evitare i playoff e questa squadra ha fatto qualcosa di positivo, non voglio usare altri termini più eclatanti ma secondo me è andata sopra le aspettative iniziali. Nasce allora una considerazione, quando una cosa funziona perché devo mettere a rischio tutto ciò con degli innesti che non ritieni funzionali nell’immediato? Noi ovviamente setacciamo il mercato h24 e ad oggi non abbiamo trovato la funzionalità di questi ragazzi che abbiamo visionato. In altri casi, senza fare nomi di giocatori o società, non abbiamo ritenuto in linea con le nostre valutazioni il rapporto qualità/prezzo. Abbiamo preso un giovane classe 2005 del quale me ne assumo in prima persona la responsabilità, è stata una mia scelta come tutti i calciatori arrivati alla Lazio sono frutto di scelte del sottoscritto. Baroni non era ancora arrivato, con lui abbiamo condiviso il solo Noslin che si era messo in evidenza al Verona e che conosceva perfettamente Baroni. Abbiamo ritenuto opportuno prendere anche questo giovane (Ibrahimovic, ndr) che sicuramente verrà fuori. Noi sicuramente faremo quelle cose che migliorano l’aspetto tecnico-tattico della rosa. Ad oggi ripeto non ne troviamo e non ci sono. Il mercato di gennaio si chiama mercato di riparazione, noi siamo partiti con quattro pneumatici e sono tutti e quattro gonfi. Questo poi non significa che se si dovesse presentare l’occasione giusta per migliorare la rosa ci tireremo indietro, di certo non sarà l’indice di liquidità a fermarci. Probabilmente oggi essendo io il responsabile di un progetto tecnico che mi è stato affidato dal presidente Lotito devo fare delle scelte, prendere dei giocatori e metterli a disposizione dell’allenatore. Abbiamo fatto delle scelte in estate e Baroni sta facendo un ottimo lavoro, non andrò fuori da questo modus operandi che attuo da non so quanti anni, non vado dietro a sirene e sentimenti anche se capisco che dall’altra parte si possa ragionare in maniera diversa ed è giusto così. Devo ragionare in base alle esigenze societarie e quelle di un gruppo che ha fatto un qualcosa di buono. Manca una partita da recuperare tra Fiorentina e Inter, se la Fiorentina non facesse risultato pieno questa squadra chiuderebbe il girone d’andata al quarto posto. Si può sempre migliorare, ma se si sbaglia qualcosa è un attimo andare a peggiorare”.
C’è una flessione generale in questo momento in Serie A?
“Io guardo in questo momento in casa nostra, Baroni e tutto lo staff stanno facendo un grande lavoro. Il mercato deve rispondere a delle esigenze, se c’è un’esigenza la seguiamo, altrimenti sono mode. Se ci fermiamo a nomi come Belahyane, Fazzini e Casadei significa fermarsi alla notte dei tempi. Noi non guardiamo tre giocatori, ne guardiamo centinaia, poi a livello mediatico si parla di pochi nomi. Io devo prendere giocatori funzionali, noi abbiamo fatto un’offerta all’Empoli per Fazzini perché è un 2003 e oggi può rappresentare un giocatore di prospettiva che nel giro di 1-2 anni può diventare il Rovella o il Tonali della situazione, ma per fare un matrimonio bisogna essere in due. Evidentemente dall’altra parte hanno altre esigenze e come dico sempre i migliori affari sono quelli che non si fanno. Vale per Fazzini così come per Belahyane e Casadei”.
Sono state prese in considerazione possibili uscite per finanziare il mercato?
“Ci sono stati richiesti 6-7 giocatori da squadre che rappresentano il top in Italia e all’estero. Se noi diamo via un giocatore perché dobbiamo fare cassa andiamo contro il nostro modus operandi. Se dico che c’è un programma che va da 0 a 3 anni come faccio oggi a privarmi di un pezzo importante, o anche di più pezzi importanti. Ci sono stati chiesti Rovella, Dele-Bashiru, Castellanos e Tavares. La Lazio ha molti nomi appetibili sul mercato, ma noi non dobbiamo smontare la squadra ma puntellarla. Migliorare un centrocampo come quello della Lazio non è facile, prendere tanto per prendere non ha senso. E allora perché è stato preso Ibrahimovic? Perché nello scorso anno nel Frosinone ha fatto bene, ha delle qualità che se le metterà da qui ai prossimi mesi a disposizione rappresenterà un investimento importante su un giovane classe 2005. Io gli ultratrentenni non li voglio prendere, con il massimo rispetto, ma il nostro modello è il Feyenoord, squadre che si avvalgono di giovani calciatori che hanno fame di emergere. Vi porto un esempio, fu preso Mario Gila e sembrava uno scappato di casa che non giocava. La Lazio lo ha costruito qui e oggi Mario Gila rappresenta una pedina appetibile sul mercato per le sue prestazioni. Noi dobbiamo seguire questo tipo di situazioni, questo è il nostro obiettivo. Se vendo Guendouzi, Zaccagni e Tavares mi fanno le pernacchie per strada e hanno ragione”.
Crede ancora in Castrovilli?
“Non è una scommessa persa, sapevamo che veniva da un intervento difficile che non gli ha mai destato problemi. Ha trovato poco spazio in questo organico e chiede più spazio, questo dipende anche dagli equilibri dell’allenatore. Se vuole avere più spazio e cambiare casacca prenderemo in esame questa sua richiesta”.
C’è stato un errore nella gestione delle risorse? Si può allestire una rosa senza esuberi?
“Gli sbagli sono all’ordine del giorno, ci mancherebbe altro che il sottoscritto non abbia commesso errori. I numeri però sono sotto gli occhi di tutti, noi non abbiamo completato quel ciclo di rinnovamento e siamo al 50%. C’è ancora tanta strada da fare e c’è molto da lavorare, nel prossimo futuro con un pizzico di fortuna che ci vuole sempre andremo a individuare quei calciatori funzionali per il fabbisogno della Lazio. Non mi sono mai esaltato in questo girone d’andata, né in Serie A né in Europa, il calcio è pronto a smentirti e per questo vivo le vittorie così come le sconfitte anche se vincere mi fa dormire meglio”.
Quanto è logorante l’ambiente Roma?
“Basta essere chiari e onesti con sé stessi, basta essere dei professionisti e dire sempre la verità senza mai farsi prendere dall’entusiasmo. Non mi faccio prendere dal Fabianismo, il calcio ti porta in alto e in basso con poco. Mi ritengo una persona equilibrata”.
Nella ricerca dei calciatori incide anche la personalità del ragazzo?
“Si valuta un po’ tutto, prima di prendere un giocatore faccio il giro delle sette chiese, mi confronto con più collaboratori per vedere gli infortuni, il motore che ha, quanti chilometri percorre in una partita, le accelerazioni che fa in una partita. Oggi il calcio sta andando verso la più completa fisicità, Ibrahimovic è un 2005 che non entra in lista preso dal Bayern Monaco in prestito con diritto di riscatto, può mettere in mostra tutte le sue qualità che non sono poche. Poi bisognerà vedere se la Lazio possa essere una sua comfort zone, prima di prendere Ibrahimovic ho parlato con Angelozzi che lo ha avuto a Frosinone e me ne ha parlato benissimo. Per fare un paragone dall’altra sponda del Tevere c’è un 2004 (Pisilli, ndr) che giocava in primavera e ora gioca in prima squadra. Non bisogna mai partire prevenuti”.
Isaksen può essere un nome spendibile a gennaio? Ci sono richieste per lui? Può assicurare che Zaccagni non andrà via a gennaio?
“Ripeto, tutti sono cedibili e nessuno è incedibile. Se c’è una richiesta per Isaksen la società valuta il sostituto di Isaksen, se il sostituto garantisce prestazioni simili o migliori allora si prende in considerazione l’offerta per Isaksen, altrimenti Isaksen non si muove. Isasken è un giovane che con i suoi alti e bassi è stato decisivo in diverse partite, questi giovani vanno fatti crescere anche perdonando qualche errore altrimenti saremmo persone poco serie”.
Lei dice che bisogna dare tempo ai ragazzi, Baroni invece dice che il tempo non c’è.
“Baroni è uno straordinario professionista e un grande allenatore, ce ne accorgiamo oggi dopo che il sottoscritto si è preso la responsabilità di prenderlo. Sta nascendo il Baronismo e speriamo che questo non cambi il Baroni che conosco io, ma so che non si farà prendere da questi entusiasmi. Ogni allenatore vorrebbe avere a disposizione 30-40 giocatori, ma questo cozza con la lista degli over e delle regole con cui bisogna bilanciare tutta l’attività”.
C’è mercato anche intorno a Mandas?
“C’era lo scorso anno e c’è anche in questo momento, Mandas rappresenta una valida alternativa a Provedel e sta giocando tutte le competizioni europee. Chi lo avrebbe detto quando la società lo ha preso? Questo significa che il ragazzo sta crescendo e la società non vuole privarsi di giocatori di valore”.
Quando possono rientrare Patric e Vecino?
“Oggi Patric fa un nuovo esame e da lunedì tornerà a lavorare per poi vedere quello che sarà il suo percorso. Vecino ha avuto un qualcosa di importante e non potrà essere a disposizione prima di 10-15 giorni, ma bisogna essere onesti con questi ragazzi che nei momenti critici hanno fatto qualcosa di straordinario. Aspetteremo questi due professionisti e se ci sarà da stringere la cinghia lo faremo”.
Basic e Hysaj che fine faranno? Saranno utili in questo periodo della stagione?
“Non c’è dubbio, con l’infortunio di Lazzari ad esempio Hysaj è parte integrante della rosa della Lazio così come lo è stato in Coppa Italia. Non abbiamo scaricato nessuno, non abbiamo imposto ai fuori rosa di allenarsi in orari diversi, hanno vissuto la vita di gruppo rispettando il loro valore. Sono due ottimi giocatori per cui potranno essere utili per la causa della Lazio”.
Cosa risponde a chi dice che all’interno della Lazio deve esserci ancor più ambizione? Ci sono giovani che dalla primavera possono fare il salto in prima squadra?
“Ho risposto prima, se non mettiamo i migliori sul mercato e dobbiamo completare questo percorso sta a significare che si vuole costruire un gruppo importante. Molto francamente dico che oggi non ci sono calciatori in primavera pronti per fare il grande salto, questo potrà avvenire nel giro di qualche anno. Ho ereditato la gestione del settore giovanile, abbiamo ottenuto risultati importanti ma questo non basta per intravedere oggi qualche elemento che possa essere funzionale per la prima squadra, ci vuole tempo. Abbiamo giovani che sono in giro in Serie B come Floriani e Ruggeri, gli abbiamo dato possibilità di confrontarsi in altre realtà e stanno facendo bene. Sono ragazzi che nel prossimo futuro possono tornare utili alla Lazio”.
Perché si parla solo in chiave Lazio dell’indice di liquidità?
“L’ho detto prima, è un istituto che riguarda tutte le società. Se domani mattina metto sul mercato Nuno Tavares lo prende mezza Europa e posso fare un’entrata perché non mi va a inficiare sulla lista degli over, ma visto che Tavares non è sul mercato viene meno questo discorso”.
Come placare questo circo intorno alla questione falconiere?
“Mi sono fatto più di un’idea, dovrebbe calare un sipario su questa faccenda. Juan ha chiesto scusa, si è reso conto di aver fatto una cosa che non doveva fare e si è pentito. C’è chi può accettare le scuse, dico che oggi è in convalescenza, la salute è un diritto e finché ha un certificato medico daremo tutto il supporto. Poi la faccenda sarà affrontata su altre questioni, la società da subito ha emesso un comunicato. La cosa che mi dispiace è che intorno a questa vicenda e a questa debolezza ci si stia speculando. Questa è una cosa seria, se uno vuole farsi un’operazione è libero di farla ma c’è un codice etico da dover rispettare. È come se mi ubriacassi e dessi in escandescenza non rappresenterei al meglio la Lazio. Siamo esposti mediaticamente, ci dobbiamo privare di alcune debolezze e dobbiamo avere una condotta che deve essere di esempio per tutte le famiglie. Questo codice etico interno esiste e va rispettato necessariamente, poi quali sono le responsabilità verranno valutare successivamente. Invito Juan ad avere un atteggiamento diverso, ci ho parlato e ha detto che è stata una leggerezza. Non deve prestare il fianco a chi vuole fare gossip, dovremo tutti usare buonsenso”.
L’indice di liquidità è un tema caldo. Quanto sta pesando?
“Questo istituto non riguarda solo la Lazio, è un qualcosa che riguarda tutte le società ma è facilmente risolvibile con alcune uscite. Questo non impedisce alla Lazio di fare operazioni, poi va inserito nella politica di ogni singola società”.
Alla luce dell’indice di liquidità, il club come sta cercando di sbloccare la situazione?
“Facciamo una premessa così chiariamo, noi abbiamo iniziato un nuovo percorso partito qualche tempo fa. Questo percorso ovviamente non poteva essere ristretto a un anno solo, è un nuovo ciclo che ha una durata minima di tre anni come tutti i cicli. Quest’estate mi sono preso la responsabilità insieme al presidente di dare vita e corso a un nuovo progetto. Ricordo che ci sono state anche critiche giustificate perché costruttive, ma quando qualcuno ha un suo modus operandi lo deve adottare per il bene della società e dei tifosi. Questo abbiamo fatto, è il caso di ricordare che questa squadra con alla guida mister Baroni ha iniziato un campionato dove al netto di qualche battuta d’arresto e qualche punto perso per questioni che possiamo definire casuali ha fatto un girone d’andata più o meno importante. In Europa ci siamo contraddistinti e speriamo di fare i punti necessari per evitare i playoff e questa squadra ha fatto qualcosa di positivo, non voglio usare altri termini più eclatanti ma secondo me è andata sopra le aspettative iniziali. Nasce allora una considerazione, quando una cosa funziona perché devo mettere a rischio tutto ciò con degli innesti che non ritieni funzionali nell’immediato? Noi ovviamente setacciamo il mercato h24 e ad oggi non abbiamo trovato la funzionalità di questi ragazzi che abbiamo visionato. In altri casi, senza fare nomi di giocatori o società, non abbiamo ritenuto in linea con le nostre valutazioni il rapporto qualità/prezzo. Abbiamo preso un giovane classe 2005 del quale me ne assumo in prima persona la responsabilità, è stata una mia scelta come tutti i calciatori arrivati alla Lazio sono frutto di scelte del sottoscritto. Baroni non era ancora arrivato, con lui abbiamo condiviso il solo Noslin che si era messo in evidenza al Verona e che conosceva perfettamente Baroni. Abbiamo ritenuto opportuno prendere anche questo giovane (Ibrahimovic, ndr) che sicuramente verrà fuori. Noi sicuramente faremo quelle cose che migliorano l’aspetto tecnico-tattico della rosa. Ad oggi ripeto non ne troviamo e non ci sono. Il mercato di gennaio si chiama mercato di riparazione, noi siamo partiti con quattro pneumatici e sono tutti e quattro gonfi. Questo poi non significa che se si dovesse presentare l’occasione giusta per migliorare la rosa ci tireremo indietro, di certo non sarà l’indice di liquidità a fermarci. Probabilmente oggi essendo io il responsabile di un progetto tecnico che mi è stato affidato dal presidente Lotito devo fare delle scelte, prendere dei giocatori e metterli a disposizione dell’allenatore. Abbiamo fatto delle scelte in estate e Baroni sta facendo un ottimo lavoro, non andrò fuori da questo modus operandi che attuo da non so quanti anni, non vado dietro a sirene e sentimenti anche se capisco che dall’altra parte si possa ragionare in maniera diversa ed è giusto così. Devo ragionare in base alle esigenze societarie e quelle di un gruppo che ha fatto un qualcosa di buono. Manca una partita da recuperare tra Fiorentina e Inter, se la Fiorentina non facesse risultato pieno questa squadra chiuderebbe il girone d’andata al quarto posto. Si può sempre migliorare, ma se si sbaglia qualcosa è un attimo andare a peggiorare”.
C’è una flessione generale in questo momento in Serie A?
“Io guardo in questo momento in casa nostra, Baroni e tutto lo staff stanno facendo un grande lavoro. Il mercato deve rispondere a delle esigenze, se c’è un’esigenza la seguiamo, altrimenti sono mode. Se ci fermiamo a nomi come Belahyane, Fazzini e Casadei significa fermarsi alla notte dei tempi. Noi non guardiamo tre giocatori, ne guardiamo centinaia, poi a livello mediatico si parla di pochi nomi. Io devo prendere giocatori funzionali, noi abbiamo fatto un’offerta all’Empoli per Fazzini perché è un 2003 e oggi può rappresentare un giocatore di prospettiva che nel giro di 1-2 anni può diventare il Rovella o il Tonali della situazione, ma per fare un matrimonio bisogna essere in due. Evidentemente dall’altra parte hanno altre esigenze e come dico sempre i migliori affari sono quelli che non si fanno. Vale per Fazzini così come per Belahyane e Casadei”.
Sono state prese in considerazione possibili uscite per finanziare il mercato?
“Ci sono stati richiesti 6-7 giocatori da squadre che rappresentano il top in Italia e all’estero. Se noi diamo via un giocatore perché dobbiamo fare cassa andiamo contro il nostro modus operandi. Se dico che c’è un programma che va da 0 a 3 anni come faccio oggi a privarmi di un pezzo importante, o anche di più pezzi importanti. Ci sono stati chiesti Rovella, Dele-Bashiru, Castellanos e Tavares. La Lazio ha molti nomi appetibili sul mercato, ma noi non dobbiamo smontare la squadra ma puntellarla. Migliorare un centrocampo come quello della Lazio non è facile, prendere tanto per prendere non ha senso. E allora perché è stato preso Ibrahimovic? Perché nello scorso anno nel Frosinone ha fatto bene, ha delle qualità che se le metterà da qui ai prossimi mesi a disposizione rappresenterà un investimento importante su un giovane classe 2005. Io gli ultratrentenni non li voglio prendere, con il massimo rispetto, ma il nostro modello è il Feyenoord, squadre che si avvalgono di giovani calciatori che hanno fame di emergere. Vi porto un esempio, fu preso Mario Gila e sembrava uno scappato di casa che non giocava. La Lazio lo ha costruito qui e oggi Mario Gila rappresenta una pedina appetibile sul mercato per le sue prestazioni. Noi dobbiamo seguire questo tipo di situazioni, questo è il nostro obiettivo. Se vendo Guendouzi, Zaccagni e Tavares mi fanno le pernacchie per strada e hanno ragione”.
Crede ancora in Castrovilli?
“Non è una scommessa persa, sapevamo che veniva da un intervento difficile che non gli ha mai destato problemi. Ha trovato poco spazio in questo organico e chiede più spazio, questo dipende anche dagli equilibri dell’allenatore. Se vuole avere più spazio e cambiare casacca prenderemo in esame questa sua richiesta”.
C’è stato un errore nella gestione delle risorse? Si può allestire una rosa senza esuberi?
“Gli sbagli sono all’ordine del giorno, ci mancherebbe altro che il sottoscritto non abbia commesso errori. I numeri però sono sotto gli occhi di tutti, noi non abbiamo completato quel ciclo di rinnovamento e siamo al 50%. C’è ancora tanta strada da fare e c’è molto da lavorare, nel prossimo futuro con un pizzico di fortuna che ci vuole sempre andremo a individuare quei calciatori funzionali per il fabbisogno della Lazio. Non mi sono mai esaltato in questo girone d’andata, né in Serie A né in Europa, il calcio è pronto a smentirti e per questo vivo le vittorie così come le sconfitte anche se vincere mi fa dormire meglio”.
Quanto è logorante l’ambiente Roma?
“Basta essere chiari e onesti con sé stessi, basta essere dei professionisti e dire sempre la verità senza mai farsi prendere dall’entusiasmo. Non mi faccio prendere dal Fabianismo, il calcio ti porta in alto e in basso con poco. Mi ritengo una persona equilibrata”.
Nella ricerca dei calciatori incide anche la personalità del ragazzo?
“Si valuta un po’ tutto, prima di prendere un giocatore faccio il giro delle sette chiese, mi confronto con più collaboratori per vedere gli infortuni, il motore che ha, quanti chilometri percorre in una partita, le accelerazioni che fa in una partita. Oggi il calcio sta andando verso la più completa fisicità, Ibrahimovic è un 2005 che non entra in lista preso dal Bayern Monaco in prestito con diritto di riscatto, può mettere in mostra tutte le sue qualità che non sono poche. Poi bisognerà vedere se la Lazio possa essere una sua comfort zone, prima di prendere Ibrahimovic ho parlato con Angelozzi che lo ha avuto a Frosinone e me ne ha parlato benissimo. Per fare un paragone dall’altra sponda del Tevere c’è un 2004 (Pisilli, ndr) che giocava in primavera e ora gioca in prima squadra. Non bisogna mai partire prevenuti”.
Isaksen può essere un nome spendibile a gennaio? Ci sono richieste per lui? Può assicurare che Zaccagni non andrà via a gennaio?
“Ripeto, tutti sono cedibili e nessuno è incedibile. Se c’è una richiesta per Isaksen la società valuta il sostituto di Isaksen, se il sostituto garantisce prestazioni simili o migliori allora si prende in considerazione l’offerta per Isaksen, altrimenti Isaksen non si muove. Isasken è un giovane che con i suoi alti e bassi è stato decisivo in diverse partite, questi giovani vanno fatti crescere anche perdonando qualche errore altrimenti saremmo persone poco serie”.
Lei dice che bisogna dare tempo ai ragazzi, Baroni invece dice che il tempo non c’è.
“Baroni è uno straordinario professionista e un grande allenatore, ce ne accorgiamo oggi dopo che il sottoscritto si è preso la responsabilità di prenderlo. Sta nascendo il Baronismo e speriamo che questo non cambi il Baroni che conosco io, ma so che non si farà prendere da questi entusiasmi. Ogni allenatore vorrebbe avere a disposizione 30-40 giocatori, ma questo cozza con la lista degli over e delle regole con cui bisogna bilanciare tutta l’attività”.
C’è mercato anche intorno a Mandas?
“C’era lo scorso anno e c’è anche in questo momento, Mandas rappresenta una valida alternativa a Provedel e sta giocando tutte le competizioni europee. Chi lo avrebbe detto quando la società lo ha preso? Questo significa che il ragazzo sta crescendo e la società non vuole privarsi di giocatori di valore”.
Quando possono rientrare Patric e Vecino?
“Oggi Patric fa un nuovo esame e da lunedì tornerà a lavorare per poi vedere quello che sarà il suo percorso. Vecino ha avuto un qualcosa di importante e non potrà essere a disposizione prima di 10-15 giorni, ma bisogna essere onesti con questi ragazzi che nei momenti critici hanno fatto qualcosa di straordinario. Aspetteremo questi due professionisti e se ci sarà da stringere la cinghia lo faremo”.
Basic e Hysaj che fine faranno? Saranno utili in questo periodo della stagione?
“Non c’è dubbio, con l’infortunio di Lazzari ad esempio Hysaj è parte integrante della rosa della Lazio così come lo è stato in Coppa Italia. Non abbiamo scaricato nessuno, non abbiamo imposto ai fuori rosa di allenarsi in orari diversi, hanno vissuto la vita di gruppo rispettando il loro valore. Sono due ottimi giocatori per cui potranno essere utili per la causa della Lazio”.
Cosa risponde a chi dice che all’interno della Lazio deve esserci ancor più ambizione? Ci sono giovani che dalla primavera possono fare il salto in prima squadra?
“Ho risposto prima, se non mettiamo i migliori sul mercato e dobbiamo completare questo percorso sta a significare che si vuole costruire un gruppo importante. Molto francamente dico che oggi non ci sono calciatori in primavera pronti per fare il grande salto, questo potrà avvenire nel giro di qualche anno. Ho ereditato la gestione del settore giovanile, abbiamo ottenuto risultati importanti ma questo non basta per intravedere oggi qualche elemento che possa essere funzionale per la prima squadra, ci vuole tempo. Abbiamo giovani che sono in giro in Serie B come Floriani e Ruggeri, gli abbiamo dato possibilità di confrontarsi in altre realtà e stanno facendo bene. Sono ragazzi che nel prossimo futuro possono tornare utili alla Lazio”.
Perché si parla solo in chiave Lazio dell’indice di liquidità?
“L’ho detto prima, è un istituto che riguarda tutte le società. Se domani mattina metto sul mercato Nuno Tavares lo prende mezza Europa e posso fare un’entrata perché non mi va a inficiare sulla lista degli over, ma visto che Tavares non è sul mercato viene meno questo discorso”.
Come placare questo circo intorno alla questione falconiere?
“Mi sono fatto più di un’idea, dovrebbe calare un sipario su questa faccenda. Juan ha chiesto scusa, si è reso conto di aver fatto una cosa che non doveva fare e si è pentito. C’è chi può accettare le scuse, dico che oggi è in convalescenza, la salute è un diritto e finché ha un certificato medico daremo tutto il supporto. Poi la faccenda sarà affrontata su altre questioni, la società da subito ha emesso un comunicato. La cosa che mi dispiace è che intorno a questa vicenda e a questa debolezza ci si stia speculando. Questa è una cosa seria, se uno vuole farsi un’operazione è libero di farla ma c’è un codice etico da dover rispettare. È come se mi ubriacassi e dessi in escandescenza non rappresenterei al meglio la Lazio. Siamo esposti mediaticamente, ci dobbiamo privare di alcune debolezze e dobbiamo avere una condotta che deve essere di esempio per tutte le famiglie. Questo codice etico interno esiste e va rispettato necessariamente, poi quali sono le responsabilità verranno valutare successivamente. Invito Juan ad avere un atteggiamento diverso, ci ho parlato e ha detto che è stata una leggerezza. Non deve prestare il fianco a chi vuole fare gossip, dovremo tutti usare buonsenso”.
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