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Sciopero arbitri Lazio, Zazzaroni sul CorSport: "Più uniti, meno rischi. Segnale storico"
Gli arbitri del Lazio sono pronti a scioperare per dire di no alla violenza. Nessuno deve sentirsi solo. Un baffo nero, allora, sotto l’occhio, per testimoniare che tutti i direttori di gara sono uniti, dalla A ai dilettanti. L’ultimo caso noto, quello dell’arbitro Cavalieri di Civitavecchia durante Corchiano-Cellere di Terza Categoria (gomito incrinato e 20 giorni di prognosi), ha portato gli arbitri del Lazio a minacciare/proclamare lo sciopero in tutte le categorie, dall’Eccellenza all’Under 14, nel prossimo weekend.
A commentare la vicenda sul Corriere dello Sport è il direttore Ivan Zazzaroni: "Ripetute, gravi e insopportabili violenze subite sul campo hanno indotto gli arbitri del Lazio a ipotizzare insoliti, ma comprensibili, moti di protesta. Complicato è stato, al solito, produrre una sintesi, trovare una soluzione comune. Inizialmente doveva essere un’ora di sospensione, praticamente il blocco di tutti i campionati dilettantistici. Il ripensamento, frutto di trattative a vari livelli, merita un ringraziamento alla categoria che ha rinunciato a esibire non solo ai violenti il segno del potere: senza arbitri non si gioca. Tant’è che gli indefessi produttori del nulla meditano da tempo una soluzione ad alta tecnologia, verosimilmente ottenuta con l’Intelligenza Artificiale: l’abolizione dei fischietti. Non è una bufala, è un’ipotesi che circola da tempo.
Dicevo del ringraziamento: in che forma? Estendendo la protesta a livello nazionale. Con un forte impegno ad affrontare il problema in diversi modi, innanzitutto approfondendo la documentata debolezza di un settore che in decenni di onorata esistenza ha subìto affronti polemici, ma non così gravi attacchi fisici. Questa ribellione degli arbitri è un segnale di crisi storico. Uno sciopero arbitrale fu annunciato dal designatore presidente grand uff Marcello Nicchi nel 2018, ma si trattava di affari di bottega e fu cancellato. Resta solo memoria dello sciopero del ‘26 quando la categoria respinse l’arroganza dei padroni del vapore e una forte ribellione guidata dal mitico arbitro Giovanni Mauro finì per produrre una vera rivoluzione: il campionato a girone unico nazionale del 1929".
A commentare la vicenda sul Corriere dello Sport è il direttore Ivan Zazzaroni: "Ripetute, gravi e insopportabili violenze subite sul campo hanno indotto gli arbitri del Lazio a ipotizzare insoliti, ma comprensibili, moti di protesta. Complicato è stato, al solito, produrre una sintesi, trovare una soluzione comune. Inizialmente doveva essere un’ora di sospensione, praticamente il blocco di tutti i campionati dilettantistici. Il ripensamento, frutto di trattative a vari livelli, merita un ringraziamento alla categoria che ha rinunciato a esibire non solo ai violenti il segno del potere: senza arbitri non si gioca. Tant’è che gli indefessi produttori del nulla meditano da tempo una soluzione ad alta tecnologia, verosimilmente ottenuta con l’Intelligenza Artificiale: l’abolizione dei fischietti. Non è una bufala, è un’ipotesi che circola da tempo.
Dicevo del ringraziamento: in che forma? Estendendo la protesta a livello nazionale. Con un forte impegno ad affrontare il problema in diversi modi, innanzitutto approfondendo la documentata debolezza di un settore che in decenni di onorata esistenza ha subìto affronti polemici, ma non così gravi attacchi fisici. Questa ribellione degli arbitri è un segnale di crisi storico. Uno sciopero arbitrale fu annunciato dal designatore presidente grand uff Marcello Nicchi nel 2018, ma si trattava di affari di bottega e fu cancellato. Resta solo memoria dello sciopero del ‘26 quando la categoria respinse l’arroganza dei padroni del vapore e una forte ribellione guidata dal mitico arbitro Giovanni Mauro finì per produrre una vera rivoluzione: il campionato a girone unico nazionale del 1929".
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