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Fiorentina, Bove: "Il saluto dei tifosi della Lazio a Cataldi è perché ha lasciato qualcosa"
Edoardo Bove, centrocampista della Fiorentina, parla in conferenza stampa dopo la vittoria per 2-1 sulla Lazio: "Ringrazio il mister per le parole. Per me è una responsabilità positiva, averne per un giocatore è la cosa più importante. La pressione ci darà grande spinta per fare il massimo come oggi, non abbiamo mollato di un centimetro e alla fine gli episodi ci hanno premiato. Nel primo tempo siamo stati un po' troppo lenti con la palla, nel secondo invece siamo entrati subito in ritmo e abbiamo portato a casa una partita che ci darà la spinta per un percorso migliore".
Ha visto paura nella squadra durante il primo tempo?
"Dobbiamo liberare la mente, siamo tanti ragazzi in squadra e alcuni che si conoscono da poche settimane. Alcuni meccanismi vanno imparati a memoria. A volte ci vuole più coraggio e spensieratezza. Ma quando sei sotto nel risultato non è assolutamente facile ribaltarla, soprattutto in Serie A".
Qual è il suo ruolo preferito?
"A me piace giocare da mezzala in un centrocampo a tre o a due. Naturalmente a due mi sento più al centro del gioco, con più palloni toccati entri in fiducia e va sempre meglio. Anche da trequarti più avanzato come mi mette il mister è un ruolo divertente, sei più vicino alla porta e puoi fare gol. Io mi metto a disposizione, proprio perché siamo tanti nuovi avere la più grande duttilità possibile è comunque una qualità".
Come ha visto Cataldi? Perché voi due non siete riusciti a rimanere nelle vostre realtà a Roma?
"Non è vero che non siamo riusciti a imporci... Oggi abbiamo visto come i tifosi della Lazio hanno accolto Danilo, non è scontato. Il fatto che lui abbia lasciato qualcosa nel ricordo dei tifosi è la cosa più importante. Danilo è quello con cui sono stato di più in questo periodo, stiamo cercando casa e siamo in albergo insieme. Sappiamo entrambi cosa si prova, ma bisogna focalizzarsi su cosa abbiamo lasciato alla piazza dalla quale ce ne siamo andati e non è scontato. Soprattutto nel calcio di oggi. Si dice che non ci sono più bandiere e non è solo colpa dei giocatori, la cosa mi fa ridere perché le società guardano ai loro interessi senza scrupoli. Questo ha portato me e Danilo ad andare, non eravamo più al centro: nulla di male, ne prendi atto. Qui ci siamo sentiti subito a casa".
Questa è la vittoria della svolta?
"Sicuramente è una partita importante, non fare punti oggi sarebbe stato un problema. Focalizziamoci però sul come e sullo spirito. C'è da migliorare, naturale, individualmente e sulla tattica, ma sono due settimane che ci lavoriamo e la cosa che non deve mancare è l'attaccamento alla partita. Mai disunirci, c'è sempre tempo per riprendere le partite. Se ognuno di noi ha questo spirito diventa tutto più semplice".
Ha visto paura nella squadra durante il primo tempo?
"Dobbiamo liberare la mente, siamo tanti ragazzi in squadra e alcuni che si conoscono da poche settimane. Alcuni meccanismi vanno imparati a memoria. A volte ci vuole più coraggio e spensieratezza. Ma quando sei sotto nel risultato non è assolutamente facile ribaltarla, soprattutto in Serie A".
Qual è il suo ruolo preferito?
"A me piace giocare da mezzala in un centrocampo a tre o a due. Naturalmente a due mi sento più al centro del gioco, con più palloni toccati entri in fiducia e va sempre meglio. Anche da trequarti più avanzato come mi mette il mister è un ruolo divertente, sei più vicino alla porta e puoi fare gol. Io mi metto a disposizione, proprio perché siamo tanti nuovi avere la più grande duttilità possibile è comunque una qualità".
Come ha visto Cataldi? Perché voi due non siete riusciti a rimanere nelle vostre realtà a Roma?
"Non è vero che non siamo riusciti a imporci... Oggi abbiamo visto come i tifosi della Lazio hanno accolto Danilo, non è scontato. Il fatto che lui abbia lasciato qualcosa nel ricordo dei tifosi è la cosa più importante. Danilo è quello con cui sono stato di più in questo periodo, stiamo cercando casa e siamo in albergo insieme. Sappiamo entrambi cosa si prova, ma bisogna focalizzarsi su cosa abbiamo lasciato alla piazza dalla quale ce ne siamo andati e non è scontato. Soprattutto nel calcio di oggi. Si dice che non ci sono più bandiere e non è solo colpa dei giocatori, la cosa mi fa ridere perché le società guardano ai loro interessi senza scrupoli. Questo ha portato me e Danilo ad andare, non eravamo più al centro: nulla di male, ne prendi atto. Qui ci siamo sentiti subito a casa".
Questa è la vittoria della svolta?
"Sicuramente è una partita importante, non fare punti oggi sarebbe stato un problema. Focalizziamoci però sul come e sullo spirito. C'è da migliorare, naturale, individualmente e sulla tattica, ma sono due settimane che ci lavoriamo e la cosa che non deve mancare è l'attaccamento alla partita. Mai disunirci, c'è sempre tempo per riprendere le partite. Se ognuno di noi ha questo spirito diventa tutto più semplice".
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