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Juventus, Cambiaso: "Col Napoli gara fra due squadre forti. Noi siamo affamati"
L’esterno della Juventus Andrea Cambiaso è stato ospite del canale Twitch bianconero: “La vittoria all’ultimo col Monza? Incredibile, vincere così è ancora più bello. Era successo già col Verona ed è stato bellissimo. Col Verona dal campo il colpo di testa di Milik sembrava entrato. Nel dubbio poi l'ho buttata dentro. Sul cross di Gatti volevo chiudere sul secondo palo, poi ho visto Milik andare lì e allora mi sono accentrato. Se vedete infatti io esulto già prima. Vincere le partite così è impagabile".
Sulle consapevolezza diverse: “Sono vittorie importanti e ci vuole anche fortuna. Ma la fortuna devi cercartela. Quelle due partite sono sei punti che pesano, secondo me si vedranno più avanti. Nell'analisi sono due partite diverse, col Verona il doppio delle occasioni del Monza. Abbiamo fatto un ottimo primo tempo, poi ci siamo abbassati troppo. La forza di segnare non è stata una cosa banale...".
Sul non mollare mai della Juve: “Non ero mai venuto alla Juve, sono arrivato e sono andato in prestito. Questi messaggi qui: fino alla fine, la Juve è come una famiglia... Sembrano più frasi fatte, ma in realtà quando le vivi e vieni qua alla Continassa le senti tutti i giorni queste cose".
Sul suo percorso: “Siamo ancora alla quattordicesima, c’è ancora tanto, tanto da fare. Ne ho giocate 13, la metà da titolare con un gol e un assist. Non pensavo di giocare con così tanta regolarità e minuti, sto facendo bene e posso fare ancora meglio. L'importante è giocare e aiutare la squadra. Ho sempre avuto questa capacità, riesco a coprire tanti ruoli. Da piccolo nasco come mezzala, fino all'Under 17 è stato così. Poi la mia costituzione fisica è cambiata, ho avuto corsa e gambe e mi sono spostato sull'esterno. Dove mi trovo meglio? Forse quinto a sinistra ma anche a destra. Non so se sia un bene o un male, la cosa che mi piace di più è rendermi disponibile. Ogni anno ho scalato una categoria, tranne Serie B e Serie D. Ho scalato tutte le categorie, è stato un percorso bellissimo che consiglio ai ragazzi. Avevo bisogno di quel percorso, sono orgoglioso e sono stato anche fortunato. Cosa consiglierei? Tanto allenamento. E per questo ringrazio papà che me l'ha inculcato: serve allenarsi più degli altri, ero contento quando sapevo di aver lavorato più degli altri”.
Sulla sfida al Napoli: “Speriamo di replicare, due anni fa è stata una bella cosa far gol. Sarà una gara con due squadre forti, il Napoli sarà bello cazzuto, arriva da due sconfitte e noi siamo belli affamati".
Su Allegri: “Ha esperienza incredibile, ha allenato grandissimi campioni e posso solo che imparare. La prima volta che l’ho conosciuto? In campionato, ma dal vivo l'anno scorso, quando sono venuto a firmare il passaggio dal Genoa. L'avevo beccato nei corridoi, con Cherubini e Manna. Tutti avevamo preso la decisione di andare in prestito e mi ha detto: “Ti aspettiamo!”".
Sulla chiamata della Juve: "Ricordo bene quel giorno. Ero andato dai miei agenti a Carrara, c'erano stati vari movimenti, poi ricordo quel giorno quando mi dissero: stai tranquillo, è tutto fatto. Quando è arrivata la Juve non avevo dubbi: è il club più titolato d'Italia e in questi tre mesi mi ha confermato in pieno quel che pensavo".
Sul suo idolo: "Sono cresciuto con Messi. Poi Dybala, l'ho visto a Genova una volta e fece un gol incredibile. Io giocavo mezzala e trequartista, quei giocatori lì li idolatravo. Poi oggi Cancelo, lo sappiamo benissimo. La maglia che mi ha regalato? Quel giorno incredibile, ho aperto il cassetto e visto la maglietta, non me l'aspettavo. L'ho incorniciata".
Sul numero di maglia: "In realtà volevo prendere la 20 di Miretti. Sono nato il 20, poi il mio secondo numero è il 47. Ho fatto un misto e ho scelto la 27. La città di Torino? Mi piace molto, son sincero mi manca un po’ il mare di Genova. Ma Torino è molto bella".
Sui legami in squadra: "C’erano già Miretti e Fagioli che conoscevo dall’Under 21. Poi dico Nicolussi Caviglia, abbiamo giocato tante volte contro con le giovanili ed è un bravissimo ragazzo. Il più simpatico è Manuel Locatelli, ha sempre la battuta pronta. Il senatore? Capitan Danilo, direi che è lui che ci guida. È un grandissimo capitano e una grande persona, un leader, quando parla dice sempre le cose giuste. È una persona veramente importante".
Sui talenti della Next Gen: "Ce ne sono tanti e anche bravi. Yildiz è veramente forte, a pensare che ha 18 anni mi vengono i brividi. Poi Nonge, Huijsen che sono con noi. Ma anche Mancini, Anghelé, sono in tanti bravi. Bellissima cosa. La Next Gen mancava proprio, l'ho vissuta sulla mia pelle, c'è troppa distanza e sta ancora aumentando il divario. Ho avuto la fortuna di entrare al Genoa dai 9 ai 17 anni, la squadra dove sono cresciuto, del mio cuore. Mi hanno detto di andare altrove e sono andato all'Albissola dopo 8 anni e mi ha fatto male ma mi ha forgiato di più. E in questo i miei genitori mi hanno aiutato".
Sulle consapevolezza diverse: “Sono vittorie importanti e ci vuole anche fortuna. Ma la fortuna devi cercartela. Quelle due partite sono sei punti che pesano, secondo me si vedranno più avanti. Nell'analisi sono due partite diverse, col Verona il doppio delle occasioni del Monza. Abbiamo fatto un ottimo primo tempo, poi ci siamo abbassati troppo. La forza di segnare non è stata una cosa banale...".
Sul non mollare mai della Juve: “Non ero mai venuto alla Juve, sono arrivato e sono andato in prestito. Questi messaggi qui: fino alla fine, la Juve è come una famiglia... Sembrano più frasi fatte, ma in realtà quando le vivi e vieni qua alla Continassa le senti tutti i giorni queste cose".
Sul suo percorso: “Siamo ancora alla quattordicesima, c’è ancora tanto, tanto da fare. Ne ho giocate 13, la metà da titolare con un gol e un assist. Non pensavo di giocare con così tanta regolarità e minuti, sto facendo bene e posso fare ancora meglio. L'importante è giocare e aiutare la squadra. Ho sempre avuto questa capacità, riesco a coprire tanti ruoli. Da piccolo nasco come mezzala, fino all'Under 17 è stato così. Poi la mia costituzione fisica è cambiata, ho avuto corsa e gambe e mi sono spostato sull'esterno. Dove mi trovo meglio? Forse quinto a sinistra ma anche a destra. Non so se sia un bene o un male, la cosa che mi piace di più è rendermi disponibile. Ogni anno ho scalato una categoria, tranne Serie B e Serie D. Ho scalato tutte le categorie, è stato un percorso bellissimo che consiglio ai ragazzi. Avevo bisogno di quel percorso, sono orgoglioso e sono stato anche fortunato. Cosa consiglierei? Tanto allenamento. E per questo ringrazio papà che me l'ha inculcato: serve allenarsi più degli altri, ero contento quando sapevo di aver lavorato più degli altri”.
Sulla sfida al Napoli: “Speriamo di replicare, due anni fa è stata una bella cosa far gol. Sarà una gara con due squadre forti, il Napoli sarà bello cazzuto, arriva da due sconfitte e noi siamo belli affamati".
Su Allegri: “Ha esperienza incredibile, ha allenato grandissimi campioni e posso solo che imparare. La prima volta che l’ho conosciuto? In campionato, ma dal vivo l'anno scorso, quando sono venuto a firmare il passaggio dal Genoa. L'avevo beccato nei corridoi, con Cherubini e Manna. Tutti avevamo preso la decisione di andare in prestito e mi ha detto: “Ti aspettiamo!”".
Sulla chiamata della Juve: "Ricordo bene quel giorno. Ero andato dai miei agenti a Carrara, c'erano stati vari movimenti, poi ricordo quel giorno quando mi dissero: stai tranquillo, è tutto fatto. Quando è arrivata la Juve non avevo dubbi: è il club più titolato d'Italia e in questi tre mesi mi ha confermato in pieno quel che pensavo".
Sul suo idolo: "Sono cresciuto con Messi. Poi Dybala, l'ho visto a Genova una volta e fece un gol incredibile. Io giocavo mezzala e trequartista, quei giocatori lì li idolatravo. Poi oggi Cancelo, lo sappiamo benissimo. La maglia che mi ha regalato? Quel giorno incredibile, ho aperto il cassetto e visto la maglietta, non me l'aspettavo. L'ho incorniciata".
Sul numero di maglia: "In realtà volevo prendere la 20 di Miretti. Sono nato il 20, poi il mio secondo numero è il 47. Ho fatto un misto e ho scelto la 27. La città di Torino? Mi piace molto, son sincero mi manca un po’ il mare di Genova. Ma Torino è molto bella".
Sui legami in squadra: "C’erano già Miretti e Fagioli che conoscevo dall’Under 21. Poi dico Nicolussi Caviglia, abbiamo giocato tante volte contro con le giovanili ed è un bravissimo ragazzo. Il più simpatico è Manuel Locatelli, ha sempre la battuta pronta. Il senatore? Capitan Danilo, direi che è lui che ci guida. È un grandissimo capitano e una grande persona, un leader, quando parla dice sempre le cose giuste. È una persona veramente importante".
Sui talenti della Next Gen: "Ce ne sono tanti e anche bravi. Yildiz è veramente forte, a pensare che ha 18 anni mi vengono i brividi. Poi Nonge, Huijsen che sono con noi. Ma anche Mancini, Anghelé, sono in tanti bravi. Bellissima cosa. La Next Gen mancava proprio, l'ho vissuta sulla mia pelle, c'è troppa distanza e sta ancora aumentando il divario. Ho avuto la fortuna di entrare al Genoa dai 9 ai 17 anni, la squadra dove sono cresciuto, del mio cuore. Mi hanno detto di andare altrove e sono andato all'Albissola dopo 8 anni e mi ha fatto male ma mi ha forgiato di più. E in questo i miei genitori mi hanno aiutato".
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