
Crollo Juve a Firenze. Vaciago: "Rinascerà come sempre fatto ma serviranno uomini giusti"
Il direttore di Tuttosport Guido Vaciago, all'indomani della disfatta subita dalla Juventus sul campo della Fiorentina, nel commentare il momento di crisi bianconera si dice fiducioso di una rinascita: "A Firenze qualcosa si è definitivamente rotto, quanto sia rischioso provare ad aggiustarlo per le ultime nove, decisive, partite per la volata Champions o quanto lo sia, invece, proseguire con Motta è la prima decisione da prendere per far rinascere la Juventus che, in questo momento, non c'è più.
Solo altre due volte la Juventus aveva perso due partite di fila con più di tre gol di scarto: nel 1956-57 con Sandro Puppo, nel 2010-11 con Luigi Del Neri, due stagioni nere cui seguirono immediatamente il ciclo di Charles e Sivori (fra le Juventus più belle di sempre) e il ciclo dei nove scudetti di Andrea Agnelli. La Juventus può rinascere, la Juventus deve rinascere. Adesso salvando il quarto posto, poi ripensando alla costruzione della rosa senza sottovalutare il fattore esperienza e senza sbagliare i grandi colpi, poi scegliendo un uomo giusto per guidarla".
Poi su Thiago Motta: "Impossibile giudicare le sue idee calcistiche, perché i primi a non capirle sono i giocatori, spaesati, confusi, inermi. Come si può riconnettere l’allenatore alla squadra non è immaginabile, perché tutto ciò che si vede è un gruppo allo sbando che, dopo l’eliminazione con il Psv, in cui c’era un barlume di agonismo, si è arreso alle riserve dell’Empoli in Coppa Italia e si è liquefatto contro Atalanta e Fiorentina".
Infine la chiosa: "Oggi più che mai serve capire gli errori per non ripeterli, non trovare i colpevoli per giustiziarli. La Juve deve ricominciare con serietà, applicazione, senso del dovere e lealtà nei confronti dei tifosi. Ieri a Firenze, alla fi ne, ce n’era uno solitario con la sciarpa bianconera al collo, in un deserto di seggiolini. Iconico nella fotografi a che ha immortalato la resistenza della sua fede. Forse era l’unico autentico pezzo di Juve a Firenze".
Solo altre due volte la Juventus aveva perso due partite di fila con più di tre gol di scarto: nel 1956-57 con Sandro Puppo, nel 2010-11 con Luigi Del Neri, due stagioni nere cui seguirono immediatamente il ciclo di Charles e Sivori (fra le Juventus più belle di sempre) e il ciclo dei nove scudetti di Andrea Agnelli. La Juventus può rinascere, la Juventus deve rinascere. Adesso salvando il quarto posto, poi ripensando alla costruzione della rosa senza sottovalutare il fattore esperienza e senza sbagliare i grandi colpi, poi scegliendo un uomo giusto per guidarla".
Poi su Thiago Motta: "Impossibile giudicare le sue idee calcistiche, perché i primi a non capirle sono i giocatori, spaesati, confusi, inermi. Come si può riconnettere l’allenatore alla squadra non è immaginabile, perché tutto ciò che si vede è un gruppo allo sbando che, dopo l’eliminazione con il Psv, in cui c’era un barlume di agonismo, si è arreso alle riserve dell’Empoli in Coppa Italia e si è liquefatto contro Atalanta e Fiorentina".
Infine la chiosa: "Oggi più che mai serve capire gli errori per non ripeterli, non trovare i colpevoli per giustiziarli. La Juve deve ricominciare con serietà, applicazione, senso del dovere e lealtà nei confronti dei tifosi. Ieri a Firenze, alla fi ne, ce n’era uno solitario con la sciarpa bianconera al collo, in un deserto di seggiolini. Iconico nella fotografi a che ha immortalato la resistenza della sua fede. Forse era l’unico autentico pezzo di Juve a Firenze".
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