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Pagliuca  svela la policy Atalanta. Non è possibile parlare male dei giocatori in pubblicoTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 15:38Serie A
di Andrea Losapio

Pagliuca svela la policy Atalanta. Non è possibile parlare male dei giocatori in pubblico

"Abbiamo un grande allenatore, molto passionale. Ha commesso un errore parlando di un singolo. Abbiamo una policy all’Atalanta, coi Percassi, che se le cose vanno male, la colpa ce la prendiamo noi, guardiamo a noi stessi, a come fare meglio". Stephen Pagliuca ha parlato della policy Atalanta, spiegando come Gian Piero Gasperini non fosse deputato a parlare dei singoli. In particolare di un Ademola Lookman che sta facendo, da un anno a questa parte, il bello e il cattivo tempo contro più o meno chiunque. È il miglior giocatore nerazzurro per rendimento, potrà esserlo anche sul mercato dopo quanto successo l'estate scorsa con il Paris Saint Germain. Ma è evidente che le parole del Gasp, sulla questione rigorista, hanno inciso non poco.

Perché (come spiegato QUI) gli americani si sono infastiditi non poco per le parole del tecnico. Tanto che ci sono state ore di riflessione anche sul prosieguo, nonostante tredici partite e un meno cinque in classifica che è già diventato meno tre dopo una partita. Inutile prendere decisioni di impatto e di impeto, in un momento in cui potrebbe realizzarsi un capolavoro che avrebbe dell'incredibile, nonostante una sessione di mercato di gennaio scialba. La situazione che ha fatto esplodere il tecnico, passionale appunto, ma che vorrebbe alzare l'asticella e non ha potuto farlo.


La realtà è che Gasperini ha, per la prima volta da quando è all'Atalanta, sbagliato bersaglio. O meglio, lo ha fatto pubblicamente, con chi aveva già dei rapporti abbastanza tesi. La policy Atalanta è quella di non parlare male dei calciatori, tanto da essere esplicitata nei contratti. Se fra tre mesi l'Atalanta vincerà lo Scudetto, probabilmente, poco importerà per chiunque e Gasperini si ritroverà centrale. Magari non rinnovando, anche se poi il calcio ha cicli talmente brevi che non è da escludere nulla. Basti pensare a Xavi con il Barcellona.