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Tacchinardi: "Motta ma anche Giuntoli, tanti errori. E la Juventus deve valutarli"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 14:00Serie A
di Dimitri Conti

Tacchinardi: "Motta ma anche Giuntoli, tanti errori. E la Juventus deve valutarli"

Fa ancora discutere la pesante sconfitta di ieri sera della Juventus, travolta 0-4 in casa dall'Atalanta. Per approfondire un po' di tematiche legate al presente, ma anche al futuro delle due squadre, partendo dalla Vecchia Signora, abbiamo intervistato in esclusiva l'ex centrocampista Alessio Tacchinardi, oggi allenatore e opinionista televisivo.

Che sensazioni lascia, il giorno dopo, una partita come quella di ieri sera? "Incredulità. Onestamente ho pensato a diversi scenari possibili, anche alla luce della grande partita di andata della Juventus, oltre allo zoppicare di chi stava davanti. E senza le coppe, la partita poteva essere preparata meglio: forse ero un po' troppo euforico anche io nell'intravedere una speranza, che non so nemmeno da cosa fosse data, viste le recenti eliminazioni con PSV e Empoli... Però mettici anche l'autocritica fatta da Motta, parlando tra loro si poteva sperare in qualcosa di diverso. La situazione che si era creata non faceva davvero immaginare un crollo del genere".

Oggi tutti puntano il dito contro Thiago Motta. Lei? "L'allenatore è un mestiere talmente difficile che come fai, sbagli. Di errori, comunque, ne ha fatti, ciò che mi stupisce in ogni caso è aver visto un allenatore che lo scorso anno ha dato un'identità forte al Bologna e che in questo, già dall'inizio, ha invece faticato fino ad oggi. Ancora a dicembre non capivo quale fosse la Juventus voluta da Motta. Mi piacerebbe essere una mosca per capire quale sia stato il vero problema. Forse lui non ha saputo vestirsi da condottiero, o la squadra non gli è andata dietro? È un integralista, magari? Io non lo so, ma mi fa terribilmente strano vedere come la Juve non sia riuscita a creare un'identità. E non solo tecnica, ma anche empatica: guardate come entra Vlahovic ieri, nemmeno ha guardato il suo allenatore".


A proposito di Vlahovic, come spiegarsi una gestione tanto discontinua nell'utilizzo a inizio stagione e le continue panchine del finale? "Dopo l'Empoli il tecnico dice che qualcuno pretende senza dare, nella partita dopo poi Vlahovic sta fuori ed entra 3 minuti. Qualcosa non va a livello empatico, oggi però il serbo è un giocatore totalmente diverso. Per esperienza oggi la società deve, a tavolino e chiunque decida, fare un certo discorso: Motta ha il gruppo dalla sua parte? Il progetto va portato avanti? Nel caso ci devi credere a prescindere, però solo loro sanno le dinamiche nella gestione e devono prendersi una grande responsabilità per capire se è l'uomo giusto per la rinascita. Dopo l'Empoli hanno preferito aspettare, adesso è ora di riunirsi e fare una chiacchierata a 360 gradi. Anche discorsi franchi, che magari faranno male a qualcuno, ma per migliorare".

Vede responsabilità anche da parte di Giuntoli? "Ho sempre pensato che fosse un ottimo direttore sportivo. Quest'anno diverse scelte non sono state redditizie: Koopmeiners, Luiz, Gonzalez, Kelly... Sono tanti. Giusto criticare Giuntoli e Motta, però bisogna anche capire perché nessuno stia rendendo. O quantomeno perché crollino sempre nei momenti decisivi: qualcuno può aver pensato siano dei leader, forse non lo sono. Oggi non puoi essere convinto neanche del lavoro di Giuntoli, però ha preso giocatori che lo scorso anno avevano fatto molto bene. Io non difendo nessuno, ma oggi vedo Koopmeiners ed è irriconoscibile: di chi è la colpa, se l'Atalanta mettendo dentro altri volti nuovi continua ad andare a duemila? C'è una linea sottile per la proprietà, devono capire se oltre a Motta anche Giuntoli sia l'uomo giusto. Di solito dopo 7-8 mesi lo capisci perché non stai rendendo. E invece si sono visti tanti capitani diversi ma anche tanti scontenti e numerosi crolli. Non penso che i giocatori della Juventus siano a livello dei giovani dell'Empoli o siano tali da essere presi a pallate dall'Atalanta. Evidentemente c'è qualcosa che non va".

Dall'altro lato della medaglia, c'è però un'Atalanta che sogna in grande. Per lei possono vincere lo Scudetto? "Da una parte ero dispiaciuto per la Juve da tifoso, però vedere Percassi esultare... Se proprio deve perdere con qualcuno, meglio sia con l'Atalanta. Ricordo ancora quando nel 1992/93 sono stato premiato da Percassi come capitano dopo il Torneo di Viareggio, l'entusiasmo che conserva ancora è il suo segreto. Siamo nel 2025 e ancora esulta come un bambino: è un grande. La testa di una società è fondamentale, il resto è tutto a cascata. Grande società e grande Gasperini, che è un fenomeno. Ora sono a petto in fuori nella lotta Scudetto, se vincono il campionato fanno un miracolo. Oltre a loro spero che anche Conte riesca a farcela, è un top. Atalanta e Napoli sono due outsider toste per l'Inter, che è una corazzata ma ha un calendario fitto. Giocando una partita a settimana magari tra poco assisteremo all'allungo decisivo. L'Inter ha tante, tante partite e la vedo in riserva, pur con un Lautaro mostruoso. Stanno vincendo le partite coi nervi, ora però dovranno alzare ancora di più il livello e temo stiano raschiando le energie al barile. Atalanta-Inter può essere una partita chiave".