
Ekitike sulle orme di Kolo Muani: "La nazionale con l'Eintracht... È il mio Santo Graal"
Lasciate Parigi e la Francia, Hugo Ekitike ha trovato la giusta dimensione in Germania, come era già capitato ad altri connazionali. L'attaccante classe 2002 sta disputando una grande stagione con l'Eintracht Francoforte, trascinato con 18 reti in stagione. A L'Equipe ha raccontato il suo momento: "Bisogna avere dubbi se vuoi essere grande. Oggi, quando non segno in una o due partite, mi sorgono dei dubbi. Quindi vi lascio immaginare cosa succedeva quando non giocavo per sei mesi. Gioco a calcio per avere successo, non per essere un giocatore mediocre. Voglio esistere, sono orgoglioso.
Quando ti trovi in certi periodi, la domanda è: 'Cosa faccio?'. Così ho deciso di fare tutto il possibile per avere successo. Oggi gioco in un posto in cui mi vengono assegnate delle responsabilità".
Ekitike ritiene però di non aver sprecato il suo tempo a Parigi: "Ho sempre pensato di essere all'altezza. Ma c'era un contesto particolare: sto parlando dell'ultimo anno di Messi e Neymar, era impossibile tenerli fuori. Devono giocare, sono i migliori giocatori del mondo. Due minuti, quindici minuti, due partite in panchina, poi sessanta minuti... Solo la continuità ti rende un giocatore importante Non dirò mai di aver fatto tutto bene, sicuramente avrei potuto fare di meglio, questa è la verità, ma nessuno mi ha aiutato a fare di meglio. Non mi è stata data fiducia, nessuno si è mai preso il tempo di parlare con me per potermi aiutare. Mi sono trovato in una situazione in cui ho dovuto capire le cose da solo. Anche durante le partite dovevo pensare a come muovermi per non ostacolare nessun giocatore e per far funzionare la squadra. Ma ho imparato molto e oggi sono un giocatore diverso".
Sogno nazionale: "È l'allenatore che decide. Mi concentro su cosa fare per arrivarci un giorno. Forse siamo la nazione migliore del mondo e i posti sono pochi quindi dobbiamo guadagnarceli. Per me è il Santo Graal. La squadra francese rappresenta tutto. Randal Kolo Muani è arrivato nella squadra francese quando giocava a Francoforte. Lui l'ha fatto, perché non io?".
Quando ti trovi in certi periodi, la domanda è: 'Cosa faccio?'. Così ho deciso di fare tutto il possibile per avere successo. Oggi gioco in un posto in cui mi vengono assegnate delle responsabilità".
Ekitike ritiene però di non aver sprecato il suo tempo a Parigi: "Ho sempre pensato di essere all'altezza. Ma c'era un contesto particolare: sto parlando dell'ultimo anno di Messi e Neymar, era impossibile tenerli fuori. Devono giocare, sono i migliori giocatori del mondo. Due minuti, quindici minuti, due partite in panchina, poi sessanta minuti... Solo la continuità ti rende un giocatore importante Non dirò mai di aver fatto tutto bene, sicuramente avrei potuto fare di meglio, questa è la verità, ma nessuno mi ha aiutato a fare di meglio. Non mi è stata data fiducia, nessuno si è mai preso il tempo di parlare con me per potermi aiutare. Mi sono trovato in una situazione in cui ho dovuto capire le cose da solo. Anche durante le partite dovevo pensare a come muovermi per non ostacolare nessun giocatore e per far funzionare la squadra. Ma ho imparato molto e oggi sono un giocatore diverso".
Sogno nazionale: "È l'allenatore che decide. Mi concentro su cosa fare per arrivarci un giorno. Forse siamo la nazione migliore del mondo e i posti sono pochi quindi dobbiamo guadagnarceli. Per me è il Santo Graal. La squadra francese rappresenta tutto. Randal Kolo Muani è arrivato nella squadra francese quando giocava a Francoforte. Lui l'ha fatto, perché non io?".
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