
Il miglior acquisto estivo di Giuntoli fa salire a quattro le pretendenti per lo Scudetto. In cinque partite Motta ha recuperato otto punti a Inzaghi, undici a Conte e sei a Gasperini: è ufficialmente nata la sua Juventus (senza Vlahovic)?
Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Politica presso l'Università Orientale di Napoli. Lavora per TMW dal 2008, è stato vicedirettore per 10 anni. Inviato al seguito della Nazionale
Khéphren Thuram è la dimostrazione che molto spesso il valore del cartellino è un peso più che una dote. La scorsa estate il centrocampista francese nato a Reggio Emilia è stato acquistato dal Nizza per 20 milioni di euro: nulla a che vedere con la cifra versata nelle casse dell'Atalanta per acquistare Teun Koopmeiners. Oppure con la valutazione da 50 milioni di euro data a Douglas Luiz. Una cifra lontana da alcune quotazioni iperboliche per un calciatore che al momento rappresenta il miglior affare da quando Cristiano Giuntoli ha preso in tutto e per tutto il controllo del calciomercato bianconero.
Thuram ha sbloccato e deciso la partita contro l'Hellas Verona a meno di venti minuti dalla fine. L'ha fatto proprio mentre la Juventus rischiava di farsi prendere dalla frenesia: è stato lui a silenziare i fischi, a riportare la Juventus al quarto posto e a farla salire sull'ultimo treno utile per la corsa Scudetto. Sia chiaro: sorpassare ben tre squadre a undici giornate dalla fine sarà molto complicato, impone a Motta e ai suoi ragazzi di non sbagliare nemmeno un colpo da qui alla fine. Impone di vincere tra sei giorni quando allo Stadium arriverà l'Atalanta. Però è possibile, ora è un'ipotesi reale che dista solo sei punti. E poi crederci è doveroso anche alla luce di quanto accaduto negli ultimi 29 giorni: tra un'eliminazione e l'altra, la squadra di Thiago Motta ha conquistato cinque vittorie di fila e in meno di un mese ha rosicchiato sei punti all'Atalanta, otto all'Inter e addirittura undici al Napoli.
Ci sono poi un altro paio di fattori a dar speranze alla Juventus, a partire dai progressi evidenti sul piano del gioco. Non lasciatevi ingannare dal 2-0 finale, da una gara sbloccata solo al 73esimo: ieri sera la squadra di Thiago Motta ha dominato in lungo e in largo l'Hellas Verona. Ha chiuso la prima frazione con il 78% di possesso palla e tredici tiri: non era mai capitato prima in questa stagione. Sulla stessa falsariga anche la ripresa: altre 14 conclusioni e un controllo del gioco costante e continuo. Figlio di una costruzione paziente e di un impianto tattico che Motta non ha modificato in alcun modo anche quando la fretta poteva prendere il sopravvento.
Un po' come accaduto lo scorso anno a Bologna, l'impressione è che la squadra di Thiago Motta in campionato stia venendo fuori alla lunga. E lo sta facendo anche con scelte piuttosto nette. Col Verona, ad esempio, Dusan Vlahovic ancora una volta è partito dalla panchina e non è stato inserito nelle rotazioni né in occasione dei primi due cambi effettuati intorno all'ora di gioco ma nemmeno al 71esimo quando il risultato era ancora sullo 0-0. Il terzo cambio di Motta per dare la scossa è stato Kalulu per Gatti, mentre il 9 serbo ha fatto il suo ingresso solo quando la strada era in discesa, a otto minuti dalla fine.
Sta nascendo insomma una nuova Juventus con contorni sempre più netti. Con Kolo Muani al centro del villaggio e senza Dusan Vlahovic. Con Thuram uomo ovunque e Locatelli regista insostituibile. Una Juventus che dopo questo turno è ufficialmente salita sul treno Scudetto e che ora dovrà esser brava a non scenderci subito: quella di domenica contro l'Atalanta sarà un'altra gara da dentro o fuori.
Thuram ha sbloccato e deciso la partita contro l'Hellas Verona a meno di venti minuti dalla fine. L'ha fatto proprio mentre la Juventus rischiava di farsi prendere dalla frenesia: è stato lui a silenziare i fischi, a riportare la Juventus al quarto posto e a farla salire sull'ultimo treno utile per la corsa Scudetto. Sia chiaro: sorpassare ben tre squadre a undici giornate dalla fine sarà molto complicato, impone a Motta e ai suoi ragazzi di non sbagliare nemmeno un colpo da qui alla fine. Impone di vincere tra sei giorni quando allo Stadium arriverà l'Atalanta. Però è possibile, ora è un'ipotesi reale che dista solo sei punti. E poi crederci è doveroso anche alla luce di quanto accaduto negli ultimi 29 giorni: tra un'eliminazione e l'altra, la squadra di Thiago Motta ha conquistato cinque vittorie di fila e in meno di un mese ha rosicchiato sei punti all'Atalanta, otto all'Inter e addirittura undici al Napoli.
Ci sono poi un altro paio di fattori a dar speranze alla Juventus, a partire dai progressi evidenti sul piano del gioco. Non lasciatevi ingannare dal 2-0 finale, da una gara sbloccata solo al 73esimo: ieri sera la squadra di Thiago Motta ha dominato in lungo e in largo l'Hellas Verona. Ha chiuso la prima frazione con il 78% di possesso palla e tredici tiri: non era mai capitato prima in questa stagione. Sulla stessa falsariga anche la ripresa: altre 14 conclusioni e un controllo del gioco costante e continuo. Figlio di una costruzione paziente e di un impianto tattico che Motta non ha modificato in alcun modo anche quando la fretta poteva prendere il sopravvento.
Un po' come accaduto lo scorso anno a Bologna, l'impressione è che la squadra di Thiago Motta in campionato stia venendo fuori alla lunga. E lo sta facendo anche con scelte piuttosto nette. Col Verona, ad esempio, Dusan Vlahovic ancora una volta è partito dalla panchina e non è stato inserito nelle rotazioni né in occasione dei primi due cambi effettuati intorno all'ora di gioco ma nemmeno al 71esimo quando il risultato era ancora sullo 0-0. Il terzo cambio di Motta per dare la scossa è stato Kalulu per Gatti, mentre il 9 serbo ha fatto il suo ingresso solo quando la strada era in discesa, a otto minuti dalla fine.
Sta nascendo insomma una nuova Juventus con contorni sempre più netti. Con Kolo Muani al centro del villaggio e senza Dusan Vlahovic. Con Thuram uomo ovunque e Locatelli regista insostituibile. Una Juventus che dopo questo turno è ufficialmente salita sul treno Scudetto e che ora dovrà esser brava a non scenderci subito: quella di domenica contro l'Atalanta sarà un'altra gara da dentro o fuori.
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