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Conceicao sbotta, ma il problema non è solo lui. Il Milan sceglie sempre Mendes
Dopo la partita contro il Bologna, persa dal suo Milan, Sergio Conceicao si è sfogato con forza. "Tutti i giorni si parla della mia situazione qua, non è facile. So cosa voglio e cosa posso fare, vedo tanta gente che parla ma la mia situazione è semplice. Se non servo più, prendo le valigie e vado via senza chiedere un euro in più. Ho quasi 100 partite in Champions, ho vinto 13 trofei: tutti i giorni si parla di me, ho sentito anche cattiverie ingiuste".
La realtà è che non è colpa "solo" di Conceicao. Il Milan sta attraversando una crisi più profonda, perché la sua gestione economicamente virtuosa è stata spinta all'eccesso, ma con gravi problemi strutturali. Cosa significa? Che è vero che i rossoneri vogliono rimanere il più possibile nella loro bolla di sostenibilità, ma dall'altro ci sono soldi che vengono spesi in maniera sballata. Prendiamo il caso degli allenatori: Pioli mandato via con un altro anno di contratto, quasi più per capriccio dirigenziale che non per i risultati. Fonseca che arriva dopo un "sondaggio" neanche troppo velato da parte della dirigenza su Lopetegui. Poi, appunto, Conceicao. Il problema di passare da un allenatore portoghese ad un altro allenatore portoghese non l'ha posto nessuno, sul piatto? In dirigenza no, ma fra i tifosi questa sensazione c'è.
Come, del resto, che sia il caso di affrancarsi da Jorge Mendes. Perché essere troppo vicini a un determinato polo di potere - che poi è lo stesso di altri, come il Benfica o il Barcellona, ma non solo - ne preconfigura una dipendenza che non fa bene a nessuno, dal caso Leao in giù. Poi Joao Felix, simbolo della gara di ieri, per cui sono stati spesi milioni per il prestito nonostante le ultime esperienze non convincenti (per usare un eufemismo). Il problema di Conceicao non è lui in senso stretto, è questo aleggiare di scelte quasi dovute verso un'entità terza. Non è del tutto così: Mendes è un grandissimo professionista ma che le scelte vadano sempre in una direzione è sotto gli occhi di tutti, aumentando l'insoddisfazione della piazza e, quindi, le polemiche.
La realtà è che non è colpa "solo" di Conceicao. Il Milan sta attraversando una crisi più profonda, perché la sua gestione economicamente virtuosa è stata spinta all'eccesso, ma con gravi problemi strutturali. Cosa significa? Che è vero che i rossoneri vogliono rimanere il più possibile nella loro bolla di sostenibilità, ma dall'altro ci sono soldi che vengono spesi in maniera sballata. Prendiamo il caso degli allenatori: Pioli mandato via con un altro anno di contratto, quasi più per capriccio dirigenziale che non per i risultati. Fonseca che arriva dopo un "sondaggio" neanche troppo velato da parte della dirigenza su Lopetegui. Poi, appunto, Conceicao. Il problema di passare da un allenatore portoghese ad un altro allenatore portoghese non l'ha posto nessuno, sul piatto? In dirigenza no, ma fra i tifosi questa sensazione c'è.
Come, del resto, che sia il caso di affrancarsi da Jorge Mendes. Perché essere troppo vicini a un determinato polo di potere - che poi è lo stesso di altri, come il Benfica o il Barcellona, ma non solo - ne preconfigura una dipendenza che non fa bene a nessuno, dal caso Leao in giù. Poi Joao Felix, simbolo della gara di ieri, per cui sono stati spesi milioni per il prestito nonostante le ultime esperienze non convincenti (per usare un eufemismo). Il problema di Conceicao non è lui in senso stretto, è questo aleggiare di scelte quasi dovute verso un'entità terza. Non è del tutto così: Mendes è un grandissimo professionista ma che le scelte vadano sempre in una direzione è sotto gli occhi di tutti, aumentando l'insoddisfazione della piazza e, quindi, le polemiche.
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