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Theo e Leao le due facce da copertina. Conceicao non è Fonseca: arriva al Milan con sei mesi di ritardo. Rashford sia il regalo per il portoghese. Inzaghi recrimina: ma una squadra matura come la sua non può perdere così. E serve un difensore
Il trionfo del Milan in Supercoppa Italiana è il capolavoro di Sergio Conceicao. In una settimana il tecnico rossonero ha fatto un vero miracolo, con due uomini copertina (non ce ne voglia Abraham): Theo Hernandez e Rafael Leao. Gol e assist per il primo nella finale di Riyadh, ingresso in campo decisivo, sullo 0-2, per il secondo, con tanto di passaggio per la rete della vittoria del centravanti inglese. Una rondine non fa primavera, sia chiaro, neanche due, come le vittorie ottenute in Arabia Saudita contro Juventus prima e Inter poi, ma il cambiamento è chiaro ed è testimoniato dalle parole del numero 10, che non ci ha girato intorno nel post gara, come dall'abbraccio, con il sigaro in mano, con Theo, nel classico balletto della vittoria che ormai contraddistingue Conceicao da anni. In sette giorni l'ex Porto ha rimesso i due giocatori più importanti al centro di tutto e il risultato è stato chiaro: coppa in bacheca e messaggio a tutta la Serie A. Da ora in poi c'è anche il Milan.
Sei mesi di ritardo.
"Volevamo Conte, Allegri, Conceicao, chi se ne frega: Paulo Fonseca". Cantavano così i tifosi del Milan in estate, e lo hanno fatto anche nei mesi successivi, per un coro che sapeva tanto di autoconvincimento, anche perché la scelta legata all'ex Roma e Lille, non aveva mai convinto del tutto, e non lo abbiamo mai nascosto neanche su queste pagine. Sergio Conceicao, ora possiamo dirlo con certezza, è arrivato al Milan con sei mesi di ritardo. Meglio tardi che mai, si dice molto spesso nella vita, e sarà così anche per il Milan, che ha capito di aver commesso un errore grande, come ha affermato, tra le righe, anche Zlatan Ibrahimovic, visto che di fronte alle telecamere ha detto chiaramente di poter fare un passo indietro, visto che il bastone adesso è nelle mani di Conceicao. Allo svedese la carota, e non è una cosa banale, conoscendo il personaggio. Ma lo ha detto lui, e noi ci crediamo.
Il mercato.
Messo in tasca il primo trofeo adesso sarà tempo di tornare alla realtà, in Italia e non in Arabia Saudita, con la classifica da sistemare e con un calciomercato che potrà correre in aiuto del Milan. Diciamolo chiaramente: Sergio Conceicao si è guadagnato un regalo dalla dirigenza e non appena le parti si saranno messe a tavolino, per la prima volta visto che finora la priorità era giustamente rivolta al campo, si capirà anche quale sarà la richiesta dell'allenatore. Il nome di Marcus Rashford è il primo della lista, almeno per ora, e sarebbe un grandissimo colpo, tanto importante quanto funzionale. Non andiamo troppo oltre però: nei prossimi giorni sarà tutto più chiaro.
La delusione dell'Inter.
Per un Milan che sorride e festeggia c'è però il rovescio della medaglia, a tinte nerazzurre, che non può che rappresentare la delusione. Perdere così fa male, dopo essere stati sul doppio vantaggio con i due gol arrivati all'ultimo minuto del primo tempo e subito all'inizio del secondo. Nel post gara Simone Inzaghi non ha nascosto la sua delusione, ha recriminato per alcune scelte arbitrali rivedibili, e in parte ha ragione, ma ha fatto anche mea culpa, altrettanto giustamente. La sua squadra è matura, il suo progetto non nasce da quest'anno, e allora è lecito affermare che la sua Inter non possa perdere una partita del genere. Essere rimontati da 0-2 a 3-2 in meno di un tempo è una cosa grave per la squadra che ha lo scudetto cucito sul petto e messa in archivio una sconfitta che fa malissimo il compito del tecnico sarà quello di mandar giù il prima possibile, e senza ripercussioni, questo boccone amarissimo. Anche Inzaghi avrà però bisogno di qualcosa dal mercato. Ai nerazzurro serve un difensore. Al momento non ci sono segnali di apertura da parte della società, ma Acerbi è fuori da molto più tempo del previsto e se ci aggiungiamo lo stop anche di Pavard capiamo che per tenere botta su tre fronti sarà necessario fare uno sforzo. La Supercoppa Italiana ha detto anche questo. Tra la gioia di Conceicao, il riscatto di Theo e Leao, la delusione di Simone Inzaghi e una finale bellissima possiamo dire che il 2025 del calcio italiano è iniziato con i migliori auspici.
Sei mesi di ritardo.
"Volevamo Conte, Allegri, Conceicao, chi se ne frega: Paulo Fonseca". Cantavano così i tifosi del Milan in estate, e lo hanno fatto anche nei mesi successivi, per un coro che sapeva tanto di autoconvincimento, anche perché la scelta legata all'ex Roma e Lille, non aveva mai convinto del tutto, e non lo abbiamo mai nascosto neanche su queste pagine. Sergio Conceicao, ora possiamo dirlo con certezza, è arrivato al Milan con sei mesi di ritardo. Meglio tardi che mai, si dice molto spesso nella vita, e sarà così anche per il Milan, che ha capito di aver commesso un errore grande, come ha affermato, tra le righe, anche Zlatan Ibrahimovic, visto che di fronte alle telecamere ha detto chiaramente di poter fare un passo indietro, visto che il bastone adesso è nelle mani di Conceicao. Allo svedese la carota, e non è una cosa banale, conoscendo il personaggio. Ma lo ha detto lui, e noi ci crediamo.
Il mercato.
Messo in tasca il primo trofeo adesso sarà tempo di tornare alla realtà, in Italia e non in Arabia Saudita, con la classifica da sistemare e con un calciomercato che potrà correre in aiuto del Milan. Diciamolo chiaramente: Sergio Conceicao si è guadagnato un regalo dalla dirigenza e non appena le parti si saranno messe a tavolino, per la prima volta visto che finora la priorità era giustamente rivolta al campo, si capirà anche quale sarà la richiesta dell'allenatore. Il nome di Marcus Rashford è il primo della lista, almeno per ora, e sarebbe un grandissimo colpo, tanto importante quanto funzionale. Non andiamo troppo oltre però: nei prossimi giorni sarà tutto più chiaro.
La delusione dell'Inter.
Per un Milan che sorride e festeggia c'è però il rovescio della medaglia, a tinte nerazzurre, che non può che rappresentare la delusione. Perdere così fa male, dopo essere stati sul doppio vantaggio con i due gol arrivati all'ultimo minuto del primo tempo e subito all'inizio del secondo. Nel post gara Simone Inzaghi non ha nascosto la sua delusione, ha recriminato per alcune scelte arbitrali rivedibili, e in parte ha ragione, ma ha fatto anche mea culpa, altrettanto giustamente. La sua squadra è matura, il suo progetto non nasce da quest'anno, e allora è lecito affermare che la sua Inter non possa perdere una partita del genere. Essere rimontati da 0-2 a 3-2 in meno di un tempo è una cosa grave per la squadra che ha lo scudetto cucito sul petto e messa in archivio una sconfitta che fa malissimo il compito del tecnico sarà quello di mandar giù il prima possibile, e senza ripercussioni, questo boccone amarissimo. Anche Inzaghi avrà però bisogno di qualcosa dal mercato. Ai nerazzurro serve un difensore. Al momento non ci sono segnali di apertura da parte della società, ma Acerbi è fuori da molto più tempo del previsto e se ci aggiungiamo lo stop anche di Pavard capiamo che per tenere botta su tre fronti sarà necessario fare uno sforzo. La Supercoppa Italiana ha detto anche questo. Tra la gioia di Conceicao, il riscatto di Theo e Leao, la delusione di Simone Inzaghi e una finale bellissima possiamo dire che il 2025 del calcio italiano è iniziato con i migliori auspici.
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