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Montero: "Yildiz e Huijsen in Primavera erano adulti. Non sbagliavano un allenamento"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 16:53Serie A
di Alessio Del Lungo

Montero: "Yildiz e Huijsen in Primavera erano adulti. Non sbagliavano un allenamento"

Paolo Montero, ex allenatore della Juventus Primavera e della Juventus Next Gen, ha rilasciato una lunga intervista a Cronache di Spogliatoio, parlando di Kenan Yildiz e Dean Huijsen, due che ha allenato in passato: "Da ragazzini non sbagliavano un allenamento in Primavera. Non erano neanche maggiorenni, ma li vedevo già come adulti. I giovani di oggi vogliono più feedback. Avere due figli di 17 e 21 anni mi ha aiutato ad allenare la Primavera della Juventus: mi hanno fatto capire di più le nuove generazioni. Ho compreso che erano tutti ragzzi come loro. Oggi mio figlio appena finisce di giocare inizia a riempire tutti di domande. Quella della Next Gen è stata una grande intuizione: i giovani si trovano a giocare in Serie C contro gente che, come alla mia epoca, fa sforzi per portare il piatto da mangiare a casa. Magari non sono partite bellissime, ma di contatto, contro uomini che aiutano subito a svegliarti e a renderti conto come sia il calcio vero. A 18-19 anni la Primavera non ti serve più perché non ti aiuta a crescere. Devi giocare contro gente adulta, altrimenti rimani sempre allo stesso livello. È meglio andare in C o in B: in Italia non importa la categoria perché se sei forte poi arriva un top club a comprarti. Sai quante volte l'ho visto fare ad Atalanta e Roma? Arrivano perfino in D".

Un allenatore da cui è stato recentemente e che l'ha impressionata?
"Maresca mi ha dimostrato una cosa: l'umiltà dei fenomeni. Sono andato a trovarlo e mi ha fatto vedere tutto, senza nascondere niente. Sono andato a Londra da lui per imparare. È convintissimo della sua idea di calcio. Non ha nascosto niente di tutto quello che fa in settimana o in ritiro, di ciò che fa strategicamente per giocare contro il Newcastle o il Tottenham. Ci siamo seduti nel suo studio con la sua tv e il suo pc. Gli abbiamo chiesto tutto e lui ha risposto a qualsiasi nostra domanda. Non sono mai stato da Guardiola, ma mi dicono che è fatto in quel modo, così come De Zerbi".

Con lui ha avuto modo di parlare?
"Sono stato da lui già ai tempi del Sassuolo e ora ho in programma di andare a ritrovarlo a Marsiglia. Sto studiando tanti allenatori".


Da chi vorrebbe andare?
"Sarei dovuto andare a Madrid da Ancelotti, ma era il periodo in cui non stava andando bene in Champions e ho preferito lasciar stare. Se Dio vuole, riorganizzeremo. Il mio obiettivo è uno solo, cercare di imparare dai migliori".

E Bielsa?
"È un genio libero mentalmente: la prima cosa che mi ha detto è che avere difensori per forza alti è una cavolata. Sono andato a trovarlo quando era al Leeds, gli ho fatto giusto un paio di domande. Una era sul perché non tenesse conto dell'altezza dei difensori. Un argomento molto attuale: magari oggi un difensore con la mia altezza non giocherebbe. Non sarei mai stato scelto. Mi ha detto una cosa che mi è piaciuta molto: lui cerca difensori agili, con una buona lettura. Poi per l'altezza, se un giocatore è intelligente si arrangia. Ho sempre parlato molto con tutta quella generazione che lui ha avuto da allenatore dell'Argentina al Mondiale e all'Olimpiade. Tempo da è stato a un evento con Batistuta. Lui, così come tanti altri, ti parla di Bielsa come della persona che gli ha aperto la testa per il calcio. Il Loco ha fatto capire a tutti loro il gioco del calcio. Tante volte noi in Sudamerica diciamo che c'è una differenza fra il giocatore di pallone e quello di calcio. Prima di Bielsa noi giocavamo al pallone, come quando eri piccolo: ne volevi dribblare 10 e tutti correvano dietro alla palla. È Bielsa che ha spiegato come visualizzare i momenti di una partita e le strategie. Ha aperto tante menti calcistiche".