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Christian Vieri: "Vlahovic, Lukaku, Haaland e Dovbyk mi somigliano. L'ucraino è forte forte"
Christian Vieri, ex attaccante di moltissime squadre, parla così della propria carriera dal nuovo flagship store di Iliad in via Torino: “Tre-quattro giocatori mi somigliano: Vlahovic, Lukaku, Haaland, Dovbyk. Per caratteristiche siamo simili. Dovbyk è forte forte”.
Cosa avevi di diverso dagli altri?
“Dovete chiedere agli allenatori. Io sapevo che meglio lavoravo durante la settimana e meglio stavo. Più mi allenavo più andavo forte la domenica: io mi sono sempre allenato tantissimo. Dovevo migliorare in tutto”.
Ti manca il campo?
“Si da pazzi, ma a tutti noi”.
Pure a Totti?
“Gli ho scritto l’altro giorno, gli ho detto che se vuole tornare a giocare deve farlo, fregandosene degli altri. Lui già non doveva smettere, ora se vuole riprendere deve farlo. Se lo fa felice, deve farlo: c’è Miura che gioca a 57 anni… Gli diranno che è lento, ma che gliene frega”.
Delusioni?
“Quando non sono andato al mondiale perché mi sono rotto il ginocchio. Quando ho perso la finale di Champions con la Juve. Quando ho perso il cinque maggio con l’Inter. Fanno parte dello sport, però è bello esserci: sono partito dall’Australia, quando sono arrivato in Italia andavo a vedere Baggio in curva e dopo sette-otto anni poi ho giocato in Nazionale e nell’Inter con lui”.
Cosa avevi di diverso dagli altri?
“Dovete chiedere agli allenatori. Io sapevo che meglio lavoravo durante la settimana e meglio stavo. Più mi allenavo più andavo forte la domenica: io mi sono sempre allenato tantissimo. Dovevo migliorare in tutto”.
Ti manca il campo?
“Si da pazzi, ma a tutti noi”.
Pure a Totti?
“Gli ho scritto l’altro giorno, gli ho detto che se vuole tornare a giocare deve farlo, fregandosene degli altri. Lui già non doveva smettere, ora se vuole riprendere deve farlo. Se lo fa felice, deve farlo: c’è Miura che gioca a 57 anni… Gli diranno che è lento, ma che gliene frega”.
Delusioni?
“Quando non sono andato al mondiale perché mi sono rotto il ginocchio. Quando ho perso la finale di Champions con la Juve. Quando ho perso il cinque maggio con l’Inter. Fanno parte dello sport, però è bello esserci: sono partito dall’Australia, quando sono arrivato in Italia andavo a vedere Baggio in curva e dopo sette-otto anni poi ho giocato in Nazionale e nell’Inter con lui”.
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