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Zazzaroni sul CorSport: "Motta descritto come non è, può diventare il nuovo Allegri o Conte"
"È un articolo a favore di Thiago". E' questo il titolo che Ivan Zazzaroni assegna all'editoriale scritto e pubblicato sull'edizione odierna del Corriere dello Sport, a due giorni dal successo della Juventus contro il Manchester City in Champions League: "Il problema di Thiago non è Motta, bensì i topolini che seguono qualche pifferaio tutt’altro che magico: i piper hanno descritto Thiago come non è, probabilmente avendo seguito con scarsa attenzione poche partite della sua ultima squadra, il Bologna. Il firulì firulà suonato insistentemente al popolo insoddisfatto era questo: “la Juve cambi registro, basta con il difensivismo, il gioco passivo, il contropiede come must: qui ci vuole l’allenatore della proposta, Motta”.
Ciò che all’inizio ha aiutato Thiago a entrare nei cuori degli juventini è stato proprio l’anti-allegrismo. Ora, però, dopo una ventina di partite, il Nostro si è mostrato per quello che è e che era anche da giocatore: un professionista pratico, intelligente, portatore di equilibrio tattico. Un po’ strano, questo sì. Del resto i numeri, se letti con onestà, raccontavano di un Bologna che aveva chiuso la stagione con la terza miglior difesa del campionato, avendo subìto solo 32 gol, uno più della Juve, 9 più dell’Inter campione d’Italia, ma ben 17 meno del Milan, secondo in classifica, e 11 meno dell’Atalanta di Gasperini.
La produzione offensiva non la considero perché un conto è attaccare con Zirkzee, Ndoye, Orsolini e Fabbian, un altro con Lautaro, Thuram, Çalhanoglu e Miki. Oppure Leão, Pulisic e Giroud, sostituito in estate da Morata. La Juve è stata capace di alterare Sarri, giochista dop, ma solo per un anno, tant’è che Maurizio non vedeva l’ora di essere cacciato. Penso che non cambierà Motta: non ce n’è bisogno, perché può diventare l’Allegri o il Conte dei prossimi quindici anni. È quello che gli auguro".
Ciò che all’inizio ha aiutato Thiago a entrare nei cuori degli juventini è stato proprio l’anti-allegrismo. Ora, però, dopo una ventina di partite, il Nostro si è mostrato per quello che è e che era anche da giocatore: un professionista pratico, intelligente, portatore di equilibrio tattico. Un po’ strano, questo sì. Del resto i numeri, se letti con onestà, raccontavano di un Bologna che aveva chiuso la stagione con la terza miglior difesa del campionato, avendo subìto solo 32 gol, uno più della Juve, 9 più dell’Inter campione d’Italia, ma ben 17 meno del Milan, secondo in classifica, e 11 meno dell’Atalanta di Gasperini.
La produzione offensiva non la considero perché un conto è attaccare con Zirkzee, Ndoye, Orsolini e Fabbian, un altro con Lautaro, Thuram, Çalhanoglu e Miki. Oppure Leão, Pulisic e Giroud, sostituito in estate da Morata. La Juve è stata capace di alterare Sarri, giochista dop, ma solo per un anno, tant’è che Maurizio non vedeva l’ora di essere cacciato. Penso che non cambierà Motta: non ce n’è bisogno, perché può diventare l’Allegri o il Conte dei prossimi quindici anni. È quello che gli auguro".
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