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Impallomeni: "Fonseca, sfogo contro i calciatori. Guardiola dovrebbe dimettersi"
tmwradio
Maracanà con Marco Piccari e Stefano Impallomeni. Ospiti:
Porrini:" Vlahovic lo premio per il lavoro."
Balzarini:" Ieri la Juve ha mostrato la velocità di esecuzione."
Gramellini:" Locatelli e Gatti monumentali contro il City."
Impallomeni:" Guardiola si deve dimettere per il suo bene."
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A Maracanà, nel pomeriggio di TMW Radio, ha parlato delle italiane nelle coppe Stefano Impallomeni, giornalista ed ex calciatore.
Che ne pensa dello sfogo di Fonseca? Che effetti avrà sul gruppo?
"Fonseca è una persona straordinaria dal punto di vista umano. Emerge tutta la sua frustrazione, di un professionista che dice che è un gruppo di valore ma che non si comporta come tale. E' uno sfogo contro alcuni calciatori, non sa più come prenderli. Io mi sono fatto un'idea, ma credo che 2-3 si conoscono, uno in particolare. Fonseca non è attaccato alle poltrone, o si fanno le cose come dice lui o si fa mandare via. Mi è piaciuto perché lo ha detto alla quarta vittoria di fila. Non vuole fare la figura dello scemo, lo ha fatto capire chiaramente".
Quando succede questo, non ci sono anche responsabilità dell'allenatore?
"Ci possono essere tanti motivi. Magari l'allenatore non sente la stima di alcuni calciatori ma se ci sono queste fratture è anche perché l'allenatore non ci mette del suo".
La vittoria della Juventus può essere quella della svolta?
"Non lo so ma mi sono piaciute le parole di Motta, anima, fuoco e testa. Complimenti, perché il lavoro di Motta è evidente. Solo un acquisto di Giuntoli per ora svetta. Motta rimane il miglior acquisto della Juve. Me lo auguro per Motta e per la Juve che sia un segnale per la stagione, ma c'è ancora una gestione difficile da gestire come collettivo. Questo non è il vero Motta, ha fatto un buon lavoro finora ma deve aggiungere. Ieri ha vinto con anima, testa, cuore, come ha detto ieri Motta. Danilo a sinistra ho delle perplessità a sinistra ma ieri ha fatto una partita gigantesca. Ribadisco, si vede il lavoro di Motta, per il resto attendo il campo".
Su Guardiola che dice?
"Credo debba rassegnare le dimissioni. Lui rappresenta un fenomeno calcistico, viene da un momento difficile, dove ha perso la ragione di essere. Per se stesso, per il bene del calcio e per la storia che rappresenta, deve fare un passo indietro doveroso e giusto. Non può accettare di vivere nella mediocrità".
Che ne pensa dello sfogo di Fonseca? Che effetti avrà sul gruppo?
"Fonseca è una persona straordinaria dal punto di vista umano. Emerge tutta la sua frustrazione, di un professionista che dice che è un gruppo di valore ma che non si comporta come tale. E' uno sfogo contro alcuni calciatori, non sa più come prenderli. Io mi sono fatto un'idea, ma credo che 2-3 si conoscono, uno in particolare. Fonseca non è attaccato alle poltrone, o si fanno le cose come dice lui o si fa mandare via. Mi è piaciuto perché lo ha detto alla quarta vittoria di fila. Non vuole fare la figura dello scemo, lo ha fatto capire chiaramente".
Quando succede questo, non ci sono anche responsabilità dell'allenatore?
"Ci possono essere tanti motivi. Magari l'allenatore non sente la stima di alcuni calciatori ma se ci sono queste fratture è anche perché l'allenatore non ci mette del suo".
La vittoria della Juventus può essere quella della svolta?
"Non lo so ma mi sono piaciute le parole di Motta, anima, fuoco e testa. Complimenti, perché il lavoro di Motta è evidente. Solo un acquisto di Giuntoli per ora svetta. Motta rimane il miglior acquisto della Juve. Me lo auguro per Motta e per la Juve che sia un segnale per la stagione, ma c'è ancora una gestione difficile da gestire come collettivo. Questo non è il vero Motta, ha fatto un buon lavoro finora ma deve aggiungere. Ieri ha vinto con anima, testa, cuore, come ha detto ieri Motta. Danilo a sinistra ho delle perplessità a sinistra ma ieri ha fatto una partita gigantesca. Ribadisco, si vede il lavoro di Motta, per il resto attendo il campo".
Su Guardiola che dice?
"Credo debba rassegnare le dimissioni. Lui rappresenta un fenomeno calcistico, viene da un momento difficile, dove ha perso la ragione di essere. Per se stesso, per il bene del calcio e per la storia che rappresenta, deve fare un passo indietro doveroso e giusto. Non può accettare di vivere nella mediocrità".
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