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E' finito l'Europeo dell'Italia. E nessuno ha capito come giocava l'Italia
Ciò che resta al termine dell'Europeo dell'Italia è una sensazione di totale smarrimento. Di confusione. Come giocava questa Italia? Chi erano i titolari e chi le riserve? Quali erano le trame di gioco su cui puntava Luciano Spalletti? E qual era il suo modulo di riferimento? Tante domande a cui il campo non ha dato una risposta. Abbiamo approcciato questa competizione con l'esagerata ambizione di poter fare tutto, nell'illusione della duttilità e del 'siam tutti numeri 10'. L'abbiamo concluso nella consapevolezza che non abbiamo mai trovato una identità.
Ieri Spalletti dopo la partita ha parlato di energie che non c'erano, s'è soffermato sulla precaria condizione fisica. Più convincente però la spiegazione di Bryan Cristante: "Quando vedi che c’è così tanta differenza di organizzazione e di gioco vengono meno anche le energie". A fare la differenza nella gara di Berlino è stata soprattutto l'organizzazione di gioco. Da un lato una Svizzera con una identità ben precisa, dall'altro un'Italia che non ha mai capito chi fosse davvero. Da un lato un gruppo coeso, compatto, con idee chiare sul come attaccare e come difendere. Dall'altro una squadra senza punti di riferimento.
Luciano Spalletti è arrivato a questo Europeo dopo aver testato sia la difesa a tre che quella a quattro. La partita contro l'Albania l'aveva illuso del fatto che il 4-2-3-1 fosse il modulo giusto per approcciare la competizione e l'ha riproposto, con gli stessi uomini, contro la Spagna: disastro totale. Negli allenamenti successivi ha comunque continuato a puntare sulla difesa a quattro, salvo poi optare per il 3-5-2 due ore prima del fischio d'inizio del match contro la Croazia. L'approccio è stato incoraggiante, ma poi a Lipsia l'Italia va sotto e nella ripresa Spalletti ha cambiato di nuovo modulo. Superato il girone grazie a un gol al 98esimo, il commissario tecnico nei giorni successivi ha proseguito nelle sue prove di difesa a tre ma poi - alla vigilia della sfida contro la Svizzera - è tornato nuovamente alla difesa a quattro. Questa volta con un centrocampo più robusto e due ali di ruolo: a Berlino l'Italia (non) è scesa in campo col 4-3-3. Ancora un altro modulo e un'altra batosta: quella definitiva. Il tutto nello smarrimento generale: qualcuno ha capito come giocava questa Italia?
Ieri Spalletti dopo la partita ha parlato di energie che non c'erano, s'è soffermato sulla precaria condizione fisica. Più convincente però la spiegazione di Bryan Cristante: "Quando vedi che c’è così tanta differenza di organizzazione e di gioco vengono meno anche le energie". A fare la differenza nella gara di Berlino è stata soprattutto l'organizzazione di gioco. Da un lato una Svizzera con una identità ben precisa, dall'altro un'Italia che non ha mai capito chi fosse davvero. Da un lato un gruppo coeso, compatto, con idee chiare sul come attaccare e come difendere. Dall'altro una squadra senza punti di riferimento.
Luciano Spalletti è arrivato a questo Europeo dopo aver testato sia la difesa a tre che quella a quattro. La partita contro l'Albania l'aveva illuso del fatto che il 4-2-3-1 fosse il modulo giusto per approcciare la competizione e l'ha riproposto, con gli stessi uomini, contro la Spagna: disastro totale. Negli allenamenti successivi ha comunque continuato a puntare sulla difesa a quattro, salvo poi optare per il 3-5-2 due ore prima del fischio d'inizio del match contro la Croazia. L'approccio è stato incoraggiante, ma poi a Lipsia l'Italia va sotto e nella ripresa Spalletti ha cambiato di nuovo modulo. Superato il girone grazie a un gol al 98esimo, il commissario tecnico nei giorni successivi ha proseguito nelle sue prove di difesa a tre ma poi - alla vigilia della sfida contro la Svizzera - è tornato nuovamente alla difesa a quattro. Questa volta con un centrocampo più robusto e due ali di ruolo: a Berlino l'Italia (non) è scesa in campo col 4-3-3. Ancora un altro modulo e un'altra batosta: quella definitiva. Il tutto nello smarrimento generale: qualcuno ha capito come giocava questa Italia?
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