
A MENTE FREDDA - Tre indizi fanno una prova: benvenuta Juve di Tudor
La Juve di Tudor va, senza catene. Sette punti in tre gare (vittorie contro Genoa e Lecce, intervallate dal pari di Roma), sono il primo mini bilancio di una squadra completamente trasformata rispetto alla gestione Motta. Contro il Lecce poteva e doveva finire con diversi gol di scarto già dopo la prima frazione di gioco. Invece negli ultimi minuti del match i bianconeri hanno mollato e rischiato addirittura il pari. Qualcuno ha rivisto fantasmi del passato. Stanchezza? Forse. Non un calo mentale perché questa squadra sta dimostrando progressi importanti anche sotto questo aspetto. Semmai, come ha ammesso il tecnico croato, i cambi non hanno dato l'apporto sperato. Anzi, sono stati sostanzialmente nocivi. E andando a leggere i nomi, l'impressione è che qualcuno sia con la testa altrove, o comunque non si senta dentro il progetto di Igor. Se così fosse, sarebbe una mancanza di personalità e professionalità. Aspettiamo smentite nelle prossime gare, nel caso in cui gli stessi elementi venissero impiegati in corso d'opera.
La Juve comunque sta confermando il cambio radicale rispetto al recente passato. Aggressività, verticalità sono due dei sostantivi manifesto del calcio di Tudor, senza però ingabbiare i giocatori in una precisa idea di calcio. Vedi Yildiz e il modo splendido con cui viene confezionato il raddoppio contro il Lecce. A prescindere dal discorso tecnico/tattico, è chiaro il lavoro dell'allenatore nella testa dei suoi ragazzi. Il gol di Koopmeiners ne è testimonianza. Si parlava di due settimana per recuperare l'olandese, invece pare sia già a buon punto. Nulla di eccezionale, sia chiaro, ma segnare può essere la vitamina giusta sulla strada della guarigione. Rispetto ad altri singoli, Locatelli e Thuram ormai rappresentano una certezza nel presidiare il cuore del centrocampo e allo stesso nel supportare il reparto avanzato. A proposito, Vlahovic si è travestito da assist man, ora aspettiamo il suo ritorno alla rete. Dusan ha partecipato anche a quella di Yildiz, da manuale del calcio. "Giocare così mi rende più felice", le parole del giovane turco. Kenan finalmente sta mostrando tutto il suo talento. Più vicino alla porta, ai compagni di reparto e con la libertà dovuta ad un numero 10.







