A MENTE FREDDA - La Juve di Motta è piccola e fragile
Il film della Juve è sempre lo stesso, questa volta però contro il Milan finisce con una sconfitta. La truppa di Motta ormai è un libro aperto. Passa in vantaggio, controlla la gara per oltre un'ora, non riesce a chiuderla e puntuale si spegne la luce. Ma nella serata di Riyad niente segno X, arriva il ko, con risultato ribaltato nel giro di quattro minuti. Inammissibile. Eppure di fronte c'era un Milan tutt'altro che irresistibile, anche se il neo tecnico Conceicao in pochi giorni è riuscito almeno a ricompattare il gruppo, rispetto a quanto non lo fosse con Fonseca. La squadra bianconera evidentemente ha un problema strutturale e una palese fragilità mentale, cosa forse ancora più preoccupante. A questo si aggiungono i cambi dell'allenatore, ancora una volta inspiegabili alcuni, tardivi altri. E' come se ad un certo punto Thiago andasse in confusione e non riuscisse più a leggere la gara.
Sono tante le domande, i dubbi. Mbangula migliore in campo insieme a Yildiz, perché sostituirlo? Far uscire Koopmeiners, ancora una volta impalpabile, non è reato. Douglas Luiz forse andrebbe inserito prima. Capitolo Fagioli: perché Thiago si ostina farlo entrare negli ultimi quattro minuti di gara? Solo il mister può dare una risposta. Pare ancora più grave il calo mentale della squadra ad un certo punto di ogni partita. E' successo spesso in campionato, peraltro contro avversari in lotta per la salvezza: quando il successo sembrava ormai in cassaforte, è arrivato il pareggio. Sono 11 in 18 giornate, la certificazione di una squadra che non dà nemmeno un segnale di poter diventare grande nel giro di poco tempo. Anzi. La Supercoppa poteva e doveva essere l'occasione per il decollo. Invece questa Juve resta piccola e fragile.