A MENTE FREDDA - Juve d'altri tempi tra sorprese, delusioni e ritorni

“Questa non è la Juve di Motta, ma di tutti coloro che contribuiscono a renderla competitiva”. Thiago lo aveva detto alla vigilia e lo ha ribadito dopo lo storico blitz di Lipsia, utilizzando sempre il noi. In buona sostanza “tutti per uno, uno per tutti” e non è solo uno slogan. L'abbraccio non i suoi giocatori ne è la certificazione. Se in Germania doveva essere esame, è stato superato a pieni voti, considerando le dinamiche della gara tra infortuni e inferiorità numerica. In più la voglia di continuare a cercare la vittoria, nonostante la situazione di difficoltà, piuttosto che difendere il apreggio. Sotto questo profilo possiamo parlare di rivoluzione rispetto ad Allegri. La tenacia del non mollare mai riporta invece ad una Juve d'altri tempi, quella del “fino alla fine”, tanto per essere chiari.

Nella Juve dei nuovi la sorpresa più positiva si chiama Kalulu, alla faccia degli scettici. Bravo da terzino e da centrale, ogni tanto peraltro indossando anche i panni del leader. Come a Lipsia dopo l'uscita di Bremer. Conceicao è un'altra new entry che sta facendo bene, anzi benissimo. Per il momento da subentrante, ma verrà anche il suo momento da titolare. All'appello mancano i due giocatori più pagati: Koopmeniners e soprattutto Douglas Luiz. L'olandese non ha brillato, ha commesso qualche errore di sufficienza, peccato per il palo. Finora alti e bassi, ma verrà fuori. Diverso il discorso per il brasiliano. Perché Motta lo tiene in panchina? La risposta l'ha data lo stesso giocatore nella mezz'ora in cui è stato impiegato ieri. Sfortunato in occasione del rigore causato, l'ex Aston Villa sbaglia passaggi in modo gratuito, appare lento e confuso. Se vuole giocare dall'inizio deve assolutamente cambiare marcia. Infine da segnalare un ritorno importante: Fagioli. Il centrocampista prende in mano il pallino del gioco con tecnica e personalità. Migliore in campo con Kalalu, a parte Vlahovic. Bentornato Nicolò.