
Tudor-Conte, una panchina per due
Dopo aver cancellato dal suo vocabolario il termine “traghettatore” c'è da scommettere che a Tudor anche l'etichetta “normalizzatore” non vada a genio. E in linea di principio ne comprendiamo i motivi. Così come a Conte, l'eterno insoddisfatto anche quando vince, non va giù di cadere da solo dal gradino più alto della torre senza la preda tra le mani. Così diversi, ma allo stesso tempo così simili, forse anche solo per aver studiato per molti anni sotto lo stesso tetto (bianconero). E i loro nomi si intrecciano nuovamente attorno al sogno più grande che entrambi hanno e che loro malgrado si trovano a spartirsi. Non è questo il momento di accendere fuochi attorno alla panchina bianconera, ma è fuori discussione che Giuntoli, e solo lui, non avrà un compito facile. Lo sarebbe, ma è quello meno auspicabile, se Tudor non centrasse la qualificazione in Champions. In quel caso, solo in quello, la rivoluzione estiva potrebbe estendersi oltre il nome dell'allenatore. L'altra ipotesi porta invece a pensare (anche qualcosa di più) che Conte abbia già una mezza promessa per rientrare dalla porta principale verso la sua amata Juventus. Nel frattempo, ognuno per la sua strada concentrato sul proprio obiettivo. Il tema è - e resterà - divisivo fino alla fine di giugno. Intanto il Napoli ha agganciato la vetta e la Juve, stasera, proverà a riprendersi il quarto posto.
Pasquetta - A Pasquetta, negli anni d'oro del calcio italiano, ci si concedeva alle riflessioni del turno pasquale appena giocato e alla preparazione – per i più fortunati e vincenti – delle ultime fatiche di Coppa. Spesso, anche all'appuntamento per caricarsi con la classica abbuffata (si fa per dire) al termine dell'allenamento del lunedì mattina. Tanto per citarvi un ricordo, sono stati quasi sempre i giocatori di origine sudamericana a contagiare il resto del gruppo e a convincere club e dirigenti a mettere a calendario l'appuntamento con l'amatissima “grigliata”. Sempre che il turno di campionato fosse stato superato senza cicatrici. A Vinovo fu Camoranesi a istituzionalizzare quell'appuntamento che poco per volta, poi, passò di moda anche per le diverse abitudini a tavola dei partecipanti. Intanto si faceva gruppo stando assieme e con le mani impegnate non sui telefonini. In un calcio che invece non conosce soste e che aggiunge competizioni e business, si è arrivati a spalmare le partite a discapito di tutte le festività pasquali. Ecco quindi che l'attesissima trasferta di Parma si giocherà questa sera e avrà, non solo per i bianconeri, un sapore particolare. Al Parma servono punti per salvarsi, alla Juve quelli necessari per riportarsi davanti al Bologna nella sfida a distanza per un posto, l'ultimo, verso la Champions del prossimo anno.
Formazione – Tudor ha lasciato a casa Koopmeiners per il fastidio al tallone rimediato contro il Lecce, ma ha recuperato McKennie e almeno per la panchina anche Yldiz. Sempre che non giochi di pretattica col collega Chivu. Tutto ruota attorno al nome del turco perché solo senza di lui si aprirebbe la possibilità di vedere schierati assieme Vlahovic e Kolo Muani. L'equilibrio di squadra resta l'unico spot anche per Tudor l'allenatore.







