
Bonetti: "Juve, con Tudor ora si è ristabilita la gerarchia dell'individualità"
Ivano Bonetti, ex centrocampista bianconero dal 1985 al 1987, ha parlato della nuova Juve di Igor Tudor: "Meglio tardi che mai! Ormai si vedeva l'andazzo, ora possiamo dire che i giocatori sono tornati al centro del villaggio. E' arrivato un allenatore che concede molta libertà ed è più aggressivo, oltre a dare continuità alle scelte. Hanno ricominciato a fare le cose che danno più tranquillità alla squadra", ha detto ai microfoni di TuttoJuve.
E facendo riferimento anche alla situazione precedente ha aggiunto: "Lo chiamano calcio moderno ma non si possono inibire le qualità individuali di un giocatore per il gioco di squadra, ci deve essere sempre un equilibrio. Si può avere un'organizzazione nel recupero palla, ma senza l'esaltazione dell'estro non vai da nessuna parte. Altrimenti nessuno si assume più le responsabilità. Ora si è ristabilita la gerarchia dell'individualità, d'altronde Tudor conosce bene l'ambiente e quando arrivi alla Juve devi fare l'allenatore. Non di più".
E su Dusan Vlahovic ha ammesso: "Tudor ha fatto una scelta ben chiara, perché crede che Vlahović possa far la differenza in termini di rendimento e di gol. Lo sta supportando in tutti i modi, poi il serbo è un tipo di calciatore che deve giocare sempre. Ciò non toglie che lui e Kolo Muani possano giocare insieme, anche perché uno dei difetti del calcio moderno è di non giocare mai con due punte. Le loro caratteristiche sono diverse: uno attacca la profondità e l'altro viene incontro. Forse la decisione è stata presa in base al cartellino, visto che uno è di proprietà e l'altro no. Però ribadisco che Tudor crede tantissimo in Vlahović".







