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tmw / juventus / La Frecciata
Motta disastroso, Giuntoli colpevole, Tudor la JuventinitàTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
ieri alle 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti
per Bianconeranews.it

Motta disastroso, Giuntoli colpevole, Tudor la Juventinità

Tudor è pronto per cercare di salvare la stagione facendo leva sulla sua innegabile juventinità e la capacità di ricostruire uno spogliatoio dopo i disastri di Motta e le responsabilità di Giuntoli

L’unica strada percorribile era questa, anche se molto, troppo, tardiva. Non restava altro da fare: cacciare un allenatore inadeguato, dimostratosi tale sin da subito, che non ha mai capito cos’è e cosa è stata la Juventus nella storia, impostando un progetto tutto incentrato sull’Io della sua figura e mai sul Noi del gruppo squadra. E le responsabilità maggiori, e più pesanti, di questa vera disfatta in salsa bianconera, vanno tutte appuntate ad una dirigenza che non ha mai saputo mettere mano alle situazioni, indicando correttivi e inoculando saporose iniezioni di juventinità; d’altronde il Presidente Ferrero e l’Amministratore delegato Scanavino quando mai si sono occupati di “res calcistica” nella loro vita. Quella che avrebbe dovuto essere una reggenza a tempo, per ovviare alla decapitazione del novembre 2022, con l'allontanamento di Nedved e soprattutto del Presidente Andrea Agnelli, si è protratta nel tempo e ha partorito l’ennesimo fallimento di un progetto che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto riportare la Juve ad essere competitiva, parallelamente ad una ricostruzione mirata. Una società assente, silente, inabile nell’intervenire, che ha affidato tutto nelle mani di Cristiano Giuntoli, con i risultati che ormai tutti, tristemente, conosciamo. Una proprietà come quella di John Elkann che, solo quando si trova a dover fronteggiare situazioni irreversibili e insanabili, batte un colpo, anche se in maniera troppo posticipata, quando i giochi appaiono pesantemente incrinati, percorrendo una via rischiosamente votata al totale fallimento stagionale.

Thiago Motta si è rivelato un allenatore non adatto all’ambiente, manchevole di empatia, integralista nelle idee, incapace di costruire un rapporto proficuo nello spogliatoio, con una comunicazione pubblica a dir poco pessima e un carisma sensibilmente insufficiente, lanciando per 9 mesi messaggiNon da Juve”. Mai sentito un allenatore della Vecchia Signora proclamarsi leader di un gruppo, mai sentito un allenatore con la tuta di Madama proclamarsi non ossessionato dalla vittoria, mai sentito un allenatore tanto immodesto e borioso avvitato su tante parole, senza la capacità di portare risultati a casa. In 42 gare alla guida della Juventus, l’ex allenatore del Bologna ha conseguito 18 vittorie, 17 pareggi e 7 sconfitte, con in mezzo l’eliminazione dalla SuperCoppa Italiana, l’umiliante uscita dalla Champions e la disonorevole sconfitta in Coppa Italia contro le riserve e i ragazzi dell’Empoli, senza dimenticare le due ultime mortificazioni calcistiche patite con Atalanta e Fiorentina. Caselle nerissime che sono già storia nei ricordi e nelle menti di tutti i tifosi, insomma un vero disastro senza alcuna scusante. Un bilancio orribile che lo rende, statistiche alla mano, come uno dei peggiori allenatori nella leggendaria storia del club, e il peggior allenatore della Juve negli ultimi 15 anni, per il dato di successi conquistati. Un uomo sbagliato al posto errato, che non avrebbe mai dovuto arrivare a Torino, e di questa scelta esiste un solo colpevole, ovvero Cristiano Giuntoli. Se Thiago Motta è una pratica ormai archiviata, con la società che dovrà corrispondergli ancora due anni di contratto con una spesa folle di circa una ventina di milioni di euro lordi, compresi gli stipendi dello staff, Giuntoli rimane fortemente sulla graticola e la sua situazione verrà analizzata con grande attenzione nei prossimi mesi. Giuntoli è colpevole: ha scelto l’allenatore e lo ha voluto fortissimamente, non prendendo in minima considerazioni altre candidature, Antonio Conte in primis. Giuntoli ha scelto i giocatori da portare in bianconero e quelli da cedere, Giuntoli non ha ritenuto opportuno acquistare una punta in estate al posto di un desaparecido Milik, Giuntoli non ha saputo attenuare, mitigare, arginare e smorzare l’ego spropositato di un allenatore da lui voluto, che ha fatto solo disastri, in campo e fuori. Va detto che il ruolo affibbiato a Giuntoli, da proprietà e società, non era la classica mansione alla quale il direttore sportivo era abituato, per essere plenipotenziario, probabilmente, servono doti di leadership dirigenziale che non sono emerse, anzi. Questa l’unica attenuante per l’ex direttore sportivo del Napoli, il resto non depone certamente a suo favore, non ultima l’incapacità di ovviare ad un rapporto mai nato tra giocatori e tecnico, con l’aggravante delle cessioni e dei legami inesistenti con Danilo e Fagioli e ponti tagliati con altri calciatori nello spogliatoio. Le responsabilità di Giuntoli appaiono palesi e la sua posizione andrà vagliata nei minimi dettagli dai piani alti in Juventus: demansionamento o allontanamento?

Questo lo capiremo più avanti, ora conta solo rimettere in carreggiata la Juve in questo finale di stagione, augurandosi che non sia troppo tardi. E la scelta di Igor Tudor appare finalmente rinfrancante anche se tremendamente tardiva, lo si evince da un minimo di fiducia nei tifosi che hanno salutato il suo avvento con sollievo e un refolo di ottimismo. Tudor sarà chiamato ad una sorta di impresa: invertire una rotta precipitata a picco e bisognosa di una sterzata immediata. Igor Tudor porta immediatamente la sua juventinità spiccata, una caratteristica mai tenuta troppo in considerazione da chi detiene le leve del potere, ma che invece, a Torino, ha un suo enorme peso specifico. Mister Igor conosce benissimo l’ambiente Juve, prima da calciatore e poi da allenatore in seconda, e dovrà trasmettere questa sua elettrizzante carica bianconera subito, con effetto immediato, per provare a risollevare le sorti di una squadra depressa e senza anima. Allo stesso tempo Tudor è chiamato a ricostruire i rapporti con i giocatori che si troverà davanti, per tentare di forgiare un gruppo che si è sbriciolato nei rapporti e nella valenza, causa un allenatore inadatto alla gestione. Tudor dovrà rianimare alcune pedine totalmente smarrite e rimettere le stesse nei ruoli giusti e naturali, altra sfida che Igor, il croato, dovrà provare a vincere per trascinare la Juve verso l’obiettivo minimo del quarto posto. Inutile parlare ora di moduli ed espressione di gioco, la Juve in questo momento ha solo bisogno di risultati e punti che possono arrivare tramite lo spirito impetuoso e giusto, infuso da un allenatore che ha voglia di trasmettere juventinità, appartenenza e fame nei confronti di una squadra bisognosa di essere condotta e motivata. Ora tocca a te Igor Tudor, questa è un’occasione imperdibile e da sfruttare al meglio, per prenderti la tua Juve.