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L'addio a Motta e l'arrivo di Tudor tra contraddizioni e divisioni: a fine anno rischia anche Giuntoli?TUTTO mercato WEB
domenica 23 marzo 2025, 18:55Primo piano
di Vincenzo Marangio
per Bianconeranews.it

L'addio a Motta e l'arrivo di Tudor tra contraddizioni e divisioni: a fine anno rischia anche Giuntoli?

Continua a piovere in casa Juventus, l'esonero di Motta non è altro che la certificazione di un progetto, che Danilo etichettò come "fantasioso", che non ha mai funzionato e letteralmente imploso. Ad inizio stagione sembravano esserci tutte le caratteristiche per assistere ad un "rinascimento bianconero" costellato da un allenatore nuovo, moderno, con idee diverse e dal lavoro a mani "slegate" di Giuntoli in totale sinergia con il nuovo allenatore e con l'arrivo di campioni del calibro di Koopmeiners, Nico Gonzalez e Douglas Luiz. I primi scricchiolii arrivano dopo la vittoriosa trasferta di Lipsia in Champions League che segnano il primo grande ostacolo in casa bianconera: l'infortunio di Bremer che lo costringe a dare forfait per tutta la stagione e di Nico Gonzalez che comincerà in quel momento a sparire piano piano dai big della squadra. 

Gli infortuni ripetuti che hanno ridotto all'osso la rosa nella parte cruciale della stagione sono stati certamente un grosso problema nel processo di costruzione dell'identità voluta da Motta e che non si è mai concretizzata anche per l'incapacità, da parte dell'allenatore, di dialogare costruttivamente con i giocatori e di saper schierare la squadra nel modo giusto in campo. Il 4-2-3-1 non era più la carta vincente del tecnico italo brasiliano ma la sua strada verso l'esonero. Giocatori messi spesso fuori ruolo, squadra sbilanciata che alternava momenti di scarsa incisività offensiva ad altri di clamorosa fragilità difensiva senza mai un trend positivo che la potesse far affermare tra le grandi. Le prime rovinose cadute sono arrivate nelle coppe, negli appuntamenti più importanti. Laddove ci si aspettava la reazione arrivava puntuale il crollo. In Supercoppa, contro il Milan, dopo le sbalorditive parole di Motta che alla vigilia si era detto non ossessionato dalla vittoria. La caduta in Champions contro il Psv, squadra poi disintegrata un turno dopo dall'Arsenal e, soprattutto la rovinosa e mortificante eliminazione dai quarti di Coppa Italia per mano dell'Empoli ai calci di rigore all'Allianz Stadium. Il campionato era rimasto vivo fino alla gara contro l'Atalanta soltanto perché davanti non correva nessuno ma anche qui, nel momento di spingere e dimostrare di essere Juventus, i bianconeri crollano fisicamente e mentalmente contro gli orobici e contro la Fiorentina. Sette gol subiti e zero fatti che hanno sancito l'addio inevitabile a Motta che, paradossalmente, a fine partita venne difeso non messo minimamente in discussione da Giuntoli. Sono passati appena 7 giorni e alla Juve c'è un nuovo allenatore. Contraddizione inquietante.

L'arrivo di Tudor non può essere vista come la "liberazione bianconera" ma come un tentativo disperato di non perdere il treno per l'ultimo cruciale obiettivo: un posto tra le prime quattro. "Impresa" che la fragile squadra di Motta non avrebbe mai potuto centrare in questo momento. Tudor arriva per dare una scossa, mettere ordine e farlo a tempo determinato: tre mesi, poi la Juve e il tecnico decideranno se andare avanti anche il prossimo anno. Di certo adesso rischia, e tanto, anche Cristiano Giuntoli architetto di un progetto rovinoso e che avrebbe spinto più su Mancini vedendosi respingere anche questa ipotesi al punto da uscirne, probabilmente, delegittimato nel suo ruolo. Un primo, importante, scricchiolio anche per la sua posizione che verrà attentamente valutata in questi mesi per non sbagliare più l'ennesima ricostruzione che non può, non deve, essere più fallimentare.