
Fortunato: "Ricordo le chiamate di Boniperti. Kolo Muani già da giovane di un altro livello"
L'ex Juve Daniele Fortunato ha raccontato la sua carriera a TMW Radio. E sul periodo alla Juventus ha confessato: "Fu incredibile. Io sono arrivato che c'era Boniperti presidente, allenatore Zoff, persone eccezionali di una competenza ed educazione incredibile. Mi è rimasto dentro quell'ambiente. Un ambiente dove devi dare il 100% sempre, già dall'allenamento, ma anche come persona e tutto il resto. Altrimenti non dai il 100% anche in campo. Mi ricordo due telefonate di Boniperti e Montezemolo. Quando ero al Torino feci gol al derby sia all'andata che al ritorno e mi ricordo che una volta mi chiamò alle 7 il giorno dopo Boniperti. E mi disse che quando mi aveva preso era sicuro che non aveva sbagliato, e mi fece i complimenti. Fu bellissimo".
E sempre sull'avventura alla Juve ha raccontato: "La Coppa Italia col Torino l'ho giocata e vinta, le due coppe con la Juve le sento meno mie perché giocai fino a gennaio, poi ci fu l'infortunio e questo mi fece perdere anche la chiamata in Nazionale per Italia '90. E dopo un mese di gesso, ripresi a giocare, ma mi fratturai ancora dopo 20' contro l'Udinese. L'anno dopo poi fu molto complicato. In panchina c'era Maifredi, eravamo molto più forti ma non riuscimmo a esprimere il nostro potenziale. Maifredi cercò di cambiare provando a mettere la squadra a zona, e fu difficile. Avevamo otto nazionali e serviva del tempo per mettere in pratica le sue idee. Eravamo curiosi sul cosa voleva dire giocare a zona, Maifredi voleva tempo ma alla Juve non esisteva questo. Servono subito i risultati".
E ha anche ricordato un giovane Kolo Muani, oggi alla Juventus: "Iniziai ad allenare nella Primavera, ebbi 4-5 ragazzi in prova e capii dopo pochi minuti che uno come lui con noi non c'entrava nulla. Eravamo un livello un po' basso, non avevamo giocatori di qualità. Quando vidi lui, capii subito che era superiore. Fece un gol in rovesciata anche, peccato però perché non se ne fece nulla, ma non so cosa successe con la società. Alla fine andò via e fu un peccato vero"







