Atalanta-Juve 1-1: un pari finalmente accettabile, per prestazione. Le contropagelle di Sanfelici
DI GREGORIO 5,5 D’accordo, salva a terra un paio di occasioni nella ripresa, quando incomincia a giocare dopo un tempo primo di assoluta svagatezza. Ma sul colpo di testa di Retegui sembra sulla palla e non la tocca, girando la mano verso il lato opposto rispetto alla sfera. Al fine del risultato finale, l’episodio ha certo maggiore importanza.
SAVONA 6 Primo tempo di una sostanza alta e da applausi. Dalla sua parte c’è un certo Lookman, veloce come una saetta, che spesso resta al palo. Va in crisi verso la fine della partita sui reiterati affondi di Ruggeri e con uno Zaniolo fresco. Divide le colpe del goal preso con i compagni della difesa.
GATTI 7 Quasi eroe a cui dedicare una statua da collocare sul dischetto del rigore. Fa a botte con tutti quelli che si azzardano a passargli vicino. Libera sulla linea un gol certo e respinge col piede destro una palla destinata al sacco. Dà tutto ed anche qualcosa di più. E perciò non sarà mai capitano.
KALULU 7 Degno compagno di merende del “Gattone”. De Ketelaere resta ai margini della gara e Gasperini lo leva dopo solo un’ora, per raggiunti limiti di estraneità all’incontro. Poi, su un’apertura di 50 metri di Locatelli (verticalizzare è l’unica cosa che conta) e una magia di McKennie, Kalulu beffa Carnesecchi in uscita e si va in vantaggio. Ah, se Kenan avesse chiuso il triangolo su di lui nel derby…
CAMBIASO 5 Ad un certo punto della prima mezzora di gioco, nasce spontanea la domanda: gioca per noi o per loro? Palle perse, servizi al bacio sui piedi atalantini e ciofeche simili. Lo salva il fatto che non ci sono giocatori in panchina che lo possono rilevare. Così riesce anche a farsi sovrastare da Bellanova nell’azione del pareggio bergamasco.
LOCATELLI 6,5 Partita di grande sostanza negli appoggi e nelle aperture (da scuola calcio quella che lancia McKennie in profondità) e quando è chiamato al sacrificio non si tira indietro e conduce l’azione di respinta delle truppe nerazzurre. Secondo Mister X è da premiare con il cambio (FAGIOLI S.V. Dentro c’è già Douglias Luiz, estraneo alla marcatura, quindi serve un altro regista per tamponare il forcing dei padroni di casa! Mai visto prima di stavolta. Per fortuna che non ci è costato l’intero bottino)
THURAM 6,5 Partita di impegno massimo e di buonissimi palloni giocati in uscita. Aggiungo che in interdizione Kephren non demerita, anzi la diga regge anche grazie alle sue schermate sulla trequarti. Quindi, talmente utile alla causa da essere tolto a favore di un talentuoso brasileiro che non sa cosa voglia dire la marcatura arcigna. Dopo 80 secondi l’Atalanta pareggia, ma a detta di taluni, pare che sia solo un caso. Thuram deve stare dentro, a costo di morire sul campo, meglio un Thuram morto che un Douglas versione Torero Camomillo (DOUGLAS LUIZ 5,5 Mai fatto in vita sua di andare a prendere l’attaccante che si avvicina all’area. Ricorrere un avversario per non consentirgli lo spazio? Cosa è sta roba? E dunque il patatrac è servito. Ma non me la prendo con lui, sarebbe chiedere ad un ragazzino delle elementari di risolvere l’integrale della superficie ricavata dall’incrocio dei grafici di due funzioni)
McKENNIE 8 Migliore in campo dei 22 scesi sul prato verde. In casa Juve è di gran lunga il giocatore al vertice di una prestazione da incorniciare. Fa tutto in velocità, passaggi, piroette, fraseggi e smarcamenti. Mette in porta Kalulu e finisce stoicamente la partita, colpito dai fendenti di un Kolasinac che in un campionato normale andrebbe sbattuto fuori per gomitata proditoria e meditata. Weston assomiglia ad “Ercolino sempre in piedi” dell’infanzia felice. Altro non candidato alla fascia di capitano.
KOOPMEINERS 5 Si fa marcare dalla curva nerazzurra. Abbisogna dell’incoraggiamento dei compagni per resistere alla contestazione più che attesa. Poi si ricorda che a calcio si corre e parte gambe in spalla a cercare la “Titina” che non trova, fino a sparire dal prato per tutto il secondo tempo. Domanda semplice: dato che Mister X stravede per lui, pensate che lo abbia sostituito, per inutilità pro squadra? Macché…
YILDIZ 7,5 Mezzo voto in meno a McKennie per l’ultima azione sprecata con un tiro non dosato. Che deve fare, poiché è attaccante. E’ vero che c’è Mbangula libero, ma in una situazione tale, non c’è nessuna punta che rinunci al tiro. Il turchino fa ammattire la difesa atalantina per 97 minuti e non dà tregua fino al fischio finale. L’unico che lo ferma, ma con le cattive, tanto Doveri si gira dall’altra parte è Kolasinac, quello che dovrebbe giocare nemmeno mezzora. Ah, per la cronaca Doveri lo ammonisce verso fine gara, quando non serve a condizionare il risultato.
NICO GONZALEZ 6 Finto nueve e finta punta. Compare a tratti e con giocate tutto sommato anche belle, ma la punta come riferimento è roba talmente diversa da sembrare un altro sport. Cerca la rete anche in rovesciata, telefonando al portiere. Fa un altro tiro verso la porta che esce di un nulla. Sufficiente e generoso (MBANGULA S.V. Nico non ce la fa più, la sua entrata in campo è l’unica delle tre che abbia un senso. Sfrutta la sua velocità per presentarsi a dettare il servizio a Yildiz, che avrebbe forse creato il vantaggio definitivo. Andrebbe però dimostrato e manca la controprova.)
THIAGO MOTTA 5,5 Viene in mente una gran bella canzone di Sergio Endrigo: “ Lontano dagli occhi, lontano dal cuore…” I ragazzi giocano meglio se la panchina è vuota. Prepara bene la partita, decidendosi finalmente a cambiare modulo e a calare un 4 – 3 – 3 disponendo McKennie al livello della terza linea e potenziando il centrocampo garantendosi una superiorità numerica nella terra di mezzo che crea difficoltà a iosa ai giocatori di Gasperini. A tratti si vede tracciato uno schieramento 4 – 4 – 2 che scatta in avanti dopo il recupero della palla. Grandi applausi. Poi, nel momento di massima battaglia, quando servono rilanci sulla bandierina del calcio d’angolo, mirate precise a quell’antipatico seduto nella fila 12 della tribuna, per cacciargli la palla sul muso, un sistema di non-gioco alla sudamericana per far passare il tempo, ecco che Thiago non si smentisce. Cambia un tupamaro di nome Thuram con un giocatore d’azzardo del West e l’ossessione della vittoria va a farsi benedire in appena 80 secondi. Alla prima coricata di Fagioli, dopo un contrasto normale, che scrive inizia a snocciolare tutte le litanie di sua conoscenza, comprese quelle apocrife. Non solo si butta via l’ennesima partita in vantaggio, ma si rischia anche il peggio. Prestazione commovente della squadra e lettura disastrosa dei cambi. Il binomio partorisce un pari, magari gradito alla vigilia, alla prova dei fatti una vera sciagura. Sabato prossimo va in onda il secondo atto del trittico Atalanta – Milan – Napoli. Il primo x è già acquisito, avanti con gli altri in attesa di pareggiare ancora con il Cagliari, il Parma, il Venezia, eccetera. A casa loro, saranno tutti “buoni pareggi in trasferta”. Ma vàte a catè ‘n casùl
Marco Edoardo SANFELICI