La Juve di Motta in regime di anarchia controllata: ora cancellare la X
La Juve prende Kolo Muani per dare una mano a Vlahovic, lo stesso giorno in cui a Bergamo la squadra di Motta gioca una delle migliori gare stagionali senza un vero numero 9, complice l'assenza del serbo. Forse un caso, chissà. Comunque sia, quella sorta di anarchia tattica controllata e studiata, priva di ruoli ben definiti, si è dimostrata la formula giusta per imbrigliare l'Atalanta di Gasperini. Per lunghi tratti stordita dai movimenti dei bianconeri e dalla mancanza di riferimenti, soprattutto in attacco. Peccato per il tredicesimo pareggio in 20 giornate di campionato. E' vero, dal sapore diverso, ma vale sempre un solo punto. Purtroppo ancora una volta la squadra non riesce a portare a casa il bottino pieno dopo una situazione di vantaggio. Quanti punti persi con questa modalità. Un aspetto sul quale Thiago deve lavorare, per invertire la tendenza.
Alla fine Motta, in tribuna per squalifica, ha preferito un vestito tattico inedito per la sua Juve. Se dovessimo decifrarlo solo con i numeri, parleremmo di un 4-2-4 per buona parte della gara: niente punti di riferimento e movimento continuo soprattutto dei giocatori impegnati sul fronte offensivo. Nella parte finale, un po' più fissa la posizione di Koopmeiners, come sostanziale falso centravanti, ma in realtà con compiti da guastatore. A proposito, come previsto l'olandese è stato sommerso dai fischi dei suoi ex tifosi. Tanto sacrificio, ma Teun è ancora lontano dal giocatore chiamato a fare la differenza, non a caso pagato 61 milioni. Si farà. Alla fine la sfida contro Gasp poteva andare in qualsiasi modo, invece anche a Bergamo è finita con un pari. Ora la Juve deve fare tesoro della prestazione e guai a fare passi indietro. Sabato contro il Milan c'è una sola missione: cancellare il segno X e tornare al successo.