Pazienza, fiducia e unione: tutto quello che serve per dare un calcio al 2024 e provare a riscrivere la storia nell'anno che verrà
Siamo ufficialmente entrati nel nuovo anno, non c'è giorno migliore per provare a scrollarsi una serie di delusioni, aspettative sbagliate ed errori del passato e cercare di guardare avanti con fiducia e ottimismo. La storia della nuova versione della Juventus è ben nota soltanto a chi la guarda nella sua interezza, a chi non è alla costante ricerca di colpevoli da buttare giù dalla torre o di cose di cui lamentarsi a prescindere. Il nuovo progetto bianconero nasce dalla proprietà con Elkann che ha dettato le condizioni di allestimento squadra a Giuntoli sulla base delle possibilità di cassa di un club che sta pagando ancora le pesanti scorie rimaste dal recente passato glorioso. Poi c'è Giuntoli e il suo staff, che doveva abbassare il monte ingaggi, ridurre la rosa e lavorarci con le idee per rendere il nuovo progetto vincente ma anche (soprattutto) sostenibile. Poi subentra l'allenatore, Motta, che ha accettato un progetto ambizioso: restituire negli anni (non in pochi mesi) grandezza ad una squadra che storicamente pretende il massimo ma farlo con finanze e possibilità diverse dal passato.
Tradotto: il percorso non è breve, ma neanche lunghissimo, bisogna avere pazienza, credere nel lavoro della società, nel percorso intrapreso e nella voglia da parte dei protagonisti di riportare la Juventus in vetta. Poi, come detto più volte anche in radio, quando si fa una rivoluzione e si scelgono tanti giocatori nuovi sul mercato, ci si accolla anche molti rischi perché non è detto che un giocatore possa adattarsi ad un ambiente o possa funzionare in un determinato contesto. Siamo tutti delusi dall'andamento di questa prima parte della stagione, ci aspettavamo (e probabilmente anche in società lo speravano) una Juventus posizionata meglio ma soprattutto con un'identità già riconoscibile. Poi, però, ci sono gli imprevisti che nel caso in questione si traduce nei tantissimi infortuni che non hanno permesso all'allenatore di trasmettere le proprie idee e costruire un definito concetto di squadra, ed è questo il motivo per il quale si alternano fasi da "vecchia Juve" a cose nuove e anche interessanti. Perché siamo ancora in una fase di passaggio. Ma la trasformazione è in atto e occorre dare fiducia a chi sta lavorando per ripristinare anni di successo.
Anche i tifosi devono trovare maggiore equilibrio e smetterla di cercare un obiettivo da colpire invece di concentrarsi a capire cosa manca, cosa effettivamente non funziona e che tipo di apporto si può dare. Giusto spronare con qualche coro la squadra a tirare fuori qualcosa di più, ma l'amore. ora più che mai, deve essere incondizionato. Lontano dai preconcetti e in supporto a chi sta lavorando, bene o meno. Tanto se i tifosi notano qualcosa che non va, pensate quanto tempo prima lo ha capito chi sta lavorando a questa profonda ristrutturazione. Si, è vero, magari prima di mettere praticamente fuori rosa Danilo conveniva averlo a disposizione viste le tante defezioni, ma questa società è un'azienda che si accolla i rischi d'impresa utili a portare avanti un programma che prima di tutto deve essere economico e poi qualitativo.
E allora mettiamoci da parte questo 2024, con la consapevolezza che le acque sono state smosse e ora c'è una base su cui lavorare ma sono certo che il futuro tornerà a tingersi molto presto di bianco e nero.
Buon anno a tutti!