Virtù e pecche della Juventus più giovane mai vista in Champions League
Comincio questo editoriale con il dato più importante da cui partire nell'analisi del pareggio in casa del Lille: quella vista in campo è stata la Juventus più giovane di sempre mai vista in Champions League con un'età media di 24 anni e 195 giorni, superando (come racconta Opta) il precedente record di 24 anni e 269 giorni stabilito nell'ottobre di quest'anno contro il Lipsia. Prima di ogni analisi bisogna tenere bene in mente i parametri. Sento spesso dire con troppa semplicità: "siamo la Juve non si possono commettere certi errori e non vincere certe partite". Tutto giusto, ma dire "siamo la Juve" non funziona come fosse una formula magica che cambia il senso delle cose. Bisogna mettersi in testa che il club bianconero ha scelto di ripartire nuovamente da zero, conservando del passato solo la necessità di lavorare per vincere e tornare a primeggiare ma con la consapevolezza che per farlo occorre ricostruire le fondamenta e che, proprio per questo, serve tempo.
Detto questo, la Juventus vista a Lille non è stata affatto male soprattutto se si tiene conto della pessima prestazione casalinga contro lo Stoccarda dove si è sbagliato tanto, anzi troppo. Contro i francesi non mi sento di dare tante colpe a Motta o alla squadra: la partita è stata preparata benissimo, impostata nel modo giusto e condotta con intelligenza, ritmo e idee. Peccato per alcuni errori di gioventù, come quello di Cabal che invece di commettere fallo Zhegrova, si lascia saltare innescando il passaggio per David che in genere non se lo fa ripetere due volte prima di fare gol. Peccato di gioventù anche di Conceicao che voleva affrontare 4 uomini invece di giocare di squadra e peccato anche di Gatti che con disattenzione non tiene la linea della difesa alta fallendo il fuorigioco. E al festival degli errori dei debuttanti ci si mette, in fondo, anche Motta che danneggia il suo ottimo piano tattico sbagliando tutti i cambi e non permettendo alla Juventus di continuare a spingere alla ricerca di una vittoria che poteva e doveva essere centrata.
Errori di giovinezza a parte la squadra è parsa più solida, quadrata, affamata e ordinata rispetto alle scorse prestazioni. Bene Yildiz più vicino a Vlahovic con i due che si sono cercati come mai fino ad ora in stagione. In crescita anche Koopmeiners che quando starà bene certe conclusioni da fuori area non le sbaglierà ma le metterà a segno, detto che due gol (viziati da evidenti fuorigioco) li aveva comunque segnati. Cresce a vista d'occhio Thuram che potrebbe diventare uno dei centrocampisti più forti della Serie A che ha fatto molto bene coppia con l'ottimo Locatelli. Alla fine però conta il risultato e l'ennesimo pareggio che fa mangiare le mani fa crescere ulteriori rimpianti per i tanti punti buttati via fino ad ora in campionato e in Champions anche se, dall'altra parte, va evidenziato che questa squadra ha perso soltanto una volta e merita fiducia in una ricostruzione che sta andando avanti, per la quale serve pazienza e che sta inevitabilmente pagando gli errori di gioventù.