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Le Contropagelle di Juve-Torino, a cura di Marco Edoardo SanfeliciTUTTO mercato WEB
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domenica 10 novembre 2024, 09:37Altre notizie
di Claudia Santarelli
per Bianconeranews.it

Le Contropagelle di Juve-Torino, a cura di Marco Edoardo Sanfelici

IL TORO NON C’E’ PIU’ JUVENTUS – TORINO 2 a 0

PERIN  S.V.  A tempo scaduto acchiappa la palla in presa e se la tiene lì per un po’. Della serie: fatemi sentire come è fatta. Si abbandona ad abbondanti libagioni di spritz e stuzzichini, tanto di palle non se ne vede nemmeno l’ombra.

SAVONA   5,5  Sovente impreciso nei rilanci, un pizzico frenetico e soprattutto deficitario sulle rimesse in gioco, regolarmente consegnate ai granata. Ora, quelli di stavolta sono granata talmente sbiaditi da sembrare lontani parenti dai “rompiscatole “ degli anni ‘70 e ‘80, ma perché rischiare? (DANILO  S.V.  Dà il meglio di sé nell’abbraccio a Yildiz durante il cambio)

GATTI  6  Se fossi il presidente della Juventus, lo convocherei in settimana e gli toglierei il 30% dello stipendio di novembre. Così si ricorda la prossima volta di non andare a provocare il portiere, tanto per vedere l’effetto che fa… Vero è che l’E.E.G.  del Toro di giornata è piatto, ma perché andare ad animare le cose quando non è il caso? Detto questo, partita di ordinaria amministrazione, trascorsa a capire il coefficiente di pericolosità del “fu Torino”.

KALULU  6,5  Lotta, tanto per dire, con Sanabria ma il sudore risulta alquanto limitato. Tiene Vlasic sotto osservazione per precauzione, anche perché la punta granata si marca da sola. Si proietta in avanti un paio di volte, tanto per divertirsi ed esplorare parti diverse del terreno di gioco. 

CAMBIASO  7,5  Da lui parte il consolidamento di una formazione titolare che sta prendendo forma. La devastazione che crea nelle fila toriniste non è misurabile, per mole e concretezza. Inventa una progressione di 50 metri che infila la difesa mandandola all’aria sull’azione del  goal di Weah. Va via altre volte tra avversari letteralmente basiti al cospetto di questo nuovo “Tardelli”. Quando si fionda, mi sia concessa un’espressione dialettale, pare gridare: “gavève da suta”. E’ o non è il derby della Mole? (trad. Toglietevi da lì sotto)

THURAM  6,5  Oramai è un titolare a tutto tondo. La coppia Thuram – Locatelli è la creazione più convincente di Motta, relativamente al centrocampo. L’interscambio di posizioni tra i due dà equilibrio in fase di contenimento e lustro alle ripartenze. La fisicità del trecciolino domina i contrasti ed è un piacere vederlo partire in campo aperto. Viene smentita la convinzione della necessità di un regista talentuoso.

LOCATELLI  7,5  Non si cada nell’equivoco che il Loca di questa stagione sia un parente di quello degli scorsi anni. E’ lo stesso giocatore di sempre, solo che la forma lo sta sorreggendo e il sistema di gioco lo agevola. Sta di fatto che anche Thiago Motta rinnega un po’ il suo credo, fatto di possesso palla, per fare affidamento sulla capacità di verticalizzare che Manuel sa eseguire come pochi al mondo. Altro che in Italia. Gioca di precisione sui recuperi palla, cala il fosforo sulle aperture e la pulizia delle azioni. Manda Cico in profondità con un passaggio rasoterra di 40 metri, da proiettare più volte al giorno nelle scuole calcio. Capitano coraggioso.

WEAH  6,5  Fa parte della formazione iniziale e forse qualcuno avrebbe preferito vedere Conceiçao dall’inizio. Ma se la scelta sortisce qualcosa di buono, la ragione sta dalla parte del mister. E Weah si fa trovare nel punto giusto per il più facile dei “tap in” e fa 1 a 0 per noi. Si spara tutta la partita e non fa mai mancare il suo contributo. Finisce centravanti, come quando era un ragazzino, almeno così dice lui.

KOOPMEINERS  6  Peccato per quel paio di tiri verso la porta difesa da Vanja, deviati fortuitamente. Teun merita la rete e ricorda nella prima conclusione un tiro analogo quando indossava la maglia dell’Atalanta. Quella volta allo Stadium segnò. Il goal è nell’aria, magari a San Siro, alla ripresa del campionato. Ha un’importanza capitale nel primo filtro in opposizione al rilancio dell’azione avversaria e nella gestione di cucitura del gioco nella trequarti d’attacco. Essenziale nel permettere ai compagni il posizionamento in ripiegamento. 

YILDIZ  7  Realizza il raddoppio che chiude la disfida di testa, scaraventando in porta un cross capolavoro di Conceiçao. Il Kenan di giornata non è comunque tutto qui, anzi. Punta sempre l’avversario facendo una demolizione psicologica non comune. Sta imparando a fare l’ala sinistra.  (McKENNIE   S.V.  Utile alla standing ovation per Yildiz e per non giocare in 10)

VLAHOVIC    5,5  Il centravanti dal lavoro “sporco”. Si porta a casa le impronte che Coco gli lascia su gambe e fianchi. Vede un numero talmente esiguo di palloni come non mai. E se la squadra vince ugualmente, a Dusan deve venire in mente di essere utile come una secchiata d’acqua lanciata sopra un fiume in piena. (CONCEICAO  6,5  Gioca poco più di un quarto d’ora, ma lascia il segno col traversone che mette Kenan in condizione di realizzare il 2 a 0)

THIAGO MOTTA  7  Questa volta si limita a fare le cose per bene. Come Locatelli nelle pubblicità e come Locatelli in campo. Formazione iniziale equilibrata, senza fronzoli e “boutades”, con lo scopo di rintuzzare le eventuali “fregole” granata e di incanalare la partita sul binario più consono al raggiugimento dell’obbiettivo. Una volta andata in vantaggio, la squadra si dedica al controllo della situazione alquanto pragmaticamente. E’ ciò che maggiormente ho l’obbligo di sottolineare, perché segna un cambio di tendenza rispetto all’inizio della stagione. Anche lo scambio di posizioni tra Locatelli e Thuram è frutto di un lavoro atto a dare equilibrio in mezzo, di cui si giova la fase difensiva e subito dopo quella offensiva, spostando in avanti il baricentro. Il possesso palla ha lasciato la leziosità, sovente improduttiva, quasi impotente, per un gioco che si avvale di rovesciamenti di fronte repentini e verticalizzazioni a sostegno del tutto. Si era già visto a tratti nella trasferta di Udine, in parte a Lille, risalta alla grande al cospetto di un Torello privo di quel nerbo che lo ha reso temibile un sacco di volte nel passato. Ma ciò non riguarda la truppa di Motta. Si dovrà in occasioni future  non cadere nella gestione “morbida” delle gare, come alla ripresa del gioco dopo l’intervallo per un buon quarto d’ora: non tutte le squadre possono essere arrendevoli e di qualità così discutibile come il Toro di giornata. Siamo sulla buona strada, ora.