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L'incredibile narrazione del trasferimento di Koopmeiners: il "traditore" accusato di voler andare alla Juventus....TUTTO mercato WEB
mercoledì 4 settembre 2024, 15:05Editoriale
di Vincenzo Marangio
per Bianconeranews.it

L'incredibile narrazione del trasferimento di Koopmeiners: il "traditore" accusato di voler andare alla Juventus....

Come promesso in questo mio editoriale continuerò a togliermi gli ultimi sassolini dalle scarpe, ovviamente l'argomento riguarda l'etica nel calcio applicata soltanto quando entra in scena la Juventus e la vicenda Teun Koopmeiners. Premetto subito che quello che scriverò non sono vaneggiamenti ma, purtroppo, cronaca dei fatti. Quante volte vi è capitato di leggere che dei giocatori, benché sotto contratto, spingessero per andare via, una pratica legittima? A rigor di regolamento e di etica evidentemente no, ma anche su questo aspetto in Italia se ne fa una questione di tifo. Anzi, di antipatie e simpatie. Anzi di odio sportivo verso la Juventus. 

Riavvolgendo il nastro, basta fare una semplice ricerca storica per scoprire che quando Pavard voleva andare all'Inter forzò la mano con il Bayern Monaco rifiutando di allenarsi ("eh ma non mandò i certificati", vi diranno...), e in quel caso si parlava del grande lavoro di Marotta capace di attrarre giocatori importanti da grandi club. Andando un po' più indietro nel tempo e restando in casa Inter potremmo menzionare il caso Barella, praticamente venduto alla Roma da Giulini con il giocatore che però si impuntò e scelse l'Inter scegliendo la propria destinazione al di là degli accordi tra Cagliari e Roma. Potremmo parlare della vicenda Lukaku-Chelsea-Inter andata e ritorno, ma poi si direbbe che prendo come esempio soltanto il club nerazzurro (del resto abbondano esempi che conducono su questa via) e allora trasferiamoci ad eventi più recenti raccontando della volontà di Soulè di andare alla Roma qualora fosse stato messo sul mercato. La Juventus avrebbe guadagnato di più se il giocatore avesse accettato la destinazione in Premier ma poi Giuntoli è stato "costretto" ad accontentare l'argentino per portare avanti tutte le altre strategie, e il giorno dopo cosa hanno scritto i giornali? Attacchi al giocatore? No, tutt'altro. Sul Corriere dello Sport si parlò addirittura di un Soulè "liberato", neanche fosse in prigione. Già, del resto la squadra di appartenenza era la Juventus.

Cosa succede invece se la squadra che "scippa" un giocatore ad un altro club è la Juventus? Sommossa popolare. Il caso Koopmeiners fa scuola. Eppure l'olandese sin dall'inverno scorso, in un'intervista rilasciata al De Telegraaf, aveva preannunciato il suo addio: "Ho detto alla società che in estate io vorrei andare via, ma per lasciare Bergamo deve arrivare un’offerta davvero interessante, perché spero che l’Atalanta ricavi una bella somma dalla mia cessione. Mi auguro di avere delle opzioni su cui riflettere". Un messaggio raccolto dalla Juventus che ha subito paventato la propria volontà, così come l'Atalanta, giustamente, fece il prezzo: 60 milioni. Una sorta di gentlemen's agreement, un patto tra galantuomini, "un top club ti fa un'offerta importante accontentandoti e tu mi lasci partire anche se sono sotto contratto". Per capirci lo stesso patto fu stretto tra Cristiano Ronaldo e Florentino Perez quando CR7 si trasferì alla Juventus. Un patto verbale ma tra veri gentiluomini che venne rispettato: la Juve portò i 100 milioni richiesti e il portoghese si trasferì a Torino. Ma non tutti i club evidentemente sono il Real Madrid....

Cosa succede quando la Juventus palesa il suo interesse verso Koopmeiners? L'Atalanta fa muro, per lo stupore del calciatore olandese che aveva dato valore a quel patto, e la stampa italiana cominciò l'opera di demonizzazione del giocatore e ovviamente della Juventus. Giuntoli diventa l'unico dirigente della storia del calcio che trova un accordo con il giocatore prima di presentare l'offerta al club di appartenenza; Koopmeiners diventa lui l'ingrato, anche se il patto lo stava tradendo qualcun altro visto che Percassi comincia a parlare di incedibilità del giocatore, e quasi tutti gli esperti di mercato a raccontare che la Juventus tanto non avrebbe trovato i soldi e che magari 60 milioni neanche sarebbero bastati. Ma la narrazione in Italia, in questi casi, funziona così: quando non hai la forza o l'appeal di trattenere un giocatore, poi lui passa per traditore e la società che lo chiede è scorretta. Anzi, mi correggo, funziona così solo se la società acquirente è la Juventus. Basta leggere le prime righe di questo editoriale.

L'etica applicata al calcio solo se a vincere è la Juventus, quella stessa etica messa da parte se magari un giocatore della Juventus (Djalò) fa le visite per la Roma e poi viene parcheggiato in albergo in attesa di trovare qualcuno meglio. Come un pacco qualsiasi. Avete letto titoli di giornali? Avete sentito tromboni sentenziare sul comportamento della Roma? Avete avvertito carezze verso il giocatore mortificato? No, e sapete perché? Perché in questo caso la Juventus subiva il torto. 

Eccolo il sassolino più grande: in Italia l'etica compare solo per attaccare la Juventus, altrimenti tutto è permesso, soprattutto se a perdere è il club bianconero con la "giustizia" sportiva, sul campo, o nelle dinamiche di mercato. Del resto la storia recente delle indagini sulle plusvalenze (da condannare solo se riguardano il club bianconero), o del caso Suarez diventato giocatore della Juventus solo per aver sostenuto da privato un esame a Perugia già facevano capire tutto....