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Iachini a BN: "La Juve con Thiago Motta sarà da primi quattro posti. Vlahovic può fare come Batistuta. Su Chiesa dico che..."TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 7 agosto 2024, 16:20Primo piano
di Matteo Barile
per Bianconeranews.it

Iachini a BN: "La Juve con Thiago Motta sarà da primi quattro posti. Vlahovic può fare come Batistuta. Su Chiesa dico che..."

Iachini è stato intervistato da BN: l'allenatore si è mostrato molto ottimista sul progetto di Motta, sulla crescita di Vlahovic e sul potenziale di Chiesa

La Juventus sta per cominciare la stagione con il nuovo corso tecnico targato Thiago Motta. L'allenatore italo-brasiliano potrà contare su tante novità tecniche, tattiche e di interpreti e poche certezze. Uno scenario di questo tipo rischia di relegare i bianconeri ancora una volta fuori dalla lotta al vertice. Ne è convinto Beppe Iachini. Intervistato in ESCLUSIVA dai microfoni di Bianconera News, l'allenatore marchigiano ha predicato calma nei confronti del nuovo progetto tecnico della Vecchia Signora. Oggi come oggi Madama può lottare per un posto in Champions League. Thiago Motta avrà molto da lavorare, specie all'inizio. L'ex tecnico del Bologna dovrà cementare un gruppo, che potrà vedere Dusan Vlahovic come un riferimento costante. Allo stesso tempo, però, L'obiettivo dovrà essere raggiunto senza Federico Chiesa, il quale è fuori dai piani della nuova guida tecnica bianconera. Di seguito, proponiamo il contenuto integrale dell'intervista, nella quale Iachini parla soprattutto di questi due giocatori, allenati con grandi risultati alla Fiorentina.

Come vede l'inserimento di Thiago Motta all'interno della Juve?

Lo vedo bene perché Thiago Motta è un ottimo allenatore, ha dimostrato di essere un tecnico preparato già in diversi club. E chiaro che gli va dato modo e tempo Per poter far sì che la squadra riesca a recepire quello che lui chiede”.

La scelta di insieme Motta da parte della dirigenza della Juventus può essere etichettata come una rivoluzione per questo club che ha sempre più badato al sodo in termini di risultati?

Nel corso della sua storia, la Juventus ha vinto tanti scudetti anche recentemente con Allegri e con Sarri, i quali hanno adottato percorsi diversi. Adesso la Juventus ha dovuto necessariamente cambiare e ha dovuto intraprendere un altro tipo di percorso. C'è stato un ricambio generazionale. Come in tutte le società, quando arriva un nuovo allenatore, con delle idee nuove, ci vuole del tempo, della pazienza e dello spazio. Esattamente come va dato tempo aggiunto a Giuntoli, che è un direttore sportivo bravo e preparato e sa il fatto suo. Quello che ha intrapreso la Juventus è un nuovo cammino a tutti i livelli”.

Al netto del mercato che la Juventus sta facendo, Lei pensa che i bianconeri debbano aprire più un discorso ad ampio raggio, in cui non è necessario vincere subito, ma in cui è si arrivi alla vittoria sul lungo periodo?

È per forza così perché ad oggi ci sono squadre più attrezzate hanno da tanti anni lo stesso allenatore. La Juve dovrà costruirselo questo percorso”.

Che tipo di annata può fare la Juventus nel corso della prossima stagione?

Quando si cambia un allenatore, bisogna dargli il tempo di lavorare e apportare le proprie idee alla squadra. Sicuramente come organico, come gruppo e come squadra si va ad inserire in una lotta per i primi quattro posti".

Secondo Lei, in questa Juventus ci sono dei giocatori che possono creare un blocco granitico, che può facilitare il lavoro di Thiago Motta?

Sicuramente ci sono dei ragazzi che sono lì da diverso tempo. Sostituire campioni del calibro come Buffon. Bonucci, Barzagli e Chiellini non sarà semplice. Tuttavia ci vorrà tempo perché l’ossatura di una squadra non si fa dall'oggi al domani. La crescita della squadra passa dal campo. Fortunatamente, per la Juve, però non ci sono squadre che possono spendere 100 milioni per un calciatore, quindi la vittoria passa dalla programmazione”.

Uno di questi leader che potrebbero emergere in questa Juventus corrisponde soprattutto al nome di Dusan Vlahovic, un giocatore che conosce molto bene avendolo allenato anche con ottimi risultati alla Fiorentina. Quella che verrà può essere la stagione della definitiva consacrazione del serbo?

Lo scorso anno Dusan ha fatto molto bene. Non ha avuto le problematiche fisiche che lo hanno condizionato nella stagione precedente. Questo ha fatto sì che potesse star bene e potesse dimostrare il suo valore. È chiaro che più milita nella società, più è ben voluto dall'ambiente, più acquisisce informazioni da un punto di vista tecnico e tattico, più cresce. Teniamo conto che Dusan è un ragazzo che ha già una forte personalità. È un trascinatore”.

Se dovesse elencarci un pregio e un difetto di Dusan Vlahovic, Lei quale indicherebbe?

Pregi ne ha tanti. È un attaccante vero. Sa a sentire la porta, ma ha anche un buon passo per poter sentire la profondità. È un attaccante completo. Sicuramente ha margine di miglioramento, come tutti i calciatori, perché è ancora un attaccante giovane. Può ancora migliorare sul piano tecnico. Ma lui è un ragazzo che ha fame e voglia, sta nella sua indole. Vuole sempre fare di più: quando ero alla Fiorentina, ricordo che era uno dei primissimi ad arrivare ed uno degli ultimi ad andar via. Bisognava portarlo via dal campo. Aveva sempre voglia di migliorarsi. E lo farà che sia nella copertura e nella difesa della palla e dell'attacco alla porta avversaria. Questi sono gli aspetti in cui deve migliorare di più, ma sono sicuro che continuerà a lavorarci sopra”.

A che livelli può arrivare, secondo Lei, un giocatore come Vlahovic?

Questo non posso dirlo, carriera di un calciatore è caratterizzata da tante componenti, Che siano la squadra, la società in cui milita o i successi che può raggiungere. Quello che posso dire è che lui ha il carattere e lo spirito per poter intraprendere una crescita. Io sono stato compagno di squadra di Batistuta. Da 19/20 Ha cominciato a fare gol e, sentendo la fiducia della piazza, della gente, dell’ambiente e dei compagni, ogni anno cresceva sempre e faceva tante reti. Vlahovic può seguire le sue orme”.

Spostiamo la nostra attenzione sull'argomento legato a Federico Chiesa. In queste ultimi giorni addirittura Thiago Motta lo ha escluso dal suo progetto tecnico. Secondo Lei, questa è una scelta corretta?

Su queste cose non mi esprimo, perché non sono cose che mi riguardano. Io ritengo che Thiago Motta sia un allenatore molto competente e che Chiesa sia un grande giocatore. Posso dire di aver avuto e ammirato Chiesa”.

Quando Lei dice che Chiesa è un grande giocatore, intende dire che è un campione? Si può assestare su questo livello il Chiesa visto fino a questo momento?

Valutando il calcio italiano, Chiesa è un grande giocatore, perché è un giocatore che può ricoprire più ruoli. Io l'ho allenato, io l'ho avuto e posso confermare. Io l'ho avuto molto giovane, con me si è valorizzato ha totalizzato il suo record di gol. Guardando il panorama del calcio italiano, è un calciatore che può diventare importante anche per la Nazionale, con cui ha già vinto un Europeo. Non dimentichiamoci che ha avuto un infortunio importante, Dal quale ne è venuto fuori. Lui è ancora giovane e ha davanti ancora una bella carriera”.

Secondo Lei, Chiesa quanto è stato condizionato dal grave infortunio che ha subito a inizio di gennaio del 2022?

Condiziona tutti i calciatori, non solo Chiesa. La sua situazione è paragonabile a quella di Del Piero: I due hanno avuto lo stesso problema. Alex ebbe più di un anno problematico prima di riprendere a giocare come lui sapeva. Ma è normale, perché la rottura di un legamento non è così facile da superare in pochi mesi”.

Ci sono delle differenze di gioco e di approccio alla partita da parte del calciatore tra il Chiesa che ha allenato Lei e questo Chiesa?

Oggi no. Vedendo le partite che ha fatto in Nazionale e quelle che ha giocato con la Juve nella seconda parte di stagione, Chiesa è tornato ai suoi livelli”.

Più di un mese fa, prima di Italia-Spagna di Euro2024, Chiesa ha rilasciato un’intervista, in cui ha detto che Lei ha messo d’accordo la sua presenza e quella di Ribery in attacco. Come si fa a far coesistere due campioni di questo calibro?

I grandi giocatori possono giocare sempre insieme perché parlano la stessa lingua, che è quella della tecnica e della tattica individuale. Franck e Federico sono due calciatori di livello. Franck è stato un grandissimo campione, perché sapeva andarsi a ritagliare spazi giusti nell’andarsi a smarcare e nel trovare poi la porta. Con me Federico, pur essendo molto giovane, per la prima volta, è andato a fare la punta. A volte giocava da esterno, a volte giocava da attaccante. In merito alla sua evoluzione da attaccante, io parlai col ragazzo. Veniva da un problemino alla caviglia e io volevo accorciargli il campo per farlo stare più vicino alla porta. È un giocatore con un gran calcio, una grande tecnica e ha un ottimo spunto. Con questo nuovo modo di giocare avrebbe incrementato il suo bottino di reti”.

Chiesa performa meglio come esterno o nel ruolo in cui Lei lo ha reinventato?

Chiesa può fare entrambe le cose molto bene, non ha problemi in questo senso. Negli ultimi 30 metri può essere un giocatore devastante. In un campionato può sempre andare in doppia cifra”.