Federico, così non va! Un tiro in porta in 64' non può valere un rinnovo da 7 milioni
Da MVP della partita contro l'Albania alla battuta d'arresto contro la Spagna il passo è breve. Federico Chiesa torna a deludere, questa volta profondamente. La sconfitta contro la Spagna è sicuramente il frutto di una prestazione - quella dell'intera Nazionale - assai deludente. In un gruppo non eccelso da un punto di vista qualitativo ci si sarebbe aspettato qualche guizzo in più, specie da quei (pochi) calciatori sopra la media. Il classe 1997 rientrerebbe a pieno titolo in questa categoria. O forse no. L'1-0, maturato a Gelsenkirchen, manifesta tutta la mancanza di offensivismo da parte dell'Italia. Una mancanza che non può non essere ascritta a Chiesa. "Se prima ero più impulsivo, adesso ho imparato ad essere maggiormente riflessivo, senza intaccare però la mia velocità ed oggi posso dire di essere tornato quasi al livello che avevo prima di quel brutto stop, adesso sono pronto a diventare ancora più forte, perchè i fuoriclasse sfruttano la determinazione e la forza mentale per superare le difficoltà e grazie a queste migliorarsi". Mercoledì ha detto questo ai microfoni di France Football (CLICCA QUI PER LEGGERE L'INTERVISTA COMPLETA). Tuttavia queste parole sono state clamorosamente disattese.
Nella sua gara contro la Spagna non c'è riflessione nella gestione della palla nelle sporadiche e potenziali occasioni offensive. Non c'è quella mobilità di gambe e ancora prima di pensiero con la sfera tra i piedi. E non c'è determinazione nel colpire la porta di Unai Simon nell'unica conclusione in porta della Nazionale nella nefasta serata di ieri: il suo diagonale destro allo scoccare del 45' non va nemmeno vicino a fare il solletico al portiere della Spagna. I 64 minuti, giocati ieri da Chiesa, sono caratterizzati da un (quasi) nulla preoccupante non solo per l'Italia, ma anche per la Juventus. Le deficienze sopracitate rischiano di inficiare sul percorso degli azzurri a Euro2024 e di convincere la Vecchia Signora a fare a meno del proprio numero 7. Un resoconto simile infatti non rispecchia i connotati un fuoriclasse e non rispecchia nemmeno i connotati di un giocatore che può pretendere 7 milioni di euro a stagione per rinnovare un contratto in scadenza tra un anno. Forse rispecchia i connotati di un giocatore che rischia di aver chiuso con Madama. Adesso il banco di prova contro la Croazia può essere determinante. Federico ha le qualità e il dovere di dimostrare di essere tornato quello che era prima dell'infortunio. Passa dalle sue sgasate e dalla sua voglia di spaccare il mondo (anzi l'Europa) la qualificazione dell'Italia agli ottavi degli Europei tedeschi. Passa dal desiderio di tornare a essere decisivo e di essere un fuoriclasse (non solo a parole) la sua permanenza alla Juventus.